Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 26 ottobre 2018

Piani B: ravani avventurosi sulla Via Alta

Tiziana è scappata! Non è più tornata a camminare con noi!
E se fosse con noi oggi la capirei!
Ripenso a quella prima e unica gita assieme a lei, e sorrido: anche quel giorno eravamo sulla Via Alta e già allora era un bel ravano!

La meta di oggi, mercoledì, doveva essere una cima! Ma le previsioni danno forti raffiche di vento in quota e l'idea di faticare e non potersi fermare in vetta ci fa optare per un cambio di programma: andremo sulla Via Alta, da Patoc a Saletto, così saremo al riparo del vento e io e Silvia potremo completare il giro che avevamo iniziato con Tiziana nel 2015. Raggiungiamo il piccolo paesino di Patoc e parcheggiamo nell'ampio spiazzo ai piedi della chiesa.




L'aria mattutina è fresca mentre passiamo accanto alle case silenziose ma già quando iniziamo a salire lungo il sentiero, cominciamo a toglierci i giubbotti.



Il sole fa capolino da dietro le cime e illumina pian piano la sottostante Val Raccolana e le case di Patoc. Ben presto ci ritroviamo tutti in maniche corte e, raggiunto il bivio con il Cuel da la Bareta, prendiamo a destra e ci incamminiamo sulla Via Alta.










Durante il brutto incendio del 2013 il sentiero ha subito parecchi danni, ma la curiosità di percorrerne almeno il primo tratto da questo lato della valle, ci spinge ad andare avanti: alla peggio faremo dietro front!



Mauro apre la fila, Renato la chiude, in mezzo io, Barbara, Diana e Silvia chiacchieriamo allegramente...almeno fino al primo franamento! Con un po' di attenzione passiamo dall'altra parte e proseguiamo, alternando tratti di sentiero erboso a tratti rocciosi, scavalcando alberi schiantati e grossi massi, sfasciumi e franamenti vari, sotto erte pareti rocciose o sopra vertiginosi baratri, dove l'esposizione è parzialmente celata dall'erba alta e dagli alberi scheletrici e anneriti.























La natura, dopo il rovinoso incendio, si sta riappropriando del suo territorio e ne troviamo un bellissimo esempio in un tratto dove, in mezzo ad alberi anneriti, spicca una vistosa fioritura di fiorellini gialli!













Il contrasto è davvero bello, così come il rumore del vento tra le fronde degli alberi e come l'antro gocciolante che ci ripaga delle fatiche fatte e che ancora ci aspettano.






Si, perchè se l'idea iniziale era solo di dare un'occhiata alla prima parte del percorso, alla fine ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo e siamo andati avanti, ben consci che il rientro sarà lungo! Per di più manchiamo completamente il bivio con il sentiero 641 che scende a Saletto! Per fortuna ce ne accorgiamo in tempo e non arriviamo fino ai Piani del Montasio!!! Santo Orux Maps!!! Ripercorriamo un breve tratto a ritroso e ci mettiamo alla ricerca del sentiero che è completamente scomparso!!!


La nostra "segugia" Silvia individua in mezzo agli alberi il tetto del diroccato stavolo "Le Selve", già visitato nel precedente giro con Tiziana. Scendendo con cautela il ripido e scosceso pendio di alberi scheletrici, lo raggiungiamo per poi cercare in giro il proseguo del sentiero. Individuati alcuni sbiaditi bolli rossi, iniziamo a seguirli e pian piano perdiamo quota.



Dopo un bel po' di ravanamenti ci ricolleghiamo a una traccia un po' più evidente che ci guida verso le sottostanti case di Saletto.







Ora bisogna pensare a come ritornare alle auto e intravista una signora in un cortile, Silvia e Barbara non si fanno problemi e spudoratamente le chiedono e ottengono un passaggio fino a Patoc! Naturalmente la gentil signora verrà ricompensata e per chi resta qui, ci sarà una comoda attesa presso la fermata della corriera, dove si verrà prelevati una volta recuperate le auto.


Che dire? Una giornata in cammino su sentieri molto selvaggi, dove la natura torna a far da padrone e l'uomo deve adattarsi.... almeno fino a quando questi sentieri non verranno ripristinati.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un percorso, come sempre, degno di nota: per paesaggio, tracciato (non tracciato!) e suggestioni varie.

La vista di un bosco arso da un incendio mi provoca sempre una ferita dolente…perciò è bello vedere come, poco a poco, la Natura riesca a riappropriarsi dei propri spazi, come il bosco si sforzi in ogni modo per tornare ad essere bosco. Mi chiedo sempre però, in questi casi, se tornerà ad essere quello di prima: il bosco non è fatto solo di alberi ma anche delle tante diverse specie che lo abitano formando la sua ricchezza. Speriamo che anche questo bellissimo angolo di montagna torni ad acquistare il suo originario benessere.

Un abbraccio, lauretta

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Nadia ha detto...

Cara Lauretta!!! Ogni tuo passaggio nel nostro piccolo "mondo" ci riempie di piacevoli ricordi!!!! Chissà se ci rivedremo un giorno, su qualche cima, magari nelle Dolomiti o, speriamo, un po' più ad est, nel nostro amato Friuli. O chissà, che un giorno non veniamo noi dalle vostre parti!!!
Un abbraccione da parte mia e di Luca!!!!