Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 31 dicembre 2014

La Montagna Invisibile

Quando ti chiedono qual'è la tua montagna preferita, la risposta  ti porta sulle labbra risposte facili, evocative, mitiche.
Poi, nei pensieri più intimi, nei desideri più reconditi, ci sono montagne di cui appena si conosce il nome, ma che sono sempre presenti. Si affacciano alle nostre vite silenziose. Rapiscono sguardi distratti nei momenti più impensati, giusto il tempo di un pensiero fugace, mentre tornano nel loro oblio. Dimenticate.
Montagne nascoste, montagne invisibili, le cui vi d'accesso partono da paesi dimenticati, da valli nascoste e poco frequentate.

mercoledì 24 dicembre 2014

Golovec

Si potrebbe andare tutti quanti a fare un'invernale
Vengo anch'io? No tu no!
Per vedere come stanno le nevi perenni
E gridare "Aiuto aiuto che freddo su stò crestone"
E vedere di nascosto l'effetto che fa! 

domenica 21 dicembre 2014

Sul Forcella per gli auguri

Primule! Ancora primule, come sul Rossa-Taieit! Se fossimo a marzo non sarebbe certo strano... ma siamo quasi alla vigilia di Natale e vederle fa un certo effetto!!!


giovedì 18 dicembre 2014

A casa tra le nuvole

Il mattino buio è ancora più freddo e non aiuta a scegliere. Non piove dice Omar, e allora andiamo, verso casa.
Esco sotto una sottile ed eterea pioggia.
Fine, sottile e fredda mi accompagna all'auto.
Daniele sale silenzioso in auto, le ferite di una notte difficile e breve lo fanno più taciturno del solito.
Incrociamo Omar poco fuori Tolmezzo e proseguiamo verso Timau.
Il cielo è grigio e cattivo, l'aria che scende dall'alto è fredda e segna la pelle. Imbocchiamo il sentiero che sale agli stavoli Roner e la sensazione di andare a casa mi pervade. Pal Grande mi fa questo effetto, ormai è parte della mia vita, come è parte della vita di molti dei miei compagni di montagna.
Il bosco è scuro e il suo alito freddo. I passi si susseguono lenti, non c'è fretta di salire. Saliamo lungo la vecchia mulattiera militare, la "calada".

domenica 14 dicembre 2014

Ritorno sul Rossa-Taieit

Oggi è una di quelle giornate in cui parto con la meta ancora da decidere e la cosa non mi piace! Il meteo è una incognita, poca voglia di andare lontano e di fare levatacce. Con me guide e cartine della zona ovest delle nostre Prealpi che consultiamo quando abbiamo una bella vista dell'arco alpino e della reale situazione meteo montana. Uno splendido Raut tinto di rosa ci fa ben sperare e decidiamo per una cima che già avevo salito dieci mesi fa con Diana: saliremo il Rossa-Taieit, ma questa volta da Forno, piccolo borgo che raggiungiamo percorrendo le tortuose stradine di Pradis di Sopra.


sabato 13 dicembre 2014

Silenzi bianchi

Dopo diversi anni, agli inizi di dicembre non ho sentito quel richiamo echeggiare dentro. Era quasi vitale salire lassù l'otto dicembre. Quest'anno invece ero sordo al richiamo. O forse il richiamo non c'era. La settimana prima sono passato ai suoi piedi ma non ho sentito il bisogno di dare uno sguardo verso su, neanche di sfuggita. Forse perché c'è qualcun'altra che mi tiene d'occhio dall'alto.
Partiamo prima che il sole ci illumini la strada, in quelle ore in cui le strade restituiscono il blu al cielo. I tornanti verso passo Pramollo li percorriamo sotto un cielo lattiginoso.

In Winkel siamo solo noi e il vento che ci rincorre e supera nel bosco. Una traccia ben battuta ci fa ben sperare per il cammino. Superiamo la radura di Baita Winlel e iniziamo a salire il vallone, passando sotto le pareti di Pricot.
La traccia finisce con un inversione e torna sui suoi passi. Ora siamo soli davanti ad una bianca tranquillità.
Iniziamo ad affondare fino a metà polpaccio e la fatica si fa sentire. Il peso dell'attrezzatura sottolinea i passi che sprofondano cercando lo strato portante.
Mi vengono in mente, da un tempo che pare lontanissimo, le parole di Daniele. Anche lui mi starà guardando, compiaciuto delle mie fatiche. Ricordo che in una delle nostre chiacchierate "lavorative" mi disse che la montagna d'inverno è più materna, ti protegge, ti culla, e anche quando non c'è più speranza ti avvolge in un tiepido abbraccio finché non ci sarà che la notte infinita.
Risparmio a Robertone i miei pensieri, e continuo a batter la traccia mentre sento alle mie spalle il suo respiro profondo e  di tanto in tanto un serafico " e ce rasse di fadie.. flaie.."





Arriviamo in fondo al vallone e i miei pensieri scavano ancora nei ricordi, i sorrisi di mia mamma, i rimproveri di Daniele e le avventure invernali con Nadia in questi stessi luoghi.
A pochi metri dal canale della Contin ci fermiamo a riprender fiato. Son oltre tre ore che camminiamo e finalmente siamo arrivati alla parte divertente.



Iniziamo a risalire il canalone, sprofondando nella coltre bianca, non ancora trasformata, le becche si aggrappano alla roccia nascosta sotto la neve e saliamo verso la sella.




Arrivati in sella realizziamo che più di cosi non faremo, troppa neve con poca consistenza. 
Lo spettacolo è fantastico e ripaga della fatica fatta per arrivare fin qui. Un'aria fredda e sottile si insinua nel piacere della contemplazione e ci invita al rientro.




Scendiamo velocemente fino al primo risalto incontrato in salita, attrezziamo una doppia e in breve siamo nuovamente alla base.
Il vallone del Winkel si stende sotto di noi nelle luci tiepide del primo pomeriggio, lontano da tutti mi sento a casa.
Andiamo, il rientro è ancora lungo.

lunedì 8 dicembre 2014

Una notturna coi fiocchi!

Tutto è buio attorno a noi. Le pile illuminano il cartello della "Scorciatoia per lo Zacchi"e noi lasciamo la strada "pasticciosa" e iniziamo a risalire il sentiero innevato: il silenzio è rotto dallo scorrere dei ruscelletti in mezzo agli alberi che di tanto in tanto lasciano cadere goccioline fredde sulle nostre teste!