Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 16 novembre 2010

Arco

Dopo un mese passato tra organizzare gare e manifestazioni, condito da fine settimana piovosi e poco proficui dal punto di visto alpinistico, finalmente si ritorna in montagna: con alcuni Orsi si parte venerdì sera alla volta dell' Alto Garda e della Valle del Sarca.
Arrivati a tarda sera ci caliamo nella movida subito dopo aver lasciato i bagagli in albergo e... tutto tace, tutto chiuso, alla fine capitiamo al Gatto Nero, dove l'oste ci accoglie con un "sapevo che arrivavate, per Arco a quest'ora è tutto chiuso!"
E cosi ci rimaniamo fino a tarda ora, giusto per ambientarci.
L'indomani, per alcuni, il concetto di pronti e via non è del tutto chiaro evidentemente e i preparativi si dilungano... Finalmente partiamo alla volta di Sarche con meta il Piccolo Dain. Ci sono due vie che ci interessano: Amazzonia e Orizzonti Dolomitici. Ci prepariamo in fretta e imbocchiamo la stradina che porta alla presa dell'Enel, da dove partono le vie. Sorpresa! Piccola ressa all'attacco! Rapida intesa di sguardi con Roberto e decidiamo che si cambia aria! E qualcuno osa anche commentare...
Ci dirigiamo nuovamente verso Arco. Ormai son già le undici (...) e optiamo per far qualcosa nel settore placche zebrate.




Bepi con Federico prova Similaun, mentre Io e Roberto, con Lucilla, Beppino e Claudia, saliamo una via più facile dall'orrido nome di Cane Trippa. La via è facile e adatta alle capacità dei nostri compagni, anche se alla fine qualcuno ne esce provato. La giornata è tiepida e la roccia buona, anche se a tratti gli appigli mostrano l'unto di innumerevoli passaggi.




Le placche sono affollate e parlano mille lingue: una babele dell'arrampicata.

Nel primo pomeriggio usciamo sul sentiero che in breve ci riporta al parcheggio, dove troviamo Bepi e Federico, che nel frattempo si erano calati a metà via.
Rientriamo ad Arco per una vasca in centro e per una birretta in compagnia di Sonja, Alfredo e Alessandro che ci hanno raggiunti in mattinata e si sono dedicati alla falesia.
Tra mille peripezie (e non solo) Bepi ed Io riusciamo a rintracciare il numero di Claudio, amico di Arco che non ci perdonerebbe di sicuro di essere stati a "casa sua" senza salutarlo!!
Cena a base di carne salada e fagioli, innaffiata da un buon rosso prima di andare a dormire: domani si torna in parete.
E complice una sveglia più mattutina riusciamo ad arrivare al Piccolo Dain prima di tutti. Beppino si aggiunge a Sonja & C. e  va in falesia, cosi le cordate sono pari. Io e Roberto saliamo Amazzonia, mentre Bepi, Lucilla, Federico e Claudia salgono la più facile Orrizzonti Dolomitici.




La roccia è ottima, anche se nella prima parte, la vicinanza al fiume crea un velo di umidità sulla parete. Al terzo tiro sento un caldo appiccicaticcio alla mano e mi ritrovo a rimirare il pollice sinistro che trasuda sangue! Mi si è riaperta la ferita, sostituisco il cerotto, ma la salita è fastidiosa, lascio del tutto l'onere del primo di cordata a Robertone e salgo con pollice alto... alla Fonzie!
Dalla via a fianco ci raggiunge la voce di Lucilla "Bepi tira! Bepi dove vado? Bepi e adesso?" Bepi paziente la incoraggia, non ci sono grossi problemi e continuiamo la nostra salita.
Il nostro pensiero si concentre sul tetto che incombe sopra di noi, dalla relazione sembra che dobbiamo prenderlo di petto, ma non capiamo dove, finché alla sosta subito sotto vediamo un paio di spit che tagliano obliqui, aggirandolo sul verticale margine destro e portandoci su di un comodissimo terrazzino, molto aereo al centro della parete.
Dall'uscita ci separano delle belle placche e un divertente diedro che superiamo in un solo tiro. Usciti!
Sistemiamo il materiale e ci dissetiamo un pò mentre aspettiamo gli altri. Il tempo passa e non si vedono:torniamo sui nostri passi ma non li scorgiamo. Due ragazzi di Vicenza di dicono che gli mancano un paio di tiri, ma una signora è piuttosto cotta.. se vi sentisse Lucilla!
Ci sediamo rischiarati da un pallido sole e aspettiamo. Dopo un'ora e mezza vediamo spuntare il casco di Bepi, poco dopo una stanca Lucilla e Federico con Claudia.
Eccoci tutti. un momento di pausa e via verso le auto.

7 commenti:

Luca ha detto...

Complimenti. Bellissima descrizione.
Fresco fresco di corso CAI di arrampicata mi appassiona sempre di più questa disciplina nuova per me.
Giusto per avere un metro di paragone di che grado sono le due vie che avete fatto? Quanti tiri?
Per quel poco che abbiamo provato devo dire che amo le vie lunghe di più tiri che sanno di vera montagna.

Grazie per le belle emozioni che suscitate leggendovi.
Ciao
Luca

loi ha detto...

Bravi ragazzi,così si fà!!!
Mandi a ducju

carlo de ts ha detto...

cayo era ora che tornassi su "pei cretti"
tutto bene a casetta? l'erede inizia già a arrampicare? ah ah
ciaaaooo

Antonella ha detto...

una parvenza di sole almeno lo avete trovato!

Luca l'Alpinauta ha detto...

@Luca: le due vie erano di 200 e 250m per 7 e 11 tiri, con difficolta di 5b/4a/3a la prima e 5b/5Cmax la seconda
@Loi: aspettiamo con giuoia il suo spettacolare ritorno sulla ribalta alpinistica
@carlo: va in mona
@Antonella: un pò di fortuna non guasta

piero ha detto...

la zona del garda dal punto di vista escursionistico deve essere interessante, ho trovato poco come notizie. sapete se è coperta da qualche cartina?

Annarita ha detto...

ci si chiedeva se eri sparito dopo le selezioni... bene bene,