Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 9 maggio 2010

Bivacco Varnerin

Sabato mattina piove! Che novità!
Dopo uno scambio di messaggi con Ilaria la decisione è presa: si va lo stesso!
La nostra meta, visto il meteo, è il bivacco Varnerin e prendendocela comoda alle 10:30 partiamo alla volta di Tramonti di Sotto, sbagliando un paio di volte la strada con l'incessante babare di noi donne! A Tramonti poi trovare la strada giusta per le case Comesta ci impegna ancora un po' ma alla fine, dopo averlo girovagato in lungo e in largo imbocchiamo la giusta direzione e poco dopo parcheggiamo in uno spiazzo in prossimità del divieto di transito.



La pioggerellina cade incessante mentre indossiamo scarponi, copripantaloni e coprizaini. Costeggiando il torrente Tarceno seguiamo la sterrata che abbandoniamo poco dopo per seguire le indicazioni per il borgo Tamar e iniziamo a risalire il sentiero prima su un pendio erboso poi dentro in una faggeta.




Il posto è magico: tutta la pioggia caduta in questa ultima settimana ha risvegliato la natura colorando il bosco di un brillante verde smeraldo mentre il sentiero ha trattenuto le foglie precedentemente cadute trasformandosi in un rosso tappeto. L'acqua che scorre giu dai tronchi ricoperti di muschio crea piccole chiazze di schiuma e Ilaria me ne chiede il motivo. "Bave da lis aganis!" le rispondo sorridendo, spiegandole delle fatine dispettose del bosco. Ilaria si guarda in giro con aria sospetta, non si sa mai che ce ne sia una nascosta dietro un tronco in attesa di farci qualche scherzetto! Arriviamo ad un'altro bivio e prendiamo il sentiero di sinistra che costeggiato da un bel muretto sale verso una casa diroccata.






Una grande macchia azzurra copre il verde del sottobosco strappandoci  esclamazioni di meraviglia: è pieno di "non ti scordar di me"! Il sentiero continua circondato da questi bellissimi fiorellini inoltrandosi verso alcuni meli in fiore e un altro gruppo di case, alcune diroccate, altre sapientemente ristrutturate. 




Camminando in un mare di fiorellini aggiriamo gli edifici e ci accorgiamo del fumo che esce da uno dei camini: non siamo sole in questa giornata uggiosa! Un uomo sbuca da dietro un muro:"Toh, che sorpresa! Stavo giusto per fare il caffè! Venite al calduccio che ve ne offro uno!" Uno sguardo ad Ilaria e i nostri pensieri si eguagliano: sarà mica un maniaco? Lo ammetto, sono un po' paranoica in queste situazioni, saranno tutte quelle serie televisive che vedo, ma se ci fosse un uomo con noi sarebbe tutta un altra cosa! Certo che quando il tipo ci chiede se siamo sole non aiuta molto la situazione e le "balle" mi escono a go-go: "no, no, i nostri amici sono saliti dall'altra parte e dopo ci incontriamo". Con un mezzo sorriso complice guardo Ilaria che mi supporta nella frottola e nelle altre che seguiranno! Renato, così si presenta, ci mostra il bivacco e gli altri edifici ristrutturati, dicendoci di esserne il proprietario nonchè autore di un libro della zona recentemente uscito in edicola. 





Lasciati gli zaini bagnati nel bivacco, lo seguiamo titubanti nel cucinino dove regna il calore della stufa e dove Ilaria dopo il caffè si scola pure un limoncello! Alla faccia delle precauzioni con gli sconosciuti! Renato ci illustra per bene tutta la zona e Ilaria spara domande a raffica schiantandosi pure uscendo contro lo stipide di una porta bassa. Tutta colpa del limoncello dice ridendo e tenedosi la fronte dolorante! Renato si congeda per impegni a valle e ci lascia nel bivacco dove pranziamo e finiamo di scattare foto a questo incantevole posticino.



Da una piccola torretta panoramica li vicino ci godiamo un po' di panorama tra le nuvole basse e poi facciamo rientro per la sterrata che serve il piccolo borgo. Seguendola dal lato opposto si arriva quasi in cima al monte Celant, ma quella zona la teniamo per una futura visita, magari in abito autunnale.




Arriviamo alla macchina con la pioggia che non ha mai smesso di cadere: in barba al tempo anche oggi ci siamo divertite e d'altra parte, quando si visiterebbero questi posticini se non in queste giornate?     

6 commenti:

lorenzo ha detto...

Neanche la pioggia vi scoraggia, complimenti. Io alle 10:30 mi alzavo a far colazione.

Laura ha detto...

grandi Girls! ma l'alpinauta batte la fiacca? eh eh eh

zimule ha detto...

Nadia ha la capacità di portarci sempre in luoghi bellissimi ... dove anche se piove sembra che ci sia il sole.

Lucia ha detto...

Vi seguo sempre, complimentoni per il blog!!! Tamar è un posto molto accogliente, e noi del CAI di San Vito al T.to lo amiamo per questo.

claudio ha detto...

bello bello...
a tamar si puo' arrivare anche in mtb !
meritano anche gli itinerari verso palcoda (e non solo) che lasciano intravedere la vita di quelle borgate di mezzo secolo fa...

frivoloamilano ha detto...

In questo momento il sole si è fatto largo tra le nubi, ma ormai non mi illudo più!
Eh si che sono dotato anch'io di sovrapantaloni e giacca da pioggia...forse che con il passare degli anni stò smarrendo lo spirito d'avventura!?
Brave. ;-)