Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 8 febbraio 2018

Quattro Orsi sulla Schiavi

"Se vado avanti così, ricorderò questa uscita per le orme nella neve!!!"
Penso questo, mentre con affanno e sguardo fisso, mi concentro nel posizionare bene le picche nella neve e inserire gli scarponi dentro le orme che salgono sul pendio verticale davanti al mio naso!
Ma quanta forza hanno???!!!
Si saranno mica drogati???!!!
Guardo in alto, seguendo lo scorrere della corda che mi lega a Luca, fermo ad aspettarmi una decina di metri sopra di me. Stefano e Roberto sono poco più in là, fermi anche loro, sorridenti!



Entusiasmo ed euforia! Ecco cosa mette loro le ali ai piedi, nonostante il peso negli zaini!
Riprendo fiato e mi guardo finalmente in giro: il sole, oltre la nostra zona d'ombra, fa risplendere la neve, illumina e uniforma tutto, tanto che quasi non distinguo il pendio che cala giù verticalmente oltre il ripiano che raggiungiamo poco dopo.


Dietro di me il canalone appena risalito precipita ripido verso la base. Davanti a noi un bel tratto in traverso, dove il respiro ora può riprendere normale e la concentrazione è fissa sul seguire le orme degli altri davanti a me, la picca destra ben piantata sulla parete nevosa a lato. A sinistra... il vuoto! Incredibilmente la cosa non mi turba; sarà l'iperventilazione di prima, ma ci fermiamo pure a fare foto!




Li capisco! Ora che mi lasciano il tempo di fare un respiro decente, li capisco! Siamo sulla Fausto Schiavi, un percorso intrigante già d'estate, con la neve indubbiamente spettacolare! Il bianco ci avvolge, il panorama si amplia sempre più, il sole ci incita a raggiungerlo in vetta, oltre quell'ultimo tratto ripido di canale che ci aspetta.


Stefano e Roberto optano per un uscita più impegnativa a sinistra, noi seguiamo il percorso originale. Ci separiamo, proseguendo verso le nostre mete: Luca sale veloce e io accelero il passo, la sua voglia di uscire contagiosa.




Il canale è sempre più dritto e due enormi funghi di neve "sorvegliano" il passaggio finale, inquietanti e affascinanti al tempo stesso! Gli ultimi metri sono verticali e poco dopo Luca scompare oltre il bordo finale. Il suo urlo di gioia mi strappa un sorriso nonostante l'impegno dell'ultimo tratto.



La corda si tende e inizia a tirarmi su così velocemente che non ho quasi il tempo di piantare picche e ramponi! Proprio nel tratto più entusiasmante del percorso! La parete d'uscita è ghiacciata, picche e ramponi "mordono" che è un piacere tanto che mi sto davvero divertendo! 


E poi finalmente esco al sole anch'io! Oltre il bordo d'uscita un ampissimo pianoro bianco e scintillante attorniato da un mare di cime innevate, le valli avvolte da una leggera foschia! E' davvero meraviglioso! 





Siamo poco distanti dalla vetta della Creta di Pricot, dolci ondulazioni nevose ci dividono dal monte Cavallo di Pontebba. Ci avviamo verso la cima, gli altri ci raggiungono poco dopo. 








Una foto assieme, un boccone veloce e poi giù, verso la Contin, d'estate attrezzata con cavo, ora un unico e verticale pendio bianco! Con due doppie scendiamo fino alla forcella, poi con cautela fino alla base dell'ultimo tratto di canalone. 








Il ritorno per il vallone Winkel sembra eterno: la stanchezza si fa sentire, ma la mente ripercorre la bellissima giornata di oggi e non posso che gioire e ringraziare di cuore i tre Orsi scalmanati che mi hanno permesso di salire e scendere in sicurezza questo fantastico percorso!



Nessun commento: