Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 11 maggio 2009

A zonzo sul Grappa

Alle 6 suona la sveglia. Per quanto il suono sia gradevole, per quanto ci si alzi per fare qualcosa che ci piace, le sveglie alla mattina presto hanno sempre quel retrogusto di lenzuola calde che ti fan titubare un attimo.
Un attimo. Poi la voglia di andare prende il sopravvento.

Alle 6.30 arrivo in piazza e trovo già chi mi aspetta. Carichiamo il necessario in auto e via verso il Monte Grappa.

"Era l'acqua di fuoco che ti bruciava anche la fame e ti dava coraggio per affrontare ogni fatica", così scriveva David Maria Turoldo. Mi tornano in mente queste parole mentre attraversiamo una Valdobbiadene tinta di rosa per il prossimo passaggio del Giro. Chissà quanta di quell'acqua di fuoco è servita a dare il coraggio necessario a saltar fuori dalle trincee del Grappa ai nostri vecchi.

Libero questi pensieri mentre imbocchiamo il verde vallone che porta a San Liberale.

Sono le otto ed il piazzale è già pieno d'auto e brulicante di escursionisti. Dei nostri amici del corso non c'è ancora traccia. Lasciamo Gigi ad aspettarli e noi ce ne andiamo per il nostro giretto. Imbocchiamo la strada che ci porta alle pendici del Boccaor.

Il sentiero sale ripido nel bosco, e l'aria umida ci inzuppa per bene. Sule ripide svolte Mauro ansima "Mi sa che gli anni iniziano a farsi sentire". Ma va la! E' l'aria che sembra quella che esce da un aerosol che ti taglia le gambe.

Con un sole che va e viene tra le nebbie che salgono dal fondovalle arriviamo all'attacco della ferrata Sass Brusai.

Ivana è provata dalla salita e si imbrana nell'infilare l'imbrago. Prima il cosciale o la cintura? Tra una risata con dei vicentini zuppi anche loro di sudore, e un sorso d'acqua siam tutti pronti a salire. Il primo tratto, quello che per la relazione fa la selezione di chi si cimenta con il tracciato, lo passiamo tranquillamente. Davanti a noi arrancano due coppie, che a più riprese ci invitano a passare "No, no non abbiamo fretta, abbiamo anche altri da aspettare" dice l'Albanese, sorridendo. Intanto saliamo. Gli altri? Staranno arrancando lungo l'avvicinamento.

Arriviamo alla Sella del Candidato e aproffittiamo per un'altra bevuta.

Tra le nebbie, verso la cima, intravediamo una strada: ormai siamo all fine. infatti di li a poco sbuchiamo sul ponte sospeso, che, passando sopra la carrareccia militare ci porta verso la cima del Boccaor.

La cima di per se non è granchè, boscosa e chiusa. Seguiamo una bella trincea che ci porta a Pian de la bala, regalandoci begli scorci sul comprensorio del Grappa.

Percorriamo per un tratto la strada provinciale e poi puntiamo dritto su per i prati, verso la cima. Passiamo nei pressi di malga Val Vecchia e raggiungiamo l'Alta Via degli Eroi, che in falsopiano ci conduce alla cima del Monte Grappa.Ad un tratto Mauro si sente pervaso dalle ombre dei trapassati e si da da fare contro i crucchi che avanzano con le nebbie verso le nostre linee. Un fucile invisibile sembra essere l'arma migliore contro i fantasmi!

Visitiamo il monumento sulla cima. L'ossario dove riposano le spoglie di chi la è morto combattendo. E ora vi riposa nell'eterno abbraccio dell'Alpe Madre, l'antico nome del Grappa.

Facciamo tappa al rifugio Bassano per un birretta. Seduti al sole sulle panchine del terrazzo, ridiamo pensando alla sudata di oggi (oltre 1110 metri di dislivello) per salire quassù, mentre le corriere sfornano gitanti nel parcheggio antistante il rifugio!

Il bicchiere ormai e vuoto e noi iniziamo la discesa, calandoci nelle nebbie.

Percorriamo in discesa la ferrata Carlo Guzzella. Scendiamo velocemente lungo il crinale immersi in una luce irreale.

La cresta si divide tra inverno e primavera: a nord la neve, a sud le prime fioriture.

Arriviamo alle prime attrezzature e il tintinnare dei moschettoni lungo il cavo spezza il silenzio che ci accompagnava.

Mauro inizia a sentire le ginocchia lamentarsi, l'Albanese suggerisce di parlare a voce alta cosi non le sente! Ah! Che amici simpatici. Sul tratto più difficile della via, incontriamo due ragazzi che salgono "Ma che? La fate in discesa?" "Perchè no? Basta avere un pò di braccia!!"

Raggiungiamo il sentiero e possiamo liberarci da imbraghi e caschetti. Il sentiero scende ripido nel bosco fin quando non raggiungiamo il bivio che con il sentiero che sale verso la Val del Lastego. Un'ultimo tratto ripido e poi il sentiero si fa dolce, percorrendo in costa le pendici del Boccaor fino a rientrare a San Liberale.

8 commenti:

Carlo de Ts ha detto...

cayo ma tanti nomi e due sole facce in sta gita? cossa se? un scherso?
ehe he! Ben il piccolo? fa boulder nella pancia di Nadia??
cayo!

Antonella ha detto...

in effetti il dubbio di Carlo ha preso anche me. comunque un bel giretto. io non ci sono mai stata, ma per me è sempre tutto bello!
sembra un pò la zona dei musi no?
ciao

Luca l'Alpinauta ha detto...

il mistero è presto svelato in quanto il mio compagno di escursione era nientepopo di meno che Mauro, alias Ivana, Alias Albania, alias l'Albanes. Very furlan people from Sedegliano

Roberta Mi ha detto...

un altro personaggio dell'impero! e Nadia dove l'avevi lasciata?

piero ha detto...

la foto con la targa della ferrata è bellisima. anche quelle con le nuvole.
io quel giro l'ho fatto in agosto, ma non son sceso per la guzzella, per me era troppo.
mandi frus

andrea loi ha detto...

Bel giretto davvero e il "guerriero nella nebbia" che ti seguiva veramente alluccinogeno:tutte a tè le fortune!!!!!
Mandi a ducju

frivoloamilano ha detto...

Ciao Luca, non conoscevo e sapevo nulla del M.Grappa, alpinisticamente parlando. Belle foto e bel giro.

un saluto

Luca l'Alpinauta ha detto...

a dire il vero non lo conoscevo neanche io. devo ringraziare il "soldato delle nebbie"