Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 13 maggio 2019

Tra i silenzi del Ciaurlec: anello di casera Sinich

Maggio è tutto un susseguirsi di instabilità meteorologiche e mercoledì purtroppo non è da meno.
L'iniziale idea di andare ad arrampicare a Trieste viene scartata e per non buttare proprio un altro mercoledì, decidiamo di sfidare il meteo con una camminata. Cogliamo così l'occasione di fare un giro ad anello suggeritomi dall'amico Sylvain e, raggiunto Travesio, saliamo oltre la borgata di Praforte, parcheggiando presso il divieto di transito che porta al Col della Siera. Il cielo sopra di noi è grigio, ma sembra "reggere" mentre ci inoltriamo lungo la sterrata, circondati dal cinguettare di numerosi uccelli.





Le piogge hanno rinverdito la vegetazione e l'ambiente attorno a noi sembra sempre più quello di una giungla tropicale, mentre ci addentriamo in quello che un tempo era un poligono militare. Cartelli arrugginiti e filo spinato ancora delimitano zone dove solo gli animali hanno il coraggio di addentrarsi: chissà cosa si nasconde in quella fitta boscaglia...


A volte chiacchierando, a volte in rigoroso silenzio, continuiamo il nostro cammino, "spronati" ad un certo punto ad accelerare il nostro passo, da vistosi grugniti provenienti dalla boscaglia! Arrivati  poi presso un cartello che indica una vicina foiba, dopo un rapido consulto alla cartina, iniziamo la risalita di un sentierino che ci porta a raggiungere una zona più aperta e panoramica, dove recuperare il fiato e ammirare il panorama. 




La coltre grigia sopra di noi è compatta ed estesa, ma siamo tranquilli: sembra proprio che non pioverà fino a sera! Raggiungiamo casera Sinich, posta in isolata e silenziosa posizione: curata dai cacciatori locali, ha un piccolo locale aperto e una tettoia dove mangiamo i nostri panini.







Ora capiamo perché l'amico Sylvain viene qui, quando vuole starsene per conto suo e lontano da tutti! Lasciamo questo piccolo angolino silenzioso e proseguiamo lungo il sentiero che, alle spalle della piccola casera, ci porterà con dolci saliscendi, ad attraversare un ondulata zona delimitata da muretti a secco e da resti di recinzione con filo spinato.




Narcisi bianchi ravvivano le distese verdi dei prati che ci circondano, mentre raggiungiamo la dorsale del Col Tarond e il punto di lancio del Col Manzon. Lo sguardo verso la pianura da qui è sempre meraviglioso, ravvivato oggi dai gialli campi di colza sparsi qua e là nei terreni sottostanti.






Seguiamo la sterrata e oltrepassiamo la piccola ancona della S.S. Trinità, per poi salire velocemente sul piccolo cimotto  panoramico del Ciucul Taront, dove lasciamo la nostra firma nel piccolo libretto dell'amico Andrea.



Scendiamo verso la strada che porta a Praforte e, mentre Luca recupera la nostra auto, io faccio incetta di aglio orsino!



Sempre abbinare l'utile al dilettevole: le scorte vanno sempre rimpinguate! 
Se poi arriva pure l'amico Sylvain a salutarci, il nostro giro si può dire concluso con grande soddisfazione!

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