Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 30 luglio 2017

Sentiero degli Sbilfs, rifugio De Gasperi


La strada della Val Pesarina è deserta nelle ultime ore del pomeriggio, verso sera. Il cielo si fa cupo e grigio mentre raggiungiamo l'inizio del sentiero per il rifugio De Gasperi. Dopo tanti anni le chiavi sono passate di mano e Omarut assieme a Simone hanno raccolto la sfida di dar nuova vita a questo angolo di Carnia.
L'aria del bosco è satura di umidità e la fronte gronda sudore senza fatica. Che strano. Sembra quasi uno scherzo.

Il sentiero sale agile nel bosco, la luce pian piano si attenua e il bosco pare animarsi. Gabriele sente tanti piccoli sguardi posarsi su di noi, sentiamo piccole risate, piccoli grandi sorrisi brillano nel sottobosco. Misteri che si infittiscono come le foglie che chiudono lo sguardo verso l'orizzonte.



D'un tratto un piccolo folletto sbuca dal bosco e sembra indicarci la via, ma poco oltre capiamo quello che voleva dire nella sua strana lingua.
Passo dopo passo ci addentriamo in un bosco fatato, dove mille occhi ci guardano curiosi, sorridenti o stupiti. Dopo anni di torpore si sono risvegliati e si divertono con chi porta i suoi passi sul loro sentiero. Gridolini, risate e piccoli scherzi si susseguono lungo il magico sentiero.












Seduto su di un tronco uno Sbilf più serioso ci rassicura che la meta è vicina, manca poco al rifugio De Gasperi , pochi passi ancora e poi una breve discesa ci accompagna dai nostri amici.








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