Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 20 novembre 2013

Col Curiè

Sabato mattina, Sappada ci accoglie letargica e innevata. Ci fermiamo a bere un caffè nell'unico bar che troviamo aperto e valutiamo cosa fare. L'idea è quella di salire alle Crode dei Longerin dal rifugio forcella Zovo, sopra San Pietro di Cadore, ma dopo aver superato l'abitato di Costalta e percorsa la stretta e un po' dissestata rotabile per un lungo tratto, nei pressi della malga agriturismo Monte Zovo, la strada diventa innevata e decidiamo di parcheggiare. Un pensiero al dislivello che ci aspetta e all'incognita di quanta neve ci sarà lungo il tragitto e passiamo al "piano B". 



Il Col Curiè era entrato nella mia lista di cime da salire per la semplice curiosità delle tre croci di vetta poste in cima! Ora ci osserva poco più in là: non è una cima attraente, dal basso sembra un boscoso panettone! Ma oggi sarà la nostra meta alternativa, con dislivello accettabile per le condizioni d'innevamento attuali. Saliamo lungo la strada innevata, oltrepassando il bivio per il vicino rifugio, raggiungendo la sella e scendendo un po' lungo la strada che, dall'altro lato del Col di Tamber, porta alla borgata di Valle e poi di nuovo a San Pietro di Cadore. Per fortuna che abbiamo optato per l'altra strada... questa è tutta innevata!!! 


Oltrepassato il Col della Sentinella, intercettiamo la strada con segnavia 158 e raggiungiamo La Forceta, la piccola sella che lo separa dal Col Curiè. 



Sbuffi di nebbia salgono dal fondovalle verso un cielo azzurro e un sole splendente che preannunciano una gran bella giornata! 
L'aria è frizzante e così possiamo testare i capi Columbia appena arrivati! Caldi e leggeri proseguiamo verso la cima:

Da qui in poi saliamo nel bosco innevato, seguendo i segnavia del sentiero che serpeggia su lungo il fianco ovest del Col Curiè, sbucando poi tra mughi ricolmi di neve, in un ambiente fiabesco! 



Di tanto in tanto cascate di neve cadono giù dagli alberi, sperando di non esserne colpiti, mentre Luca avanza battendo la traccia nel soffice biancore. Il panorama si fa sempre più ampio e raggiunto il pendio terminale, le tre croci iniziano ad intravedersi sulla vicina cima. 





Ancora un po' di zig zag e raggiungiamo l'ampio pianoro sommitale: e il panorama è davvero incredibile e ampio. Lo sguardo spazia a 360° su tutte le cime, dalle vicine Crode dei Longerin, al Peralba, dal lontano Antelao alle Terze e al Siera, fino ad oltre le cime di confine dietro a noi. 





Il caldo si fa sentire, sciogliendo la neve, riscaldandoci il viso mentre scattiamo le rituali foto di vetta e pranziamo soli soletti. 




E poi ecco che alcune voci annunciano l'arrivo in cima di altri tre escursionisti, che ci ringraziano tantissimo per aver battuto la traccia nel bosco: vista l'abbondanza di neve avrebbero avuto qualche problemino nell'individuare il giusto percorso! Li lasciamo a godersi la cima, mentre noi ci rimettiamo in cammino e scendiamo pian piano, lungo la traccia resa viscida e pantanosa dallo sciogliersi della neve, fino a raggiungere di nuovo l'auto, dove scambiamo quattro chiacchiere con Ivan, il gestore dell'agriturismo, che c'invita a ritornare, anche durante l'inverno, per le numerose iniziative che organizza ogni anno, in tutte le stagioni. Ecco un' altra persona che sa tenere viva la montagna, mentre i rifugi chiudono i battenti! Sarà un piacere ritornare, sapendo che ci sarà una bella e calda accoglienza!            

7 commenti:

montagne sottosopra ha detto...

oltre ad esserci sempre una via più difficile, a volte è bello che ci sia un piano B, ti risolve i problemi e ti regala giornate inaspettate !

Via Normale ha detto...

ormai lo scenario è cambiato ... qualcuno sta già affilando piccozze e ramponi... e noi ci acconteremo delle ciaspe!

ciao ;)

Luca l'Alpinauta ha detto...

in effetti il piano b è sempre da tenere a portata di mano.. per le picche ormai si contan i giorni!

Nadia ha detto...

Piani A o piani B, basta andare e trovarsi sempre in bei posti!!! La neve è caduta abbondante e questo evidentemente era solo un anticipo!!!...e qualcuno sta veramente già affilando ramponi e picozze!!!...rispolveremo le ciaspole...al bisogno!! ciao ad entrambi!!!

ErnestoM ha detto...

Che bella gita, quella sul Curié! 4 luglio 2010, giornata abbastanza bella, in vetta diverse persone e ... un gregge di 40 pecore! Davvero una cima interessante!
Ernesto e Iside

Nadia ha detto...

Ciao Ernesto e Iside, avevo letto in qualche descrizioni della presenza delle pecore su questa cima..ora sicuramente al calduccio in qualche ovile. Allora è un bene che ci fosse la neve, altrimenti che profumino!!! ;oD

Anonimo ha detto...

Il bello di un'avventura e' poterla raccontare,anche quando fallito il piano B, nn resta che l'istinto e l'intuito, il calcolo del tempo rimanente, per raggiungere almeno un riparo. Il fisico, messa da parte la stanchezza, riparte mentre il ritorno fatto in silenzio e', carico di consapevolezza e rispetto della vita e, della difficolta' superata
17/09/2013 ferrata "Costantini" neve e ghiaccio.
Gimbo & co