Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 31 marzo 2008

Primavera in Val Cimoliana

Il sapere popolare dice che marzo è pazzerello... a volte i proverbi vanno oltre le aspettative comuni e ti rifilano una giornata che per certi versi ha dell'incredibile.



Inizia già di prima mattina la strana giornata che ci porta sul Monte Ferrara, con il Signor Loi che arriva in anticipo, cogliendomi con la tazzona del caffelatte in mano, e nella fretta di non farlo aspettare mi fa dimenticare di infilare nello zaino la bottiglia dell'acqua (il caso ha voluto che invece del suo solito litro si portasse in spalla un ben trovato litro e mezzo.. eeh qualcuno lassù ci guarda..). Mentre il Loi dirige la Freccia Nera alla volta della Val Cimoliana il cielo sopra di noi è di un azzurro appena velato. Arrivati a Barcis ci accoglie una fitta nebbia, che risalendo la Val Cellina si dirada lasciando il posto a una leggera coltre di nuvole che si inspessisce man mano che risaliamo la Cimoliana alla volta del Pian Meluzzo.



Preparati gli zaini ci incamminiamo lungo il sentiero che risale la Val Sciol de Mont, rasentando le pendici delle Torri Postegae, fino a quando non si para di fronte a noi la mole imperiosa del Ferrara, sotto una coltre grigia a tratti bucata da un raggio di sole che si fa presto dimenticare. Cediamo il passo ad un gruppo di scialpinisti, più veloci di noi e delle nostre cjaspe, ma tuttavia anche loro affaticati dalla neve pesante che forma fastidiosi e faticosi zoccoli sotto gli attrezzi. Seguiamo comunque faticosamente la loro traccia fino alla Forcella della Lama in un silenzio quasi tombale, e attraverso il Pian della Casera Vescia, fino alla Forcella Savalons, dove li raggiungiamo.



Mangiamo qualcosina sferzati da un forte vento, prima di salire di nuovo attraverso le ultime propaggini di bosco, fino a guadagnare la cresta che porta in cima, sotto un cielo sempre più scuro. Davanti a noi si para la Cima dei Preti in tutta la sua bellezza selvaggia, prima di sparire avvolta dalle nubi che si avvicinano veloci. In breve inizia a cadere un debole nevischio che si fa sempre più intenso. Poco sotto la cresta la neve si fa dura e abbandoniamo le cjaspe per indossare i ramponi. Mentre percorriamo la cresta il vento va e viene e arriviamo sull'anticima del Ferrara in una'atmosfera lattiginosa dai contorni sfumati. Il nevischio si trasforma in un attimo in una vera e propria bufera, i contorni della cresta a meno di due metri da noi non si intuiscono più. Ma la fame è più forte del meteo e ci concediamo dieci minuti per mangiare: pane, speck e neve!



La cima principale non si vede più e iniziamo a scendere. La traccia di salita si và ricoprendo velocemente e gli occhiali si incrostano di ghiaccio. recuperiamo le cjaspe e scendiamo velocemente verso la Forcella Savalons praticamente a naso!



Arrivati alla forcella la neve scende copiosa accompagnata dal sole in un'atmosfera surreale e in due minuti ci ritroviamo sotto un cielo azzurro turchino e con i caldi raggi solari a scaldarci il viso.


All'improvviso sembra esplosa la primavera: una miriade di uccelli inizia a cinguettare da ogni parte, mentre dall'altro lato della valle gli fanno da contraltare i tonfi sordi delle slavine.



Riscendiamo con calma la Sciol de Mont, mentre davanti a noi si para maestoso il Campanile di Val Montanaia, orlato da una coltre bianca sul ballatoio.



La neve si fa sempre più pesante man mano che scendiamo, il sole scalda sempre di più il viso.



E' arrivata la primavera.



Stanchi ma non troppo per i 1100 metri di dislivello arriviamo al Pian Meluzzo, puntando la Freccia Nera in direzione di una birretta.

M.te Nebria, 1207mt...montagna "minore"


Tante volte cercando un itinerario e aprendo la cartina Tabacco, il nostro sguardo viene attratto sempre dalle grandi lettere che denominano le montagne più grandi e importanti della nostra regione. Ma che dire delle centinaia di montagne "minori",meno imponenti, meno importanti e perciò scritte a lettere più piccole? Quanti di noi vi prestano attenzione o le prendono in considerazione? Gia una volta sono rimasta piacevolmente sorpresa da una di queste cimette a primo sguardo insignificanti: con un piccolo Nicholas son salita in seggiovia (precoce indizio della sua poca volontà a faticar in mont) da Forni di Sopra a m.ga Varmost e da qui alla piccola cima del m.te Simone. Sulla cartina passava inosservato a confronto delle vicine cime Tiarfin e Tudaio di Razzo, ma dalla sua cima ricolma di stelle alpine abbiamo goduto di un meraviglioso panorama a 360°!
Ieri, complice il cambio dell'ora e i 1100mt di dislivello che Luca si era gia fatto nell'uscita di sabato, la nostra attenzione si è diretta su una delle tante cime "minori", il m.te Nebria con i suoi soli 500mt di dislivello, che avevo messo nella lista di montagne facili da fare con bimbi al seguito. Così ieri mattina partiamo, direzione Valbruna: all'appello ci siamo io, Luca e il fido Indy, Enrica e Denis...il ritardatario!
Arriviamo in una tranquilla Valbruna, calziamo gli scarponi e lasciamo tranquillamente le cjaspe in auto.....non c'è quasi neve!
Il caldo sole primaverile ci accompagna mentre percorrendo una bella strada militare saliamo verso la forcella Nebria tra le due cime: decidiamo di salire prima la facile cima orientale che, nonostante sia coperta leggermente da alberi verso nord, gia ci regala una prima panoramica su Ugovizza, Valbruna e i monti li vicino. Firmato il libro di vetta e fatta la foto con la croce ci rimettiamo subito in marcia alla conquista della cima occidentale, spoglia, più alta di qualche decina di metri e dal percorso leggermente più rovinato. Raggiunta anche questa seconda cima con altrettanti croce e libro di vetta, lo sguardo può ora spaziare tutt'attorno: ed ecco lo Jof Fuart, Jof di Miezegnot, Piper, Due Pizzi, Cocco, Osternig, Acomizza, Goriane, Lussari ecc, che ci fanno da contorno mentre coccolati dal caldo sole pranziamo, scattiamo foto, ci rilassiamo godendoci il panorama.
E' presto ma decidiamo di ripartire completando il giro ad anello e, ripassando sotto la cima orientale, riscendiamo verso Valbruna per un sentierino innevato e molto scivoloso...Luca ne sa qualcosa eheheh!
Alla base del Nebria, l'ingresso murato ma forato di un fortino incastonato nella montagna ci attira ad esplorarlo con le pile frontali, in un lungo susseguirsi di corridoi bui, stanze e scale che si addentrano nelle viscere della montagna. Ci fermano solo due bei pozzi verticali a cui una volta vi si accedeva con delle scale che son state tolte, ma da li il corridoio continua....che figata! Usciamo da questi meandri entusiasti come bambini e non contenti ancora, dato che è ancora presto, decidiamo di visitare l'orrido dello Slizza a Tarvisio: un altro bell'angolino di Friuli che non conoscevo e che, mannaggia, non è molto segnalato! ci abbiam messo un bel po' a trovarlo! comunque dal monumento al Gendarme Austriaco, scendiamo per 93mt fino al fiume Slizza e lo percorriamo per una lunghezza di 1300mt su passerelle abbarbicate alla parete rocciosa, passando infine sotto lo spettrale ponte della vecchia ferrovia. Un posto bello e selvaggio con le acque cristalline dello Slizza e i raggi del sole che filtrano dall'alto. Come tocco finale non è male per una bella giornata di relax montano! Possiamo rincasare contenti, consapevoli che anche con poco dislivello, queste nostre montagne "minori" sanno regalarci delle belle soddisfazioni!
Nadia

lunedì 24 marzo 2008

Solidarietà al Tibet



Solidarizziamo con il Tibet.

Al link sottoriportato possiamo chiedere simbolicamente la cittadinanza tibetana:



www.tibetan-passport.fr.st/



Un semplice gesto che non ci costa nulla per far sapere da che parte stiamo.

lunedì 17 marzo 2008

Quando il meteo dice no!




Ci sono giornate in cui non ti senti dentro la forza e la voglia di far niente, e ci son giornate che vorresti salire l'impossibile, specie dopo due domeniche passate a casa, seppur in compagnia. E' allora che tutta la settimana ti senti quel formicolio che ti pervade tutto il corpo nell'attesa del fine settimana per andare a scorrazzare per le montagne; finalmente arriva venerdì e il Colonnello Giuliacci col suo biro-biro ti dice: "cielo nuvoloso sulle regioni di nord-est, rovesci da moderati ad abbondanti nel fine settimana".

E tu lì col boccone a mezzaria che gentilmente lo mandi a quel paese... vabbè andiam via lo stesso, troveremo una casera dove andare.

Ed è così che sabato mattina si punta verso la Val Cellina, con meta la Casera Ferron. Indy appena vede il trasportino inizia a fare il diavolo a quattro: MONTAGNA!!
Nicholas è un pò meno entusiasta... ma gli tocca adattarsi.. e poi è una passeggiatina!

Percorrendo la strada di dandolo vediamo di fronte a noi l'imbocco della Val Cellina sovrastata da nubi scure e nebbie che scendono verso la pianura, bene, dobbiam andare proprio li?

Percorriamo la Val Cellina sotto un manto grigio, ma per che la pioggia ce la risparmi oggi, arriviamo a Cellino e parcheggiamo sotto un quasi spiraglio di speranza di sole. Ci Prepariamo velocemente e via, Indy con le sue scarpette vibram (deve pur abituarsi, oggi la gita è breve) parte di gran carriera su per la strada che risale la val Ferron. La neve è piuttosto alta, all'incirca sui 1500 metri, in compenso c'è una gran umidità.
Quando la strada cede il passo al sentiero compaiono le prime chiazze di neve e ghiaccio, ma è poca cosa ormai. Salendo verso Forcella Ferron la neve si fa più consistente, ma è ben assestata e non si affonda, Indy si dà alla pazza gioia correndo e derapando sul fondo candido del bosco.

Poco dopo la forcella la Casera Ferron ci accoglie nel suo pascolo: davvero un bel posto, l'interno è un pò "rustico" e pervaso da un forte odore di fumo, ma per fortuna un timido sole ci induce a star fuori sulle panchine.

Nonostante uno sprazzo di sereno, il Col Nudo si fa desiderare alla vista, semiavvolto dalle nuvole, non si concede nella sua maestosità: sovrasta di circa 1400 metri la casera!

Nel tepore di questi pochi raggi di sole il tempo passa veloce, e passata l'una decidiamo di ridiscendere, anche perchè verso Claut il cielo si fà sempre piu scuro.
Scendiamo velocemente il sentiero (appoggiando anche il sedere.. ghiaccio!!) e in un'oretta siamo al punto di partenza, sotto un cielo sempre più grigio.
Ma almeno ci siam risparmiati la pioggia!

Montagna e sicurezza

Provo un discreto fastidio quando mi capita di leggere su alcuni forum ciò che scrive chi dibatte della sicurezza dell’andar per monti, facendo perno sul fatto che ormai il cellulare è indispensabile per garantire un rapido intervento dei soccorsi, sul fatto che si dovrebbe prender atto che ci sono a disposizione software escursionistici per gps molto utili per non perdersi e via dicendo.
Ma per andar sicuri in montagna c’è bisogno di telefono e navigatore o forse serve altro?
Ad un certo punto è lecito che sorga un dubbio: ma questa gente sa di cosa stiamo parlando? Questa gente sa, o perlomeno è in possesso di una vaga idea di cosa voglia dire andar per monti?
Restando nel campo della modernità mi affido a Wikipedia (non è la Treccani, ma è alla portata di tutti, e rappresenta abbastanza bene il sapere del “popolo”) per vedere di cosa parliamo.
Alla voce “alpinismo” si legge:
“ L’alpinismo è una disciplina sportiva che si basa sul superamento delle difficoltà incontrate durante la salita di una montagna. L’ascesa alpinistica può avvenire su roccia o neve e ghiaccio. Nell’alpinismo lo scopo è il raggiungimento della vetta di una montagna. Le difficoltà dell’alpinismo sono prevalentemente legate all’ambiente (es. altitudine, presenza di ghiaccio, esposizione alle variazione metereologiche, lontananza dai luoghi abitati). Ne consegue che la pratica dell’alpinismo, oltre ad una adeguata preparazione fisica, richiede una particolare conoscenza dell’ambiente di montagna”.
Alla voce “escursionismo” si trova:
“L’escursionismo è una forma di attività motoria basata sul camminare nel territorio, sia lungo percorsi (strade, sentieri, ecc) anche variamente attrezzati, che liberamente, al di fuori di percorsi fissi. L’escursionismo è inoltre preliminare ad attività quali l’arrampicata e l’alpinismo. Per evitare problemi anche gravi, quali ad esempio lo smarrimento (…) è necessario pianificare in anticipo diversi elementi:
Ÿ Il percorso, il profilo altimetrico,il dislivello complessivo, la natura del suolo, i punti di orientamento
Ÿ La durata prevista, le tappe i rifugi
Ÿ Le condizioni meteo previste
Ÿ L’abbigliamento e i particolare le calzature
Ÿ L’equipaggiamento
Ÿ Le scorte d’acqua e i viveri
La tecnologia moderna offre diversi mezzi di orientamento e soccorso, tra cui telefono cellulare e GPS. Il telefono deve essere però considerato solo un di più, non ci si deve fare un assoluto affidamento poiché la copertura può non essere completa”

Questo è ciò che dice la famosa enciclopedia del web, creata dai navigatori. Ci sono molte inesattezze, ma anche molte verità fondamentali.
Innanzitutto pare assodato che ci si muove comunque in ambiente “difficile” e che la conoscenza dell’ambiente è di basilare importanza, come lo è la preparazione tecnica e fisica e l’equipaggiamento. Fatti salvi questi punti e aggiungendovi la consapevolezza di quella parte di imponderabile che va al di là di ogni umano sentore, possiamo dire di aver fatto tutto il possibile per affrontare in sicurezza tanto un’arrampicata quanto un’escursione su di una pista forestale.
A questo punto fa la comparsa il cellulare: dopo aver pensato per bene a quello che dobbiamo affrontare e dopo esserci preparati a farlo possiamo mettere il cellulare nello zaino (magari con la suoneria bassa, si sa mai che qualcuno rompa sul più bello..), pronto all’uso nel malaugurato caso che l’imprevisto ci colga.
Peccato che molti partano dal mettere il cellulare nello zaino nel preparare l’escursione.
A volte va bene.. A volte no!

lunedì 10 marzo 2008

Complimenti!

I complimenti del titolo li voglio fare ad un amico, Guido Candolini, che in questi giorni ha completato il percorso professionale (e passionale, perchè senza una vera e sana passione per la montagna un sentiero di questo tipo non lo si intraprende) che da qualche anno stava facendo, superando l'esame di Guida Alpina.

Ora, come il fratello Massimo fa perte dell' organizzazione internazionale delle Guide Alpine, l'UIAGM.