Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 28 giugno 2010

Monte Terzo, dal Pian delle Streghe


Sulle cime de la Tenca
Per le fate è un bel danzar.
Un tappeto di smeraldo
sotto il cielo il monte par.
Nel mattino perlato e freddo
de le stelle al muto albor
snelle vengono le fate
su moventi nubi d'òr...
(Giosuè Carducci)


Interminabili!
I 10,5 chilometri che separano Cercivento dal Pian delle Streghe non finiscono mai e ringrazio il cielo che Gabriele dorme tranquillo nel suo seggiolino, mentre curva dopo curva, tornante dopo tornante, alternando colpi di clacson, guido la mia punto su per questa stretta strada senza barriere!
Non è la prima volta che vengo quassù (l'ultima, due settimane prima dalla nascita di Gabriele!), ma le altre volte aveva sempre guidato Luca.
Domenica mattina, dopo varie indecisioni, carico Nicholas e Gabriele in auto e alle 8:30 siamo in viaggio verso Sutrio, meta odierna il monte Terzo con la sua bellissima croce di vetta. Gabriele sceglie per fortuna la seconda parte del viaggio per addormentarsi e non lo svegliano nemmeno tutti i sconquassamenti dovuti alla grossolana sterrata che ha sostituito l'asfalto dopo l'ennesimo tornante. La strada ora sale con visuale aperta sui ripidissimi verdi che calano giu fino al Canale di San Pietro e oltrepassate le antenne del monte Tenchia , dopo ancora un paio di tornanti arriviamo finalmente al parcheggio sotto l'osservatorio astronomico.

Questo è un posto che ogni volta che ci salgo mi lascia senza fiato per la sua bellezza e la stanchezza della lunga strada lascia il posto alla meraviglia: sembra di essere sulle Highlands Scozzesi! Tutto è verde qui e il Cimon di Crasulina svetta sopra i piccoli laghetti di Zoufplan incassati in una piccola valle poco distante e invisibile da dove siamo parcheggiati. Dietro una piccola forcella il Coglians e la Chianevate svettano con la loro mole rocciosa striata di bianco in netto contrasto con tutto il verde che regna qui.
Narra la leggenda che proprio in questo luogo le streghe bionde che arrivavano dal Nord si davano appuntamento unitamente a quelle residenti nelle valli e nelle "buses das aganes" in Carnia. Streghe che davano vita a una danza "feconda": infatti, dalle loro movenze come per incanto nascevano nei prati cerchi concentrici fatti di gigli, di campanule e di fiori d'aglio orsino.(http://www.turismoruralefvg.it/)

Spengo il motore e Gabriele si sveglia con un "uh? uh?" guardandosi affascinato e curioso in giro puntando la sua manina a destra e manca:"si Gabriele, quelle sono le montagne grandi grandi!". Sorride felice di essere in un posto nuovo e sgambetta in giro con il suo fratellone mentre preparo lo zaino e indosso gli scarponi. Per un po' lo lascio camminare e proseguiamo a piedi sulla sterrata ma dopo un po' si stufa e me lo carico in spalla mentre ci raggiunge una coppia di Paluzza con cui scambiamo un po' di chiacchiere fino ai laghetti dove ci separiamo: loro si fermano qui mentre noi, imboccato il sentiero 155 scendiamo alla piccola forca di Tierz che divide il Cimone di Crasulina dal monte Terzo.



La raggiungiamo e risaliamo il suo versante dapprima con stretto sentiero, poi con larga mulattiera che dopo un tornante s'infila in una specie di trincea. Ancora pochi metri e ne raggiungiamo la piccola vetta con la sua particolare e decorata croce.
 
 


 
Il panorama tutt'attorno è stupendo! Solo verso sud aleggia un po' di foschia dipingendo di varie tonalità di blu le montagne più lontane.



Scattate un bel po' di foto lasciamo la cima alle mosche dispettose che ne reclamano la proprietà e ci sediamo pochi metri più giu dove mangiamo i nostri panini...compreso Gabriele!



Esplorata anche una piccola quota che si erge li vicino e risistemata alla bene e meglio la sua piccola croce di legno rotta, dopo un'ora e mezza decidiamo di ritornare sui nostri passi e fare una piccola visita ai laghetti di Zoufplan.




In breve siamo di nuovo sulla sterrata e dopo una veloce discesa sui verdi raggiungiamo le loro limpide acque. Dopo un po' di sassi lanciati nell'acqua tra i gridolini felici di Gabriele, raggiungiamo di nuovo l'auto.



E' ora di ritornare a casa e ci aspettano tutti quei lunghi chilometri fino a Cercivento! Gabriele si addormenta esausto nel seggiolino: un'altra cima è stata raggiunta oggi, una "prima" per tutti e tre!   



7 commenti:

Annarita ha detto...

ma che incipit cara Alpingirl!
che bello vedere l'allegra famigliola in giro per i monti!

lorenzo ha detto...

anche a me piacerebbe dormire in auto come l'alpinfrut, ma mi tocca sempre guidare

Carlo de Ts ha detto...

dopo una bella camminata sarebbe bello ddormentarsi e avere l'auto che ti riporta a casa, ma non è sempre cosi! Crescerà anche l'alpinfrut! che bella giornata avete passato! Senza Luca poi...

Laura ha detto...

Ma questo bambino ha l'aria dell'alpinista esperto oramai! nadia sei in gambissima! Marito a scalare e tu a scarpinare coi bimbi! Ottimo!

Piero ha detto...

ben siete un esempio per tutte le famiglie "montanare" assieme o divisi ma sempre in montagna, eccezzionale

Nadia l'Alpingirl ha detto...

Grazie a tutti voi per i bellissimi e simpaticissimi commenti che ci lasciate!!!

Francesca ha detto...

E' vero: quella strada è interminabile ma il posto è di una bellezza unica. Avete individuato il Plan des strìes?
Un abbraccio