Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 17 febbraio 2020

Dal Monte Bedovet al Monte Amula, su e giù per dorsali alberate

Le cime note son sempre lì, famose, belle, appariscenti e sempre frequentate.
Poi ci sono le cime defilate, sconosciute, poco attraenti e salite forse solo da cacciatori o amanti di questi posti, come noi. Per la loro modesta quota o per il loro più complicato approccio, stanno là, in attesa di essere notate. 
Quanto ci piacciono queste cime!
Così, quando Barbara venerdì lancia l'idea di salire il monte Amula, sia io che Diana non ci tiriamo indietro.


Sabato mattina puntiamo verso Alesso e saliamo in auto lungo la stradina asfaltata che porta alla Forchia Armentaria, parcheggiando dove diventa sterrata, incamminandoci poi verso i silenziosi ruderi degli Stavoli Bedovet. Li avevo visitati anni fa, in un suggestivo giorno di nebbia, proprio con Diana e oggi li rivedo in un bel giorno di sole: silenziosi come allora, trasudano memorie dei tempi passati, così come il grande faggio che, maestoso, fa loro la guardia. 








Raggiunti anche ciò che resta degli Stavoli Jof, saliamo lungo una traccia che ci porta alla panoramicissima quota 1064: punteggiata qua e là da qualche albero e cespuglio, questa erbosa cima è un bellissimo balcone sulle nostre Prealpi e ci lascia davvero meravigliate! 











Pian piano ne percorriamo la dorsale, volgendo ora lo sguardo verso la nostra meta, ancora lontana! Per fortuna Barbara ha i suoi informatori e, ritrovando il sentiero CAI poco sotto, raggiungiamo la sella, dove il sentiero cala giù verso Malga Amula. 



Salutata una simpatica coppia salita proprio da lì, continuiamo lungo una traccia che, con vari saliscendi, seguendone tutta la dorsale, ci porterà in cima al monte Amula e oltre: perché se c'è una quota più alta, bisogna assolutamente andare lassù a dare un' occhiata! Giusto così, per stroncarci ancora un po'! Dopotutto, la curiosità è o non è indole nel genere femminile?! 












Stanche e soddisfatte, ci fermiamo a pranzare un po' oltre la quota più alta, affacciate sulla Val d'Arzino. 


Recuperiamo così le forze per il lungo rientro che ci aspetta, ripercorrendo poi i passi dell'andata, fino agli stavoli Bedovet dove, con sguardo ammiccante, tento Barbara e Diana con un'ultima salita, quella al monte Bedovet! Dopotutto è proprio lì sopra: si sentirà trascurato! 


Diana rinuncia all'invito, mentre una rassegnata e stanca Barbara mi segue fino alla boscosa cima: come resistere al fatto che, a fine anno, nella lista di salite ci sarà una cima in più? 


Certo, poco più in là ci sarebbe anche il Palabuina, ma oggi quattro cime sono abbastanza e, sorridenti, raggiungiamo Diana che ci aspetta sul sentiero.

4 commenti:

claudio.65 ha detto...

La quota 1064 sopra gli Stavoli Jof è il monte Jof. Info tratta da "Dorsale della Lince - La tana dell'orso"

Nadia ha detto...

Ciao Claudio, grazie, ho letto e sono contenta che quella quota abbia effettivamente un nome.

Anonimo ha detto...

mandi a ducj,

ma ci sono 2 jof in zona? quello sopra avasinis di modesta altitudine (400 e rotti se non ricordo male) non e' pure lui jof? boh

g.

Nadia ha detto...

Ciao, anche io conoscevo solo il Jof di Avasinis. Evidentemente ce n'è due...da qui il nome degli stavoli, appunto Jof.