Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 26 maggio 2009

Tamer di fuori: un piccolo balcone sui monti di Sappada

La zona di Sappada è una di quelle che frequento sempre volentieri, anche se ultimamente l'avevo momentaneamente abbandonata: l'inverno lassù è troppo affollato per i miei gusti!
La meta che ho in mente è una "ridente e suggestiva radura che si apre nella parte superiore del Bosco della Digola", così viene descritta sul mio libro.
Domenica l'incontro è fissato alle 8.30 a Gemona con la cara Silvia e suo papà Renato. Io e Nick siamo un po' in ritardo ma poco dopo siamo tutti in partenza per Sappada.
La strada è lunga, ma la zona è così bella che si dimenticano in fretta le due ore di macchina! Oltrepassiamo Cima Sappada e il mio sguardo comincia a cercare in alto la nostra destinazione: l'abbondante neve invernale ha lasciato il posto a verdi distese di prati e permane solo sulle cime più alte e nei canaloni. Bene, si va tranquilli allora!

Attraversiamo anche Sappada e giunti alla borgata Lerpa imbocchiamo la stretta e dissestata stradina che ci porta all'ampio spiazzo vicino al Piave dove parcheggiamo. Alle 10.30 siamo in partenza e attraversata una bella passerella imbocchiamo l'ampia carrareccia che sale dolcemente nel bosco della Digola. Tra mille chiacchiere di Nik, procediamo tranquillamente senza premura oltrepassando dopo un chilometro e mezzo la deviazione con il sentiero che useremo per la discesa.

Sarà perchè mi piace la compagnia di Silvia, sarà la zona, sarà il Sargenor che sto prendendo, ma oggi mi sento in forma e le gambe fanno il loro dovere senza protestare! Certo il fiatone non manca, ma neanche le chiacchiere, perciò quello è nella norma!

Proseguiamo così verso il passo Digola, sempre all'interno del bosco che offre pochi scorci sui dintorni ma che concede riparo dai caldi raggi del sole primaverile. A quota 1600mt un crocifisso, una freccia e la scritta "Tamer" su un albero, ci indicano che siamo sulla via giusta! Lasciamo la strada che continua verso il Passo Digola e imboccato un ripido sentierino, saliamo lentamente cercando di non affondare nel "pantaniccio" lasciato da alcune chiazze di neve in dissolvimento. Ancora pochi metri ed ecco che il bosco si apre su una verde radura con al centro una piccola baita e dietro ad essa la rocciosa Terza Piccola. Che bel posticino!!!

Raggiungiamo la baita e notiamo che il proprietario è in casa con alcuni ospiti. Chiediamo il permesso, essendo privata, di poterci sedere su un tronco li vicino ma il proprietario gentilissimo ci lascia usufruire di un bel tavolo con panche sul retro, al riparo della dolce brezza che ha iniziato a soffiare.
Seduti al sole lievemente celato da sporadiche nuvolette di passaggio, diamo fondo alle vettovaglie e chiacchieriamo allegramente del più e del meno: anche il proprietario, accompagnato dal suo vecchio cagnolone, di tanto in tanto esce e scambia due chiacchiere con noi ma per il resto ci godiamo questa domenica di sole in beata solitudine!
La vista da questo piccolo verde balcone spazia dalle Terze al Creton di Clap Grande, dal Siera al Tuglia fino al Chiadin e Lastroni! In basso sbuca la verde conca di Sappada e Cima Sappada. Super!

Sono le 14 passate quando decidiamo di rientrare e passando accanto alla veranda della baita, sento che il proprietario e il suo ospite scherzano sul mio "stato" dicendo: "e se questa ci partorisce qui?". Divertita ribatto "speriam di no va, manca ancora un po!". Colti in castagna i due scoppiano in una risata e mi tranquillizzano dicendo che uno di loro faceva l'idraulico, dunque non ci sarebbero problemi!!! E ci invitano all'interno a bere un caffè prima di abbandonarli! Scopriamo così che l'ospite è Ettore, il gestore del rifugio Calvi, "quello famoso"della baita Pista Nera scherza Lorenzo, il proprietario. Sinceramente non sappiamo a cosa si riferisce ma dal modo in cui lo dice fa supporre un passato molto vivace dell'amico!
Quattro tazzone fumanti e ben zuccherate compaiono davanti a noi, una anche per Nik che spudoratamente accetta volentieri! Per fortuna rifiuta la correzione con la grappa!

Tra storie sulla vecchia baita e racconti di grandi serate di cjoche compiute dai due amiconi il tempo passa e viene l'ora di salutare questi simpatici personaggi con un paio di scatti per ricordo. Il ritorno lo completiamo un po' ravanando su una traccia incerta, tra alberi divelti e segnavia sbiaditi, ma alle 16.30 siamo di nuovo alle auto. Nuvoloni si avvicinano e poco dopo le prime goccioline iniziano a cadere: arrivati giusto in tempo!

Soddisfatta della giornata ma ancora di più per avere di nuovo fatto 500mt di dislivello senza problemi lasciamo Silvia e Renato per correre di corsa a casa: ci aspetta la pizza del Darione per cena ma gia la mia mente viaggia alla prossima domenica e alla prossima gita! La lista è lunga e le mete abbordabili non mancano di certo!

5 commenti:

Annarita ha detto...

sempre brava

Piero ha detto...

eh si, la supermamma è sempre attiva. veramente bello il posto. e anche la compagnia pare

Antonella ha detto...

ma l?alpinauta? inizia a lasciarlo a casa cosi si abitua quando dovrà tenere il piccolo?' eh eh
comunqye una bella pancetta da portae in giro!

Giovanni ha detto...

alpinauta, alpinauta vedi di arrampicare a sbrego perche' dopo sara' il bocia ad arrampicare su di te. in bocca al lupo per tutto di cuore,

giovanni

Frivoloamilano ha detto...

Instancabile Nadia,fortissima.
A presto spero.

ciao