Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 16 ottobre 2018

Placche di Moraret

Prologo
Ultimi giorni di agosto, Matthias mi manda un messaggio con una foto. Lo apro, ci sono le indicazioni di una via, mi chiede se conosco la parete, nei pressi del Coston Stella, ci è arrivato per sbaglio, e vi ha seguito una linea di spit che perdeva la sua direzione. Parete invitante ma non me la ricordo, è da un pò che manco di visitare la bella roccia della zona. E tutto finisce li.



Settembre è ben maturo sul calendario, l'aria mattutina al parcheggio del Tolazzi è fresca, ed il primo pensiero che mi assale è "ma ho messo qualcosa di meno estivo del solito?". Saliamo nella solitudine del fuori stagione, lungo la strada che sale al rifugio Marinelli, alla ricerca di mari di roccia misconosciuti, da poco alla ribalta. E' sempre Matthias che mi gira nuovamente la foto della parete, questa volta pubblicata da Calcarea, con la soluzione del mistero. Saliamo lesti verso l'arcano, mentre il sole inizia ad inondare la parete, facendo evaporare i timori mattutini.
Arrivati all'attacco saliamo le prime placche inerbite, per poi affrontare i tiri più invitanti, fino ad arrivare al muro verticale, sostenutao e con roccia ancora un pò sporca. Roccia nuova come mi dirà qualcuno.








Epilogo
Svelato il mistero, dalla strada, guardiamo ancora la parete, ora completamente inondata dal sole, solcata da una bella linea di 200 metri a poco pià di mezz'ora dal parcheggio.
Scendo sorridendo, mente penso all'espressione sorniona di Attilio, gli anni passeranno pure, ma la classe resta.


Le Navi ad Eolo, 6b+

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