E finalmente è giunta l'ora! Dopo averle salite con gli occhi la scorsa domenica, mentre salivamo verso Sella Nevea, giungeva l'ora di assaggiarle con le punte di piccozze e ramponi!
Partiamo da Codroipo con calma, verso le otto: siamo io, Fabrizio e Robertone. Avrebbe dovuto esserci anche Robertino... ma impegni improvvisi... Forse Manuela sa di cosa si trattava!
Comunque ben gasati partiamo verso la Raccolana e i suoi festoni ghiacciati!
Già dall'imbocco della vallata iniziamo a buttar l'occhio sulle linee ghiacciate che scendono dalle rocce. Scendendo da Sella i giorni precedenti avevamo già individuato alcune linee interessanti, ma per la prima uscita non vogliamo strafare, dopo due anni di magra vogliamo prima riprendere confidenza con la materia ghiacciata. E per farlo cosa c'è di meglio di una linea nuova?
Niente!
E così una domenica uggiosa e calda (2 gradi sopra) inizia a farsi interessante. Il ghiaccio non è in condizioni ottimali e decidiamo di esplorare la via (quasi quattrocento metri di sviluppo) salendo alcuni tratti con la corda dall'alto, in attesa che il ghiaccio acquisti consistenza e spessore.
La salita è delicata, fatta di agganci e punte che appena scalfiscono il ghiaccio, tanto è esile. Ma la soddisfazione è enorme. Peccato che salire da primi sia troppo pericoloso, chiodare non è possibile.
Siamo eccitati dalla scoperta di una nuova colata che non sentiamo neanche il freddo, tant'è che BigRoberto sale a torso nudo!Dopo aver provato due linee nella parte bassa, saliamo per il bosco, evitando la parte centrale, ancora non formata del tutto, per salire alla parte superiore, vasta e spettacolare.Anche qui ci sono diverse possibilità di salita, ma il ghiaccio non è ancora "giusto".
Saliamo per una linea di misto lungo un canale laterale e guadagnamo un terrazzino a un terzo della colata superiore, che ci permette di attrezzare una sosta, da cui calarci per provare a salire le candele meglio formate e iniziare a divertirci! D'un tratto Fabrizio mi dice "si tu lassis su piere come che tu vas su glace tu laressis come un tòn!" Facciamo un paio di giri e Roberto prova anche una linea di drytooling.
L'acqua inizia a scorrere sopra il ghiaccio e controlliamo la fame di salite per preservare il ghiaccio e non distruggere la cattedrale che ci si para davanti.
Prima di scendere beviamo un goccio di tè per riscaldarci e mentre scendiamo verso l'auto speriamo che la temperatura resti bassa e la cascata si formi per bene, per permettere una salita integrale.
La prima di "Brovade e Muset".
Il dolce e l'amaro secondo Ciani, Chiarcos e Misson!
Dov'è la cascata?
Non lo dico, prima la saliamo tutta!!!!
tanto io so dov'e'...gne' gne'!!
RispondiEliminadovrete pagare il mio silenzio...ha ha!! Comunque bravi!!
ma è ghiaccio patocco! pazzi!!!
RispondiEliminabello però. ciao
e bravo l'alpinauta! ghiaccio e solitudine in raccolana. io son salito a cogne... un casino di gente! far la fila per i tiri piu belli. vabbe.. pieno di fighetti
RispondiEliminache bello. e che invidia!
RispondiEliminama fatemi capire: trovate un canalone e andate su? e i chiodi? e sul ghiaccio cosa mettete?
RispondiEliminama non avete freddo con tutto quel ghiaccio? io mi congelo a vedervi sul pc
un mondo incantato quello del ghiaccio! ma penso sia una arrampicata molto cerebrale. impegnativa dal lato mentale
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