Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 19 agosto 2017

Di nuovo sul Chiadenis... dodici anni dopo.

Percorsi la prima volta la ferrata del Chiadenis a fine ottobre del 2005 con cari amici della nostra sezione Cai che, in quel periodo, si premurarono di accompagnare me e l'amica Enrica su varie ferrate, dandoci così quella sicurezza psicologica di cui avevamo bisogno come principianti su questo tipo di percorsi. 


Fu proprio quel giorno che Luca iniziò a "comparire" nelle uscite a cui partecipavo.... 
Rappresentava un importante inizio nella mia vita...

Era tra le ferrate da ripetere.... 

Dodici anni dopo, io e Luca decidiamo di ripercorrerla, per fuggire alla calura che opprime la pianura, trovando nei 17 gradi di Sappada finalmente un po' di refrigerio!


La strada sale lenta verso il rifugio Calvi: a differenza della prima volta, decidiamo di percorre la ferrata in senso inverso, approfittando dell'ombreggiata parete ovest del Chiadenis, sfuggendo così ancora per un po' ai caldi raggi del sole. Raggiunta il costone fortificato nei pressi del rifugio, indossiamo caschi e imbraghi e partiamo su veloci. 



Voci ci giungono dai pressi del rifugio, escursionisti che salgono verso il Passo Sesis e il Peralba, mentre qui siamo soli a goderci la salita. 






Stiamo percorrendo l'affilata cresta quando un prolungato e fragoroso boato rimbomba alle nostre spalle! Il tempo di raggiungere un punto più alto e scorgiamo il fumo che sale da un canalone nel monte alle nostre spalle: una grossa frana si è staccata dal monte Lastroni! Una dimostrazione di come la natura possa essere fragile e affascinante... a debita distanza!



Raggiungiamo la cima quotata 2459 dove firmiamo il libro di vetta e sgranocchiamo una veloce merenda, mentre osserviamo il panorama e notiamo una piccola croce posta più in là, su uno sperone roccioso. 


Decidiamo di andare a vedere e proseguendo lungo la ferrata arriviamo ad un bivio: da un lato il cavo scende verso il Passo dei Cacciatori, dall'altro sale, lungo resti di postazioni, alla famosa croce. La raggiungiamo, su uno ristretto sperone roccioso da cui ci scattiamo una foto in posizione precaria e poi riscendiamo con cautela al bivio. 












Proseguendo lungo la ferrata Cai Portogruaro scendiamo ripidamente i canali attrezzati e, raggiunto il passo dei Cacciatori, possiamo riposarci e pranzare nell'assoluto silenzio che stranamente circonda questi posti il primo sabato di agosto! 




Nuvoloni si avvicinano, mentre scendiamo lungo i pascoli di casera Avanza e ritorniamo al parcheggio strapieno! Dove saranno tutti? Non c'importa.... ci siamo goduti in tranquillità questa cima, aggiungendo altri bei ricordi alla nostra vita assieme.



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