Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 16 febbraio 2010

Maltatal

Ovvero la Babele di ghiaccio: friulani, triestini, cechi, slovacchi, olandesi, polacchi, russi, tedeschi, sloveni e ovviamente austriaci. E tutti con picche e ramponi a cercare quel freddo e tenero abbraccio che la valle offre. Sono salito a Malta con Roberto, Federico e Bepi, al seguito della Val Montanaia per un aggiornamento istruttori ed un introduzione alle cascate per chi non ha mai affrontato.
Arrivati nella Valle delle Cascate il primo problema è trovare parcheggio. le buone condizioni delle colate attira gente da mezza Europa, ma nonostante l'affollamento non si patisce la ressa che si incontra a Sappada lungo il Piave.
Risolto il problema del parcheggio ci si prepara per la giornata: lasciamo Federico alle cure di Moreno per l'introduzione al ghiaccio e noi saliamo le prime balze ghiacciate per fare con Silvio Buzzai l'aggiornamento istruttori.

Aggiornamento movimentato dall'arrivo di 4 ragazzi cechi che volevano salire la colata, bardati di tutto punto e anche più partono alla grande con potenti colpi che conficcano per intero le becche "Ma Silvio non ci hai appena detto che basta piantar poco le punte?". Silvio alza benevolo gli occhi gentili e sospira "Se passano ancora un paio di cordate così di ghiaccio ne resta poco!".
E così schivando qualche blocco di ghiaccio che di tanto in tanto fa sembrare Guernica il nostro aggiornamento il tempo passa.
Terminata la "lezione" decidiamo di farci una salita: il Bepi è a digiuno di cascate da tre anni e non vede l'ora di  tornare a piantare le punte. Parto veloce sul facile, e pian piano anche la ruggine del Bepi viene a sparire, sale bene da secondo.
Saliamo cinque tiri di corda, superando i demolitori cechi che prima ci bombardavano. Recuperiamo e riavvolgiamo le corde per la discesa quando vediamo i distruttori-di-cascate che continuano a salire verso la parete e andiamo anche noi a vedere cosa c'è in fondo al canalone che piega a destra, occludendoci la vista. Dietro di noi arrivano pure Robertone ed Alessandro.

Entriamo nella parte superiore del canalone e ci si para davanti un'altra bella colata: un tiro appoggiato e ricoperto parzianalmente e due bei tiri verticali!
Mentre ci prepariamo a salire ci raggiungono Alessandro e Robertone, che si preparano a loro volta.  Il primo tiro è tranquillo, anche se il ghiaccio è a tratti molto duro ed esplode, spaccandosi e cadendo in mille pezzi sulle testoline di chi sta sotto!
Quando manca un tiro Robertone guarda l'orologio "cinque meno venti, è il caso di tornar giù", Bepi protesta ed alla fine ci convince, tanto è solo un tiro. Ok allora, andiamo!
Sono le sei quando iniziamo ad attrezzare le doppie.... ovviamente le frontali non le abbiamo con noi, ma non ci facciamo problemi. scendiamo velocemente tre calate in doppia e raggiungiamo il bosco con le stelle che ci guardano curiose e numerose come ormai non siamo abituati a vederle. Entriamo nel bosco e inizio a seguire l'ombra di una traccia nel buio, fermandomi quando gli altri mi chiedono dove sono. Il bosco al buio sembra interminabile, resto concentrato sul sentiero e rimando a  dopo il pensiero verso gli altri che ci aspettano giù. Finalmente vediamo la strada e sentiamo Moreno e gli altri chiamare. Ok siamo arrivati. Buio pesto e facce che si rasserenano: tutto a posto? Vi siete fatti male? No? Allora ve lo faccio io! Eh eh!
Arriviamo alla pensione dove troviamo Federico che dalla preoccupazione torna alla calma, come tutti. Dopo una giusta tirata d'orecchi da parte di Moreno ("due istruttori titolati e uno prossimo... vi uccido!") finalmente ceniamo! Una fame! Durante la cena Alessandro racconta la discesa al buio "Io pensavo a voi che sicuramente eravate preoccupati e quelli di Codroipo?? Parlavano di dentisti, della cena..."
Passate le preoccupazioni passiamo a pensare al domani.



Dopo una bella dormita ed una bella colazione torniamo sul luogo del delitto con Federico. Con lui, Bepi e Roberto risaliamo i primi due tiri della colata e poi deviamo a sinistra, sul ramo più facile ed appoggiato, in maniera tale che Federico e Bepi riprendano confidenza. Saliamo alternati, affiancando Federico sui suoi primi passi da capocordata sul ghiaccio. La mattina corre leggera, senza fretta saliamo le facili balze e per fortuna che sono facili: le corde sono ghiacciate e le manovre sono una faticaccia.




Arrivati alla sommità traversiamo a destra e ci caliamo sull'altra colata per prendere il sentiero di discesa lungo il bosco.
Alla luce del giorno sembra molto più breve della sera precedente!
Arriviamo alla strada alle due del pomeriggio. Troppo presto! Ma oggi va bene così!

6 commenti:

Nadia l'Alpingirl ha detto...

Concordo con Moreno per la tirata d'orecchi...e mi metto in fila per uccidervi! ahahahah

Carlo de Ts ha detto...

ah ben cayo, te torni giu col scuro. ottimo allenamento! ah ah ah

Laura ha detto...

mi sa che ti è andata bene che l'Alpingirl era a casa va! hi hi hi

Annarita ha detto...

ma anndate in giro con la lima? ma si consumano con il ghiaccio le picozza?

Piero ha detto...

bravi a dedicar il tempo a trasmettere agli altri è cosi che cresce un gruppo (ti seguo anche sul sito degli orsi). ma se per dar tempo agli altri tornATE ascuro... eh eh eh

Nicola tar100 ha detto...

bella Maltatal. io la conosco per lo scialpinismo. sai mica come sono le condizioni?