Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 13 giugno 2010

Sentieri in pausa

Una falla nel sistema informativo lasciava ignari del fatto che la giornata di aggiornamento su ghiaccio veniva spostata dal Canin in Marmolada. Robertone, anche se impegnato in faccende domestiche, commentava "in giornata? neanche con l'elicottero!", Roberto lavorarava fino a tardi, Fabrizio è reduce dall'operazione al ginocchio, e il sottoscritto quotava Robertone. E cosi, visto che in casa avevamo programmato un fine settimana separato, sabato decido di andar via in compagnia di Indy, che come vede il trasportino entrare in macchina inizia ad agitarsi in preda alla frenesia.
Solitamente il decidere una meta all'ultimo minuto mi spiazza un pò, verso sera mi impigrisco e non ho voglia di stare a pensare. Stavolta è diverso: la meta salta fuori subito.
Parto alla volta di Passo Pramollo con destinazione Malga Biffil. Arrivati al passo ci accoglie un bel vento forte e una temperatura che sfiora i 18°, sotto un cielo zaffiro.
Imbocchiamo la sterrate che sale verso malga Auernig e, oltrepassatala arriviamo, dopo un pò a malga For, che lasciamo alla nostra sinistra per proseguire verso Forcella Cerchio.




La forestale sale senza grosse pendenza, anzi a volte si perde quota, tant'è che prima della forcella mi ritrovo pressoché alla quota di partenza.
Ora il sentiero si fa più ripido e in breve usciamo dal bosco ed entriamo nell'anfiteatro lunare del Monte Cerchio e dei suoi bizzarri pinnacoli. Dal verde intenso e calmo degli abeti, al bianco abbagliante del calcare. Indy sembra spiazzato dal cambio di scena, poi parte a razzo, nuovamente in esplorazione e mi aspetta sulla Forcella Cerchio, quasi a voler condividere lo spettacolo che ci aspetta.


Sotto di noi si apre una splendida conca erbosa, tutta rigogliosa di fioriture e ricca di acqua, con al centro i ruderi della Malga Cerchio.
Da qui in poi il tempo sembra fermarsi, prendersi una pausa. Il sentiero che percorriamo è una traccia nitida nel verde, ma a parte qualche impronta di ungulato altri segni di passaggio non ci sono.


Risaliamo il versante opposto della conca e passiamo nei pressi di una piccola baita in legno, seguendo il sentiero che ci porta verso malga Biffil, che raggiungiamo dopo un lungo traverso pianeggiante che ci porta ad un'insellatura, da cui con una breve discesa arriviamo, accaldati e assetati alla malga. 

Indy beve avido dalla sua ciotola esembra non volersi muovere dalla sua postazione, all'ombra del tavolo di legno.
Anche la Conca di malga Biffil è meravigliosa, solitaria e ampia, con una bella vista sulla parete nord dello Scinauz, la cui mole ci sbarra la vista a sud.
Sentieri silenziosi che portano ad un angolo lontano delle nostre Alpi, fuori dalle rotte escursionistiche.
Mangio una mela e preparo il pranzo di Indy, che però, al momento sembra gradire ancora acqua, mi alzo e mi dirigo verso il fondo della conca. Mi giro e lo chiamo: vedo il suo testone alzarsi e guardare, svogliato. Gli faccio un cenno con la mano di venire, e sembra proprio a malincuore, si alza, si stiracchia e si lancia di corsa nella mia direzione.
Con in mano la relazione della guida delle Alpi Giulie e gli appunti di Gigi Burra, il decano degli Orsi, vado alla ricerca della traccia per salire la normale dello Scinauz. La descrizione di Gigi è quasi millimetrica, d'altro canto ha passato una decina d'anni in servizio lassù, come maresciallo dell'areonautica, e la montagna la conosce come le sue tasche. Mi addentro nel bosco e arrivo in vista della forcella tra lo Scinauz e la quota 1892. Ok! La via lo trovata, ora posso tornare indietro.
Alla Biffil a Indy è tornato l'appetito e dopo le sue crocchette cerca l'approccio con le mie mele. 
Finite le mele ci prepariamo al ritorno sotto un sole cocente. Risalire nella ugheta fino alla selletta è una botta, am una volta raggiunta il sentiero torna piacevole, lungo i saliscendi del 504.
Raggiungiamo la baita di legno dove troviamo un'allegra comitiva di austriaci alle prese con speck e birra, sono saliti dalla strada che sale agli impianti del Gartnerkofel e si informano da dove veniamo. Alle mie spiegazioni si illumina lo sguardo di uno di loro che mi lascia la mail per mandargli le foto delle cima quando ci torno. "Ja mein Herr"  esubito mi viene offerta una birra, che a malincuore rifiuto, ma che rimando all'arrivo alla macchina.
Raggiungiamo nuovamente la forcella Cerchio e Indy approffitta di ogni rivolo per rinfrescarsi: la giuornata è particolarmente calda per lui.
Di nuovo sulla forestale il passo si fa morbido e leggero, mentre ringrazio mentalmente il Burra per le notizie, raggiungiamo Pramollo, dove mi concedo finalmente una birretta, mentre Indy gioisce dell'acqua fresca del lago.

7 commenti:

Giovanni ha detto...

bel giretto!
ma come, niente birra per Indy ;-)?

Carlo de Ts ha detto...

se sono a casa ci verrei anch'io in Scinauz cayo, fammi sapere quando avresti intenzione. la mail ce l'hai

Piero ha detto...

mmmh, interessante. aspetto di leggere della salita

Laura ha detto...

che bei posti, veramente un angolo dimenticato e fuori mano. ho visto la cartina, saran dieci km dal passo no?
sarebbe interessante far il giro e scendere con il 504, ma ci vorranno due auto presumo no? che dici?

giulia ha detto...

Giro proprio bello!!

Giovanni ha detto...

dì che la sera prima avevi tirato tajus....

frivoloamilano ha detto...

Mi piacciono i sentieri solitari e appartati. Rendono i nostri sensi più reattivi e percepiamo ogni più piccola sfumatura. Bella definizione "sentieri n pausa"

ciao ;-)