Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 9 giugno 2010

La Compagnia: allegria di fine corso

A parte un pomeriggio ad Anduins, con Federico e con poca convinzione (un'amica che mi accompagna a inizio stagione), la roccia, nel 2010, io le scarpette non l'avevano ancora sentita. E neanche le mani, se non mordendola con le piccozze fino agli inizi di primavera. E cosi, tra belle passeggiate con Nadia e i ragazzi sono arrivato all'uscita finale del corso di alpinismo pressoché a digiuno di arrampicate.
Anche quest'anno saliamo ai grigi calcari delle placche di Val di Collina per la prima arrampicata durante l'uscita finale del corso.  Preparato il materiale e indossati gli imbraghi saliamo alla base della parete, nella frescura del bosco, prima di un bel bagno di sole.





Qualche piccolo dubbio mi accompagna sul primo tiro, ma poi mi sento a mio agio come sul divano di casa, mancano solamente il giornale ed il telecomando!
Il mio compagno di salita è Matthias, da Berchtesgaden a Precenicco  e infine sui calcari carnici.
Saliamo tranquilli, ci siamo solo noi quassù, e dopo un pò l'allegria contagia la parete e il silenzio viene rotto dagli incitamenti degli istruttori agli allievi. Il sole si fa sentire per bene, anche se un sottile alito di vento ci rinfresca e ci prepara ad una colorita scottatura... meno male che sulla "coppa" un pò di crema solare...
Come tutte le belle cose anche la salita termina e iniziamo ad allestire le calate, non che non sia bello scendere in doppia, ma da l'idea che il divertimento stia per finire. 
Scendiamo alle auto e le facce sono stanche ma felici, e trovano le forze per fare attenzione ad una breve lezione sui paranchi di uso comune, e ovviamente si mettono di buona lena a mettere in pratica le nozioni appena apprese.
Dopo una bella giornata in parete è d'obbligo una bella birra in compagnia, e prima di cena ci ritroviamo seduti a tavola a celebrare la salita in compagnia. Quest'anno passiamo la notte al Passo di Monte Croce Carnico e la cucina sforna una cena super e superinnaffiata! E le palpebre calano veloci come noi lungo le corde, accompagnandoci fra le coperte.
E troppo presto la luce che entra dalle finestre viene a pungolarci: una luce fredda entra e rischiara la fredda parete del Pilastro De Infanti. Da sotto le coperte la prospettiva di salire all'ombra non mi da la forza di alzarmi dal letto, anzi, le coperte prendono vita e mi abbracciano forte, quasi a supplire alla mancanza di Nadia. Ma non mi dicono "vedi di non far casino mentre ti prepari" come farebbe lei!
Rimando il triste momento dell'abbandono fin quasi alle otto, poi quando ormai sono tutti in movimento mi alzo e mi avvicino alla finestra: la luce blu del mattino irradia un'aura fredda e i climber che si stanno già preparando sono ben intabarrati!
Scendiamo e facciamo con calma colazione poi usciamo e ci dividiamo: tre cordate su "Bella Venessia" e tre sul Pilastro de Infanti. Mentre ci prepariamo orde di corsi di alpinismo danno l'assalto alla parete, sembra una scena tratta da "Il ritorno del Re", l'ultimo episodio della Trilogia del Signore degli anelli.
Dopo un attimo di attesa decidiamo di salire anche noi sull'avancorpo del Cellon e seguire gli altri sulla linea di "Bella Venessia".
Raggiungiamo in breve gli altri e ricomponiamo il gruppo, mentre sulla De Infanti il gruppo all'attacco s'ingrossa e di tanto in tanto sbuffa una cordata verso l'alto, andando ad intasare i punti chiave.
Per la seconda giornata "supaicrets" c'è Giulia a farmi da secondo. Parto a ruota di Matthias, recuperato da Roberto e iniziamo a salire sulle belle placche baciate dal sole, alla faccia dello spigolo.


Le nostre cordate tessono un lungo filo su cui, come la giornata precedente, si rincorrono leggere risate e incoraggiamenti. Superiamo con calma le difficoltà, attenti a far le cose per bene, e quasi senza accorgersene siamo sulle placche sommitali.
Con un'unica calata in doppia raggiungiamo il sentiero che in breve ci riporta al parcheggio, dietro di noi scende anche Fabrizio, che a dieci giorni dall'intervento al ginocchio è già che arrampica, anche se quando cammina zoppica! Non si può avere tutto!
Mentre riponiamo l'attrezzatura ci sono ancora cordate che salgono: giornata trafficata, ci saranno state quaranta cordate oggi sul Pilastro. Un'ultimo sguardo al pilastro e a chi lo sale. Una foto tutti assieme sullo sfondo della via salita e poi giù a brindare alla fine del corso!

3 commenti:

Giulia ha detto...

Due giornate bellisime, degli ottimi istruttori e in generale una compagnia eccezzzzionale :) non vedo l'ora di rientrare per affrontare delle nuove emozioni in parete!!!

Carlo de Ts ha detto...

Eh cayo, come i dise? la classe non è acqua, poben, intanto tanti auguri! i se 35 anca per te!
cayooooo i se diventa vechi!
Saluti a tutti
ps : sono diventato zio di emanuela!!

Laura ha detto...

la balla compagnia è la fondamenta di una buona gita, puoi essere in paradiso, ma se sei circondato da str... o no?