"Tre in arrivo!"
Cerchiamo subito riparo su erba e rocce mentre tre corridori si precipitano a rotta di collo giu per il sentiero, sudati e ansimanti con il loro bel numero stampato sulla maglietta. Abbiamo scelto la domenica giusta per fare la traversata dal Passo di Monte Croce Carnico al rifugio Marinelli!
La giornata, al di là delle pessime previsioni meteo, è calda e soleggiata e il ritrovo con Ilaria, Diana, Elisa, Igor, Silvia, Renato, Claudio e Rossana, viene fissato a Gemona per le otto.
Presso i Laghetti di Timau c'è parecchio caos e molte auto sono parcheggiate fin dentro la galleria che porta ai tornanti del passo. Altro traffico di corriere e auto è presente alla Cantoniera per la festa degli Alpini presso la Cappella del Pal Piccolo, siamo messi bene! Raggiunto il passo transenne e strisce biancorosse delimitano l'accesso al sentiero che dovremmo percorrere oggi! Di bene in meglio!
Parcheggiamo e indossati zaini e scarponi ci avviciniamo alle transenne e notiamo che altri escursionisti vi transitano tranquillamente: bene, si va!
All'inizio non capiamo molto bene il perchè di tutto questo trambusto, ma all'arrivo del primo corridore le idee si fanno più chiare: cavolo, siamo capitati nel bel mezzo di una gara podistica!
Mentre aspettiamo gli ennesimi corridori mi guardo in giro e ammiro questa bella zona dove su verdi prati, in questo periodo riccamente fioriti, si ergono bianche montagne rocciose: questo è il regno della Creta di Collinetta, Creta di Collina, Chianevate e del primatista del Friuli, scior Coglians! Dietro a noi il Pal Piccolo, il Freikofel e la Creta di Timau si ergono nella leggera foschia della calda mattinata.
Andiamo avanti così, raggiungendo, tra risate e giudizi "al femminile" sugli atleti, la famosa "scaletta", ovvero un antro verticale che si percorre aiutati da cavetti corrimano e gradini. Qui però c'è l'intoppo più grosso: gli atleti che arrivano dal rifugio Marinelli sono molti e lo stretto passaggio non consente il transito di più persone contemporaneamente! Rimaniamo bloccati per un bel po' mentre alcuni ragazzi del Soccorso Alpino regolano il traffico all'interno dell'antro.
A gruppi di due alla volta riusciamo a passare tra un ondata di atleti e l'altra e a raggiungere il bivio per la Creta Monumenz dove mi accorgo di un viso famigliare in canotta numerata e pantaloncino: "Toh, e tu che ci fai qui?" Lorenzo, imperiale di Goricizza e amico di Luca, sorridente procede sul sentiero senza troppa premura, anche lui impegnato nella corsa odierna. Ci salutiamo e proseguiamo entrambi per le nostre faticose mete, lui nella risalita della "scaletta" e io nella risalita del ghiaione che ci porta nel vallone della Chianevate.
La stanchezza della settimana si fa sentire e questi duecento metri mi spaccano veramente le gambe! Il simpatico Claudio è gia da un po' che arrancando sulle ghiaie dice "No hai mica patafat il Signor, io!". Arrivati al bivio con il sentiero 171 ci fermiamo: è gia mezzogiorno e se vogliamo fare la Creta Monumenz ci porterà via parecchio tempo, per non parlare che grosse nubi si stanno avvicinando minacciose da sopra la Chianevate. Dopo un momento di dibattito valutando pro e contro, optiamo per la discesa attraverso la Chialderate, dove il sentiero attraversa una zona fatta di prati disseminati di rocce scavate dall'acqua, punteggiate da cuscinetti di erica e fiori.
Il rifugio Marinelli occhieggia dall'alto e l'idea di una bella fetta di deliziosa Sacher ci da forza per percorrere la rampa finale per raggiungerlo. Il rifugio brulica di gente giunta fin qui dalle diverse direzioni ma tutti si rintanano al suo interno.
Nonostante una leggera arietta prendiamo posto in un tavolo all'esterno ma riparato dal tetto e mentre aspettiamo le nostre ordinazioni mangiucchiamo le nostre cibarie. La Sacher giunge calda su un bel piattone azzurro con ciuffo di panna e crema di cioccolato e come ricordavo, si scioglie in bocca! Passiamo dall'interno per caffè e timbro e, salutata la Caterina, ci rimettiamo in marcia sotto un cielo che si fa a tratti scuro e a tratti si apre lasciando passare caldi raggi di sole.
Per il rientro decidiamo di tralasciare la "scaletta" e di percorrere il sentiero dell'Aquila che con lunga discesa con vista sull'abitato di Timau illuminato dal sole ci porta verso casera Val di Collina. Prima di raggiungerla imbocchiamo la mulattiera di guerra che sale a sinistra e su cui all'inizio è stato fatto uno stupendo e grande fregio che rappresenta un'aquila con fucile e picozza.
Dopo i doverosi scatti, la percorriamo con dolce salita e ci ricongiungiamo con il sentiero fatto al mattino. Scorgo un camoscio che ci osserva immobile da lontano e solo lo zoom di Ilaria riesce a immortalarlo abbastanza bene.
Il rombo del temporale ci coglie a breve distanza dal passo e alcune gocce iniziano a cadere mentre rimango indietro, attratta da un maglioncino nero sull'erba ad un paio di metri dal sentiero: mentre penso a chi può averlo perso alzo leggermente lo sguardo e lo incrocio con quello di una marmotta! Se ne sta li immobile ad osservarmi ad un paio di metri di distanza e la immortalo con un paio di scatti chiedendomi perchè non scappi come le altre, poi d'un tratto capisco! Il maglioncino! Lo vuole per se! Mi sposto un po' più in la e lei esce fuori e inizia a rosicchiarselo! Troppo forte! Di certo non patirà il freddo questa marmotta e avrà un caldo giaciglio per i suoi piccoli!
Raggiungiamo le auto sotto un bel diluvio e ci tuffiamo al loro interno con giacche e scarponi zuppi. Siamo stati fortunati e il tempo ci ha assistito fino alla fine, regalandoci anche oggi bellissime visuali su questa magnifica zona.
che bella avventura! tutti di cors!!!
RispondiEliminae noi che abbiamo letto nel bar ritrovo che c'era la gara e abbiamo cambiato giro. ci si poteva incontere... sulla scaletta!!!
RispondiElimina"sior Coglians" è stato vermente un gentleman, ha fatto di tutto per non farvi bagnare... ma perdere tempo "dolcemente" per una Sacher val bene una bagnata.
RispondiEliminasaluti a tutti ;-)
Mica corto il rientro per il sentiero dell'aquila!!!
RispondiEliminaPoi se ricordo bene quando l'ho fatto pensavo fosse tutto in discesa ed invece ha dei tratti che poi riportano in su.