Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 26 dicembre 2007

... sul Monte Raut




La mattina dell'antivigilia ci dà il buon giorno con un bel cielo nuvoloso. Una coltre di nubi fa da coperta alla pianura friulana e la livrea plumbea della giornata invita a rimanere a casa, ma siam decisi e allora si parte.. con un pò di ritardo visto che "chei di San Zorz" son rimasti attaccati alle coperte e sono in ritardo. La meta è comunque vicina e allora gli si può perdonare il ritardo. Partiamo alla volta di Pala Barzana, sopra Andreis, da dove saliremo al Monte Raut, caratteristico dente affilato dalla pianura friulana, caratteristico e ripido canalone sotto gli scarponi. Già i primi metri di dislivello dan l'idea di come sarà la gita: "a tire sù!".
Le gambe girano a buon ritmo, e ben presto lascio morosa e amici indietro (l'avessi mai fatto!! Lei dimentica acqua e thermos e io parto davanti, lasciandola ai morsi della sete!!! L'avete sentita ringhiare anche voi??).
Alla base del canalone che porta a Forcella della Capra c'è una fontana con un "accigliato" guardiano che guarda con severo cipiglio (anche se, sotto sotto, ha l'aria di prenderti in giro, come chi l'ha messo in quel posto) chi si avventura sulle ripide balze della montagna.
Con il salire di quota lo sguardo guadagna spazi sulla pianura coperta dalle nuvole, che si van sfilacciando sui primi rilievi lasciando spazio ad un bel cielo blu che incornicia le montagne da est a ovest.
Già pregusto il panorama dalla cima: la vista spazia dal Monte Nero, al Triglav, Canin, Jof di Montasio e una volta arrivato in forcella ecco Creta Grauzaria, Sernio, Creta d'Aip, Cogliàns, Chianevate, fin a Cima dei Preti, Duranno, Pelmo, Marmolada... uno spettaccolo!!
Dalla Forcella verso ovest mi aspetta la cima. un saliscendi sulla cresta a precipizio porta in breve in cima, dove il panorama prende corpo in un 360° magnifico. Le nuvole sulla pianura sembrano una distesa di batuffoli di cotone illuminata dal sole. A tratti sul confine tra cielo e terra si vede una striscia dorata di mare che sembra dire "hei! ci sono pure io".
In cima non fa freddo, e non c'è un alito di vento, così me ne stò a godermela in tutta calma, aspettando l'arrivo degli altri. Dopo un'oretta li vede sbucare dalla forcella e fermarsi poco oltre, lungo la cresta.
Quando capisco che non hanno intenzione di proseguire, dò l'ultimo sguardo al panorama e inizio la discesa.
Lungo la cresta mi fermo nell'intaglio dove esce la Via dei Cacciatori di Andreis, percorso di 2 grado su prati verdi e sfaciumi vari, solo per veri spannati. Andate a vedere l'ultimo tratto dall'alto per rendervene conto!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

eeeh! lis feminis tegninus di cont!!! che no volin sta di besolis