Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 24 agosto 2009

Di nuovo in cima!

Domenica mattina la sveglia suona alle sette e anche se con fatica, mi alzo volentieri: oggi si torna in vetta! La Cima del Cacciatore mi aspetta!
Lasciati i pargoli alle amorevoli cure di un assonnato Alpinauta reduce dalla Big Jam di ieri sera nell'Impero, indirizzo la Punto alla volta di Gemona dove ad aspettarmi ci sono Giovanna, Marco, Chiara, Gianni e la cagnolina Milly. Ilaria e Silvia ci raggiungeranno più tardi.
La giornata, dopo i temporali di ieri, si presenta limpida e l'arco alpino ci aspetta mostrandosi nella sua veste migliore. A Gemona siamo tutti puntuali e dopo i baci e gli abbracci salgo in auto con Marco e Giovanna. Poco dopo Dogna, un botto improvviso interrompe di colpo le nostre chiacchiere e il lampeggiare di fari proveniente dall'auto di Gianni dietro a noi ci induce a fermarci a bordo strada: il pneumatico posteriore destro della Golf di Marco è andato a farsi benedire! Meno male che andiamo sul Lussari!!
Tirato fuori crick e ruota di scorta, Marco procede alla sostituzione mentre le girls guardano attente come si cambia una gomma... non si sa mai, meglio imparare!
Ilaria ci raggiunge a metà dell'opera e riparato il danno, ripartiamo tutti alla volta di Camporosso.
Mentre Ilaria opta per una sana scarpinata su per il Sentiero del Pellegrino noi ce la prendiamo comoda e con la nuova cabinovia raggiungiamo senza fatiche il bellissimo Lussari.
L'aria è frizzantina e la vista è gia da qui spettacolare!!! Nuvoloni dispettosi aleggiano attorno alla Cima del Cacciatore ma siamo ottimisti e speriamo nella loro veloce dipartita!
Zigzagando tra pellegrini e villeggianti, oltrepassiamo la vietta piena di negozietti di souvenirs e ci avviamo sul sentiero 617.
La sterrata scende fino a raggiungere la malga di Lussari ma noi deviamo prima e con il sentiero 613 puntiamo verso la nostra meta.
Il sentiero sale in un boschetto di pini e anche se con un leggero affanno sono contenta di notare che i miei muscoletti funzionano ancora bene, nonostante i mesi di ridotta attività motoria. Oggi il dislivello non sarà molto, solo 400mt, ma chi ben ricomincia...

Presto i pini lasciano lo spazio a verdi pendii fioriti contornati dalle balze rocciose della Croce del Poverello e della Cima del Cacciatore.
Arrivati ad una selletta proseguiamo lungo il pendio ghiaioso della nostra meta mentre dietro di noi la vista si apre sempre più anche verso la vicina Austria. In breve siamo alla base del tratto più impegnativo della salita: un canalino roccioso che sale a balze fino a sbucare sulla cresta.
Aiutati dal cavetto ed evitando i sassolini che un'entusiasta Milly ci scaglia dall'alto, sorpassiamo una coppia di arzilli vecchietti (sperando di essere come loro alla stessa età) raggiungendo infine l'uscita del canalino.
Ancora qualche roccetta e possiamo dare un rintocco alla piccola campana vicino all'elaborata croce di vetta. Sono entusiasta! Sono in cima, con ottimi amici e un panorama stupendo tutt' attorno! Un pensiero va alla mia dolce metà occupata con i pargoli: spero di ritornare presto in vetta assieme a lui.
Firmato il libro di vetta e scattato una foto tutti assieme pranziamo tra sole e nuvole che vanno e vengono, giocando a nascondino con le cime che ci circondano.
Sotto di noi il Monte Lussari, il verde Osternig, l' Acomizza (dove eravamo lunedì scorso) e dietro ad essi le ampie vallate Austriache con i loro paesini. Dall'altro lato lo sguardo precipita nella Val Saisera per risalire alle rocciose cime del Montasio, Jof Fuart e Nabois. Una meraviglia!


Uno scambio di messaggi e Ilaria e Silvia mi avvertono che ci aspettano per bere qualcosa assieme sul Lussari. Scendiamo velocemente e suggelliamo la bella giornata tutti assieme con una deliziosa torta ai frutti di bosco!

L'ora del ritorno è arrivata, e chi prima, chi dopo, scendiamo a valle. Alla stazione della cabinovia volgo un ultimo sguardo al Lussari e alla Cima del Cacciatore: tutto è limpido ora e il Mangart ci saluta da dietro le case.
E' stata una bella giornata, bella la compagnia, bella la meta. Rilassata come solo un uscita in montagna mi fa sentire, rientro felice a casa dai miei ometti.

sabato 22 agosto 2009

Canalone Findenegg al Montasio

Giovedì, in principio era il Duranno, ma poi impegni lavorativi hanno trattenuto Mauro nella Contea di Sedegliano, e così decido di far compagnia a Marco e Giovanni nella loro salita al Montasio.
Scendere dall'auto nel fresco dei Piani aiuta a rimettermi in sesto dopo il viaggio sul sedile posteriore. velocemente ci prepariamo e iniziamo la salita poco prima delle sette.

Seppur fresca, l'aria è molto umida, e la vista sulla Raccolana è velata dalle foschie. Tra una battuta e l'altra arriviamo alla Disteis, ai piedi delle belle quinte rocciose del Montasio. Davanti a noi pochi escursionisti in questa giornata infrassettimanale.

Seguiamo il sentiero che sale le prime balze sotto la Torre Disteis, e superatale c'incamminiamo lungo la Grande Cengia che porta all'attacco del Findenegg e al bivacco Suringar: davanti a noi mamma e papà stambecco insegnano i rudimenti dell'andar per monti a un cuccioletto. Una meraviglia.

Arriviamo all'attacco e, indossato il caschetto, iniziamo la salita del canalone. Tra detriti e roccia solida la salita è divertente e mai faticosa, e l'esposizione e minima.

I primi raggi di sole che ci raggiungono ci anticipano la fine della salita. Ben presto usciamo sulla cresta che guarda sulla val Dogna, e che in breve ci accompagna sulla cima.

Dopo una pausa per ammirare il panorama che questa giornata ci sta regalando, continuiamo a risalire la cresta verso la sommità, superato un breve tratto esposto la cresta si allarga e agevolmente arriviamo in cima

Il cielo sopra di noi è tersissimo e una miriade di cime sbucano dalle nubi tutt'intorno a noi.

Poi d'improvvisono le nebbie assalgono la cima, risalendo velocemente da sud, oscurando il cielo. é giunto il momento di scendere!

Arriviamo nei pressi della scala Pipan mentre il sole gioca a nascondino con noialtri, per fortuna nostra decide di nascondersi per un bel pò, risparmiandoci il suo caloroso abbraccio.
Poco sotto la scala, ancora un corso di arrampicata: una femmina di stambecco accompagna su e giù per le rocce un battuffoloso piccolo stambecco. Chissa cosa pensano di noi!
Raggiungiamo le propaggini più elevate dei prati e, oltrpassato il sentiero di salita, scendiamo in vista dei Curtissons, verso le malghe, nel caldo e umido primo pomeriggio. L'aria fresca del mattino è solo un lontano ricordo.

mercoledì 19 agosto 2009

Passeggini e trattori!

Lasciati passare i gironi infernali di ferragosto, lunedì mattina partiamo alla volta di Ugovizza e della Achomitzer Alm. In una delle mie ultime perlustrazioni, avevo notato due strade asfaltate chiuse al traffico veicolare che portavano rispettivamente una in Val Filza e l'altra alla località Rotonda, presso il monte Acomizza.

Lasciata la prima per un'altra occasione, puntiamo il collaudato passeggino su per la strada asfaltata che, con una pendenza lieve ma costante mette in moto i miei polpacci assopiti. Cento metri di dislivello e un chilometro dopo, affannata e con la fronte madida di sudore, arriviamo in una bellissima e soleggiata radura verde che ospita un paio di baite.

Un trattore è fermo sulla strada e il proprietario, un omone calvo in canottiera, ci osserva mentre ci avviciniamo con un protestante Gabriele in braccio. "Siete diretti alla Rotonda?" Alla nostra risposta affermativa ci indica il carro e ci dice "Saltate su che vi ci porto io, che sono sei chilometri a piedi e arrivate stanchi!" Luca rifiuta gentilmente, ma a me non sembra poi una così cattiva idea... perchè non approfittare? Anche se questa gita è stata una mia idea, il solo pensiero di dover spingere il passeggino per altri 700 metri di dislivello mi fa apparire l'omone come un angelo venuto dal cielo in mio aiuto... magari mandato proprio dalla Memè! Detto fatto e, con Nicholas che non se lo fa ripetere due volte, carichiamo il passeggino e ci sediamo tutti e tre dentro il carro.
Trastullato per bene dai sobbalzi del trattore in movimento, Gabriele osserva meravigliato il mondo pazzo, multicolore e divertente dei suoi genitori!Una sosta presso una fontana data 1939 per riempire una tanica di acqua e via che si riparte e dopo neanche mezz'ora siamo alla "rotonda" dove gli amici dell'omone sono al lavoro nella costruzione di una piccola cappella dedicata a San Uberto, patrono dei cacciatori.

Una foto col nostro tassista ci vuole e dopo aver scaricato il passeggino, ci mettiamo in marcia lungo la sterrata che, su una panoramica dorsale, ci porta ai piedi del monte Acomizza e alla Achomitzer Alm,la nostra meta.

La vista è stupenda sia verso le Giulie con Mangart, Jof Fuart, Montasio, Jof di Miezegnot, Piper e Due Pizzi, sia verso l'Austria e l'Unter Gailtal!



Visto che siamo largamente in anticipo con i tempi, decidiamo di proseguire verso Sella Pleccia dove Gabriele richiede un Lat-stop!
Sfamato il pargolo, proseguiamo ancora e dopo una discesa e una contro risalita arriviamo alla Oisternig Alm dove ci fermiamo a pranzare.


Due bei taglieri della casa con formaggi, speck, pancetta e cetriolone per me e Luca e gli adorati wurstel per Nicholas ci ricompensano della breve (ma intensa, provate voi a spingere un passeggino in salita su una sterrara) fatica odierna.
Tocco finale e sorprendente una grandissima palacinka con cioccolato e marmellata!!!



Sono le 14 che ci rimettiamo in marcia: ci aspettano più di sei chilometri d'asfalto, molto utili per digerire il lauto pranzo!