Domenica l'appuntamento è a Sella Chiampon in Val d'Arzino per le 8:45: destinazione casera Teglara. Chiara e Gianni, con la loro cagnolina Milly, passano a prendermi e arrivati al parcheggio assieme a Diana e Ilaria ci prepariamo in fretta: ciaspe? Ramponi? Ma si, portiamo tutto, non si sa mai!
Il cielo, a differenza delle solari previsioni, si presenta coperto da nuvole grige, ma per fortuna sono alte e sfiorano appena le cime del Verzegnis di fronte a noi. C'incamminiamo su per la strada sterrata che con percorso monotono e poco panoramico sale lentamente facendoci guadagnare gli 800 metri che ci separano dalla casera Teglara.
Lungo la strada il fondo si fa innevato e ghiacciato e per evitare ruzzoloni calziamo i ramponi. Nei pressi della casera alcune slavine hanno ricoperto la strada ma le scavalchiamo facilmente e poco dopo raggiungiamo l'ampia conca dove sorge la piccola costruzione in muratura dal tetto rosso, che contrasta con tutto il bianco che ci circonda.
Sono le 12:15 e dopo avere firmato il libro della casera, ci guardiamo in giro decidendo il da farsi, mangiucchiando il pane di zucca fatto da Chiara. Il monte Teglara ha la cima tra le nuvole e osservando bene i pendii innevati e i paletti che indicano la prosecuzione del sentiero decidiamo di tentare il monte Sciara grande.
La neve è bella ghiacciata e i ramponi fanno il loro buon lavoro mentre con lievi saliscendi raggiungiamo un ripido pendio che risalito ci concede la vista sulla Val Tramontina e sul lago di Redona. Poco distante, un bellissimo crocifisso in bronzo che raggiungiamo, ammiriamo e fotografiamo.
Continuiamo lungo la linea di cresta, stando attenti agli accumuli di neve che sporgono vistosamente da essa e dopo avere aggirato un dosso ricoperto di mughi innevati che ogni tanto ci fanno lo sgambetto, raggiungiamo finalmente la cima dello Sciara grande parzialmente pulita dalla neve.
Ci sediamo in riga, sull'erba, uno a fianco all'altro e ci godiamo il meritato panorama mangiando il nostro pranzo e scambiandoci i vari dolci che abbiamo portato. Non c'è vento, il cielo è ancora coperto da nuvole grige ma più alte, tanto che anche la cima del monte Teglara, alle nostre spalle, si è liberata. Microscopici fiocchi di neve svolazzano qua e là e noi ce ne stiamo li, senza premura, a gustarci l'ottima compagnia e la soddisfazione di essere su una cima.
Sotto di noi, ripidi pendii imbruniti, calano giu nel canale di Cuna per poi risalire sulla dorsale del monte Brusò e Zuc di Santis, che davanti a noi ci separa dalla pianura di cui si scorge appena il tortuoso percorso del Tagliamento. In giornate limpide il panorama deve essere veramente bello! Milly trema un po' sotto il suo cappottino e decidiamo di lasciare questo belvedere e ritornare alla casera, un lontano puntino rosso in mezzo al bianco proprio davanti a noi.
Ripercorrendo la nostra traccia la raggiungiamo velocemente e ripresa la via del ritorno scendiamo di nuovo a Sella Chiampon.
La giornata, in fatto di meteo non è stata granchè, ma stare su una cima, in buona compagnia, ci ha ripagato anche di quello.
4 commenti:
ma che bel giretto. quella zona èer me e sconosciuta del tutto. mi dai un buon spunto
Eh si, raggiungere una cima è sempre una soddisfazione; se poi lo fai in buona compagnia e c'è anche il dolce...è il massimo ;-)
ciao e prendo nota come per le Zuffine.
brava l'alpinmamma! sempre in movimento!
un bel posto, da mò che c'è l'ho nel mirino, ma per pigrizia... mi sembra cosi fuori dal mondo la valle di preone.
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