Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 8 febbraio 2010

Korada, balcone sulle Alpi Slovene

Sabato causa il meteo, saltata l'uscita con Silvia e di conseguenza il mio turno "senza bimbi", mi ritrovo a consultare la cartina del Cividalese alla ricerca di un'uscita da fare domenica assieme ai miei pargoli. Guardo e riguardo la zona e dopo aver scartato alcuni posti poco panoramici mi accorgo di una parte della cartina rimasta nascosta perchè ripiegata. Con poca speranza di trovare qualcosa di decente la dispiego per bene e il mio sguardo è catturato subito da una breve linea rossa con al centro la casetta rossa che indica un rifugio, il tutto contornato da un reticolo di molteplici stradine! Interessante! Prendo il pc e inizio la mia ricerca e scopro che il piccolo rifugio sloveno è posto a pochi metri dalla cima del monte Korada e che gode di un bel panorama! Fatta! Presa la decisione decidono di aggregarsi a noi anche Ilaria e Diana! Super, visto che la Slovenia, non so perchè, mi incute sempre un po' di timore.
Alle 8:30 di domenica mattina, caricati bimbi e bagagli, lasciamo Codroipo avvolta da una nebbiolina e puntiamo alla volta di Palmanova dove ci attende Ilaria che mi guida fino a Vencò dove ci attende Diana. Salita con lei in auto mi ritrovo senza navigatore e dovendo far strada, guido con la cartina Tabacco sulle ginocchia, oltrepassando vigneti e paesini che costeggiano il confine italo-sloveno verso nord fino a un trivio di strade dove prendo decisa quella più a sinistra. Per sicurezza mi fermo un paio di volte e controllo la cartina: tutto ok fino a qui. Passato dopo un paio di tornanti il paesino di Vrhovlje pri Kozbani, arriviamo all'imbocco della stradina che ci porterà alla nostra destinazione e su cui spicca un grosso cartello con la scritta Korada: non si può sbagliare! La sterrata salirebbe fino al rifugio ma noi decidiamo di parcheggiare poco dopo nei pressi di un bivio e risalire a piedi con il passeggino in modo da poter compiere un giro ad anello.
La giornata è a dir poco primaverile e indossati gli zaini e afferrato il passeggino cominciamo la tranquilla salita alternandoci nello spingere l'Alpinfrut: specie Diana afferma di volersi scannare un po' dopo una settimana d'inerzia! La strada inizialmente coperta dagli alberi offre poche visuali ma dopo un paio di chilometri, fiumi di parole e un lat-stop dell'Alpinfrut, un balcone ci consente di avere un primo scorcio sull'innevato ripido pendio del monte Nero.






Ora, più andiamo avanti più la visuale si apre e arrivati al bivio per il rifugio la stradina si fa innevata e ghiacciata. Costretta a stare al centro per via del passeggino e dopo qualche quasi-scivolone, mi ricordo degli "spider" nello zaino di Nicholas! Quei leggerissimi e piccolissimi ramponcini sono la mia salvezza e grampando bene nella sottile lastra di ghiaccio proseguo tranquilla spingendo il ronfolante Alpinfrut fino a pochi metri dal pendio su cui sorge il rifugio.





Qui, causa la neve, mi devo far aiutare di nuovo da Ilaria e Diana per trainare il passeggino e poco dopo raggiungiamo i tavolini di tronco posti all'esterno dove ci accorgiamo con nostro piacere che il piccolo rifugio è aperto. Gia alcuni commensali si stanno godendo i piatti sloveni e decidiamo di approfittare anche noi della cucina aperta: alla modica cifra di 2,90€ a testa, ci gustiamo per la prima volta un bel piattone di deliziosa e fumante Jota. Niente male!







Per digerire facciamo una puntatina alla vicina cima del monte Korada che si erge pochi metri sopra il rifugio e da cui il panorama si amplia facendoci conoscere nuove cime da visitare in futuro. Il caldo sole ci abbraccia mentre raggiungiamo il cippo di vetta e ci godiamo con calma il panorama: anche l'Alpinfrut osserva interessato tutto quel ben di Dio che ci circonda! Sorretto dalle braccia dell'amato fratellone, si fa fotografare con orgoglio sulla sua prima cima slovena!


                          




Per la descrizione, siccome non conosco le montagne che ci circondano, a parte quelle più vicine a noi, mi affido a cio che ho trovato su internet: verso est vediamo sopra la valle dell’Isonzo l’altopiano di Banjšice (Bainsizze), e piu in la la Selva di Tarnova (Trnovski gozd), il Porezen e il Blegoš, mentre verso sudest sono vicini il Sabotino e la Skalnica (Monte Santo), e piu in la, il Nanos; dalla parte meridionale e vicino il Collio (Goriška Brda) con i suoi caratteristici vigneti a terrazza, e poi la vista va attraverso il Carso fino all’Adriatico nel golfo di Trieste e verso Grado; a ovest si estende la pianura friulana, con, sullo sfondo le Dolomiti, coperte in parte dal Piancavallo; verso nord e vicina la montuosa Slavia Veneta, dove sul Castelmonte (Stara gora) si vede il famoso monastero, e piu a destra si vedono il Kolovrat e il Matajur, tutt’e due sul confine italo-sloveno, e molto piu in la si susseguono le cime del gruppo del Canin (Kanin) e della parte orientale delle Giulie, tra le quali svettano il Krn (Monte Nero) e il Triglav; molto vicino e il dorsale del Kanalski Kolovrat, sul quale si nota il villaggio di Lig.


Una visita alla vicina chiesetta di Sv. Gemderga è d'obbligo e quando rientriamo al rifugio lo troviamo brulicante di famigliole salite fin li a godersi come noi questa incantevole e calda giornata: certo che loro sì amano la montagna e hanno pure la certezza di trovare un rifugio sempre aperto!
 

                           


 
Caricato il dormiente Alpinfrut sulla sua vettura ci rimettiamo in marcia per affrontare il lungo rientro che prima per strada asfaltata e poi di nuovo per sterrata, dopo un bel po' di chilometri, ci riporta esausti ma contenti alle nostre auto.





E' stata proprio una gita azzeccata e mi riprometto di acquistare subito una bella cartina di tutta la zona per andare alla scoperta di questi angolini di montagna slovena a me del tutto sconosciuti ma ideali per portarci i nostri pargoli!  

9 commenti:

Lorenzo ha detto...

Molti rifugi in slovenia sono aperti nei fine settimana tutto l'anno. Domenica il rifugio sotto il Golak era aperto, per raggiungerlo ci vogliono due ore di cammino da Lokve, nella neve.
Troverai sempre sloveni a far festa, abbiamo da imparare da loro.

Carlo de Ts ha detto...

ma quel tato lo tirate su ben bene! anche lo portate a jota e lo "zio" triestin nol pol che esser d'accordo! brava nadia sempre in gamba

Annarita ha detto...

veramente un bel panorama! sono andata a cercare sulla tabacco anch'io questo be posticino, un buon suggerimento per una gita!

Ilenia Zigaina ha detto...

veramente un bel posticino. le prealpi spesso le si lascia in disparte, am regalano angoli di una bellezza unica

Laura ha detto...

a vedere come vivete la montagna con il vostro piccolo mi viene un nervoso: se penso che quando ho avuto il mio Daniele per quasi tre anni non siamo mai andati in montagna, neanche per una passeggiata perchè "non si sa mai con un bebe". eh niente, da fare! sei mitica!

Piero ha detto...

se continua nel solco tracciato da mamma e papà questo piccolo orso farà cancellare molti nomi famosi dalla storia dell'alpinismo!
Bravi a vivere la montagna cosi! ottimo insegnamento, anche per il fratellone!

frivoloamilano ha detto...

Anche questa escursione la copieremo presto....jota compresa.

ciao

Francesca ha detto...

Un bacione grande a tutti!

Iaia ha detto...

Nadia sei troppo grande!
Hai trovato un percorso bellissimo, con i bimbi sei dolcissima e in montagna sei uno stambecco ... per non dire che con il tuo sorriso ci riempi i cuori.
Grazie