Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 7 aprile 2016

Avventurando sul Chila

Meno male che doveva essere un piano B tranquillo!
Dopo aver visto alcuni canali ancora innevati sul Gran Monte e temendo che il sentiero passi proprio per uno di essi, arrivate a Lusevera abbandoniamo il piano A e proseguiamo verso il Passo Tanamea e l'abitato di Uccea. Il piano B prevede un giro più "soft" del precedente: la salita al monte Chila ci risparmierà un po' di dislivello ma il panorama sarà lo stesso molto bello.
Imboccata la strada che da Uccea porta a Sella Carnizza, parcheggiamo l'auto vicino alla partenza del sentiero 732.


Una mulattiera sale alla borgata di ta pod Mali Kukan, per poi proseguire in un bosco di faggi, dove incontriamo alcune deviazioni che portano ai ruderi di ta pod Wraci e ta na Mali Kuwce.


Tra una chiacchiera e l'altra arriviamo all'unico tratto dell'escursione che pensiamo possa essere impegnativo, visti i "puntini" sulla cartina: il percorso "incriminato" si sviluppa su una cengia erbosa a picco sulla Valle di Uccea. Destreggiandoci con cautela lungo lo stretto passaggio, afferrando anche provvidenziali cespugli di Ginestre, proseguiamo oltre, con percorso leggermente meno esposto, passando alcuni impluvi innevati, risalendo a stretti  e ripidi tornantini prima un pendio erboso e poi un viscido tratto boscato. L'idea di ritornare per questo sentiero inizia a metterci qualche pensiero ma rimandiamo la decisione a più tardi, dopo che avremo raggiunta la meta. 





La meta... raggiungerla si fa sempre più arduo! La neve inizia a farsi vedere sempre più consistente sul sentiero e i segnavia ci aiutano a destreggiarci tra gli alberi, in alcuni punti talmente fitti e ombrosi da nascondere il tepore del sole lattiginoso di oggi!



Passo dopo passo, avanziamo a turno battendo la traccia e finalmente giungiamo nei pressi dei ruderi di casera Chila. 


L'omonima cima s'intravede tra gli alberi che ci circondano e dopo aver consultato la cartina, andiamo alla ricerca di quella traccia nera che dovrebbe portarci sulla sua vetta. Una freccia gialla su un albero sembra indicarne la direzione e iniziamo l'incerta ascesa...
Sì, perchè non c'è proprio una traccia da seguire... semplicemente saliamo, da zolla a zolla, di albero ad albero, di ciuffo erboso a ciuffo erboso!


Dietro a me regna il silenzio... tutte impegnate nella ripida salita! La cima erbosa e innevata dista poco ormai e quando ne raggiungiamo l'apice, possiamo finalmente riposarci e ammirare il panorama!







Il ritorno sarà "psicologicamente" più facile dell'andata, grazie ai ramponcini sempre presenti nello zaino! Pure la cengietta erbosa non sembra più così brutta come all'andata! Rimane comunque un sentiero da fare con cautela...

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Che stagione balorda questa........ non si sa mai che sorprese con la neve sui pendii...... mi sa che più di qualche volta toccherà mettere in moto il cjarviel . Comunque quella cima ha un bel panorama

Nadia ha detto...

Tocca scegliere bene le mete...ma questo calduccio già sta sciogliendo la maggior parte della neve! Tra un po' saliremo più tranquilli...ma meglio tenere ancora un po' quei ramponcini nello zaino...si sa mai qualche tratto in ombra ancora innevato!!!
Ciao Luca