Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 10 novembre 2008

Quattro orsi a zonzo

Non volendoci ancora arrendere al letargo decidiamo di salire in Peralba per una arrampicata su difficoltà contenute, poichè della compagnia, oltre a Enrico e Renzo, c'è l'amazzonico Giovanni, che dopo tre mesi di colline (...) brasiliane ha il bisogno di sgranchirsi un pò sulla roccia di casa.
E' proprio Giovanni a chiamarmi venerdì sera:
"Ciao! allora domani si và? a che ora ci troviamo? Và bene alle sei?" Non è che proprio vada bene, comunque dopo una breve contrattazione si decide per le sei e un quarto.
Il mattino dopo la sveglia suona poco prima delle sei, e avendo già preparato tutto, alle sei e un quarto sono in piazza. Renzo arrivo pochi attimi dopo e mentre aspettiamo Enrico e Giovanni andiamo a bere un caffè. E proprio mentre ci incamminiamo ecco che suona il cellulare di Renzo: Giovanni è rimasto addormentato! Cambio veloce di programma e ci si ritrova al casello di Amaro.
Anche al casello arriviamo prima io e Renzo e poco dopo il faccione sorridente di Giovanni sbuca dalla sua macchina, veloce trsbordo di materiale e via verso Cima Sappada.
Lungo la strada del Canale di Gorto la guida di Giovanni tradisce le influenze sudamericane dell'ultimo periodo, se Felipe Massa avesse guidato così ora sarebbe campione del mondo!
I tornanti della strada delle sorgenti del Piave svanicono sotto le ruote e con lo stomaco leggermente sconquassato atteriamo al parcheggio alle falde del Peralba.

Il paesaggio è in veste invernale: le pareti della torri satelliti sono piuttosto bagnate, e in quota c'è neve. Dopo un breve conciliabolo mettiamo da parte i propositi arrampicatori e optiamo per una camminata fino a Passo Sesis.Passiamo sotto le rocce delle Torre dei Fiori e sia il canale delle via comune, che le placche della Via della Falce sono bagnati. Per oggi ci accontenteremo di una passeggiata condita da racconti esotici e progetti per la stagione invernale. La conca del Calvi è meravigliosamente silenziosa sotto il manto di neve che la ricopre. Saliamo velocemente verso il Passo Sesis, tra le nebbie che si rincorrono salendo dal fondovalle. Una breve merenda e il vento gelido che sale dalla Valle di Fleons ci invita a tornare sui nostri passi sotto qualche fiocco di nevischio.
Alla macchina il nevischio lascia il passo a qualche goccia di pioggia. L'inverno si avvicina.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e con quel tempo li volevate andare a arrampicare???
io mi giravo dall'altra parte

Anonimo ha detto...

cero che ke l'alpinauta sembra ben matto. ma anche in buona compagnia di matti. con quel tempo anche andare a rimpinare! ma mogli e fidanzate non dicono niente???
ah ah ha