Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 30 ottobre 2019

Attorno al Ciavac...dalle nebbie al sole

Le nebbie che ci accolgono all'uscita della galleria del monte Fara, mi colgono impreparata!
Mannaggia, come ho fatto a dimenticarmi che questa zona subisce l'influenza umida del vicino lago di Barcis! Ovunque sole splendente, qui nebbione!
Luca mi guarda torvo, mentre dentro di me penso che comunque l'ambiente, anche se tra le nebbie, sarà molto suggestivo. D'altra parte ci sono già stata un anno fa con Diana e so che l'anello del monte Ciavac merita: oggi, con poche ore a disposizione, mi sembrava la meta giusta per farlo vedere anche a Luca.



giovedì 24 ottobre 2019

Ciurciule d'autunno

"Cadete foglie, cadete fiori e svanite,
notte distenditi, accorciati giorno,
ogni foglia mi parla di pace soave,
staccandosi con un sussurro dall'albero autunnale."
Emily Bronte



sabato 19 ottobre 2019

Autunno sul Lagazuoi

Una giornata perfetta resta nei ricordi, ogni volta che ci tornerà in mente rivivremo le sue emozioni. 
Il freddo pungente, che nasce dal mattino, cresce diventando calore sulla pelle e sulla roccia.
La rugiada evapora sotto i raggi del sole e porta alle narici i profumi di un autunno felice, da vivere. Fino in fondo. 

venerdì 11 ottobre 2019

Ledis, Plait e Quota 879

La labile traccia sparisce di nuovo perdendosi tra foglie, erba e bassi arbusti!
Fin dall'inizio la salita è stata una continua caccia al tesoro, in un labirinto di false tracce e grovigli di nuovi alberelli. 


martedì 8 ottobre 2019

Sentiero Olivato

Una chimera! Questa potrebbe essere la parola che descrive questo percorso, che, come una lusinga, di tanto in tanto si riproponeva lungo la mia vita alpinistica. Ne sentii parlare la prima volta da Mariano, avrò avuto sedici anni, che me lo indicava dalla cima della Cridola: appariva a tratti, come un miraggio, emergendo dalle nebbie che salivano dalla Val Cridola. Mi raccontava di cenge a precipizio sul vuoto, di passaggi "da camoscio", e di ghiaie infide che con spensieratezza si lasciavano cadere verso il fondovalle, rendendo il passaggio difficile ed effimero.
Ricordo che la vista si chiuse con uno sbuffo grigio che risucchiò la cima, e noi scendemmo lungo cineree traccie. Giunti a forcella Scodovacca il castello incantato della Cridola era avvolto da nebbie fumanti.
Quest'aura oscura si mantenne negli anni. Parlandone c'era sempre questo sentore di precarietà, di una instabilità fisica che poi ne portò anche all'inagibilità ed alla chiusura. E all'oblio.