Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 14 aprile 2020

La montagna "sospesa"

E' passato più di un mese dall'ultima volta che siamo saliti su una cima.
Più di un mese "bloccati" a casa, con il divieto di uscire se non per le strette necessità.
Più di un mese in cui, in un modo o nell'altro, abbiamo cercato un'alternativa mentale alla grande passione che accomuna molti di noi.


La montagna "sospesa", messa in pausa, così come il nostro navigare settimanale dalla pianura verso quel mare verticale, fatto di onde a volte calme e erbose, a volte alte e rocciose, che tante volte ci hanno accolto e, a volte, pure rifiutato. 


Un mese di giornate a dir poco meteorologicamente perfette, limpide e calde, nelle quali abbiamo camminato in tondo, sfruttando le zone comuni condominiali, su e giù per rampe e scale, macinando chilometri e chilometri, tutto pur di mantenere una decenza di allenamento. 




Allora ci siamo messi in viaggio virtualmente, oltreoceano, lungo sentieri e passi, attraverso ampie e selvagge vallate di cui avevamo solo sentito parlare! 
Ci siamo ritrovati così a percorrere il Pacific Crest Trail, dal Messico al Canada, attraverso la natura selvaggia della California, Oregon e Washington, un viaggio lungo cinque mesi e 2668 miglia, che ci ha riempito gli occhi di bellezze sconosciute. 
Assieme ad altri escursionisti, abbiamo portato gli scarponi di Paul, in un toccante viaggio lungo l'Appalachian Trail, per esaudire un desiderio, realizzato però dopo la sua morte. 
Siamo scesi sciando, assieme alla coraggiosa Caroline, lungo i vertiginosi canali innevati delle Utah's Wasatch Mountains e corso assieme a Katie, Emelie e Ida lungo i fiordi Norvegesi, di rifugio in rifugio, lungo creste affilate "sospese" tra cielo e mare. 
Abbiamo seguito un gruppo di sciatori, snowboarder, scienziati e guaritori, nelle foreste di betulle del Giappone, tra i cedri rossi della British Columbia e i pini Bristlecone del Nevada, gli alberi più longevi del pianeta, scoprendo tra gli anelli la loro storia antica.
Siamo rimasti aggrappati alla parete di El Capitan con Alex Honnold, nel suo Free Solo, e trascinato slitte attraverso i ghiacciai del Pachistan, per sciare su una delle più belle cime del pianeta a 5880m di altezza.
E camminato e camminato per 440 km lungo le selvagge lande della Svezia e per sei giorni nel Jotunheimen in Norvegia.
Quasi quasi siamo pure stanchi! Ma per ora il riposo non manca!
Nel frattempo Pasqua e Pasquetta se ne sono appena andate, tra grigliate fumanti, brindisi virtuali e auguri reciproci, con internet che abbrevia le distanze e ci fa sentire vicini a chi, come noi, soffre della "mancanza dell'alpe". 


Rimaniamo in attesa, sospesi, aspettando il momento in cui potremo di nuovo rimetterci in cammino, lungo sentieri reali e vie verticali. Con gli occhi puntati in su, verso la meta che da tanto ci aspetta!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mandi,

magari lo sapete gia magari no ma se vi interessa

https://www.cai.it/la-montagna-a-casa-rassegna-on-line-dei-film-della-cineteca-del-cai/

occhio che sono da vedere non appena escono...

state bene e buona attesa... che goduria sara' quanto si torneraà lassù a cori pai trois!!!!

Nadia ha detto...

Ciao, sì, conosciamo questa bella iniziativa. Ma essendo a orari fissi, ci godiamo anche gli altri film-documentari presenti su youtube e vimeo: cercando si trovano veramente dei bei video.
Speriamo di tornare presto in montagna!!!
P.S. Scrivi il tuo nome alla fine del commento, così non sei più anonimo ;-)

Anonimo ha detto...

P.S..
già vero mi sono dimenticato... Giovanni

Nadia ha detto...

Oh là...grazie Giovanni! :D