28 dicembre. Iniziamo bene: 8.30 e del Signor Loi non c’è traccia per la strade di Goricizza. Con calma finisco di preparare il materiale e per sicurezza ricontrollo tutto: fornello, qualcosa da mangiare, chiodi, viti da ghiaccio, ferramenta varia, cordini, ramponi, piccozza.. C’è tutto. Anche il Signor Loi, che nel frattempo è giunto a bordo della Freccia Nera.
Bene! Andiamo.
Destinazione piani del Montasio. Obbiettivo della giornata, il bivacco Suringar, sulla Grande Cengia dello Jôf di Montasio. Base per la salita dell’indomani del Canalone Findenegg. Appena imboccata la strada per i piani, un bel lastrone di ghiaccio ci costringe a metter le catene: dopo un attimo la Freccia Nera è pronta ad artigliare la strada!
Le invernali han sempre esercitato su di me una forte attrazione, ma lo zaino in queste uscite mi attrae spesso verso il basso: tra sacco letto, vestiario, cibo e attrezzatura avremo un 15 kg in spalla, e li sento tutti (grazie agli amici del NoLimits di Tolmezzo, almeno il fornello è leggero!).
Comunque sia ci si incammina verso la forca Disteis parlando del più e del meno e il ritmo risente del carico; ad un tratto sotto la parete sud co
“Andrea che dici? Torniamo indietro? In un’oretta dovremmo essere fuori dai casini, andando avanti non so se arriviamo al bivacco prima del buio.” Neanche ad Andrea piace la situazione e allora dietro front veloce, cercando di far le cose bene e con la giusta fretta per non dover andar avanti alla luce della frontale.
L’ultimo sole della giornata ci saluta mentre stiamo arrivando al bivio per la via normale. Mi fermo a fare qualche foto e il Signor Loi mi apostrofa con “ Guarda questo! Io ne ho piene le balle ad andare avanti e Lui si mette a far foto”. Rido di gusto e anche lui, almeno mi pare.
Arriviamo sul ghiaione innevato e togliamo i ramponi. Bevo un goccio di te e guardo verso l’alto, verso la cima con un po’ di rimpianto. Ma forse è meglio così. Almeno per oggi.
Un altro gruppo di stambecchi ci guarda dall’alto, si preparano per la notte e magari si chiedono che ci fan lì a quell’ora quei due tizi.
Scendiamo velocemente lungo le lingue di neve dei Piani verso il di Brazzà, Andrea vorrebbe fermarsi a dormire li. Arriviamo al rifugio che le ultime luci del giorno han lasciato da un pezzo il posto ai led delle frontali. Beviamo a ancora un goccio di te caldo e decidiamo di proseguire verso la macchina e verso casa.
Guardo il Montasio sotto il cielo stellato, e rimando l’appuntamento di qualche tempo.