Gia da una decina di giorni tengo sotto controllo il meteo e per questo sabato il sole è garantito! Con un giro di sms alle "girls" organizzo un uscita per rispolverare gli imbraghi dopo mesi e mesi (nel mio caso un anno e mezzo!) di inutilizzo.
Seppiù che uno non scelga qualche falesia per arrampicare, le ferrate a bassa quota scarseggiano. L'unica fattibile è la B.Biondi in Val Rosandra, gia percorsa tre volte e ottima per allenarsi.
Così sabato mattina, dopo avere prelevato Enrica, puntiamo l'auto verso il casello di Palmanova, dove ad attenderci c'è Silvia. Imboccata l'autostrada in direzione Trieste, puntiamo alla volta di Basovizza e imboccata la stradina per il monumento alle foibe, raggiungiamo poco dopo il paesino di San Lorenzo e il parcheggio per il belvedere sulla Val Rosandra.
Aperte le portiere dell'auto un vento patagonico che nel meteo su internet definivano moderato borino, ci assale: beh, se non altro l'imbrago servirà a non farsi spazzare via dalla ferrata!
Indossati berretti e guanti imbocchiamo il sent.1 e al bivio il 49a e passata la grotta con panca e tavolo raggiungiamo l'attacco della ferrata. Qui fortunatamente siamo al riparo dal vento e indossati gli imbraghi mandiamo avanti Silvia per il suo "battesimo" della ferrata.
Il sole scalda la parete che percorriamo ma i nostri muscoli da tanto inutilizzati sono "durs come cuargniui"!!!! Arrivate a un canalino verticale abbiamo l'onore di sentire Silvia imprecare alle prese con la dura risalita! Ma come? Silvia che va su dappertutto che impreca e arranca? Io ed Enrica quasi la prendiamo in giro ma quando arriva il nostro turno smettiamo subito e abbiamo il nostro bel da fare a risalire l'infido e ripido canalino! Ma come avevamo fatto le altre tre volte????
Le difficoltà sembrano enormi senza il dovuto allenamento e depresse quasi decidiamo di abbandonare l'impresa ma sostenendoci a vicenda andiamo avanti riposandoci nei tratti più semplici.
Il vento sul pianoro sommitale continua a soffiare forte ma dove ci troviamo siamo riparate e nonostante la foschia che alleggia sul mare ci godiamo il tepore del sole e il panorama.
A tre quarti della ferrata, dopo uno spigolo difficile, Enrica ci lascia:la sua ernia reclama attenzione e approfittando di una via d'uscita dalla ferrata decide di aspettarci alla fine del percorso. Guardo Silvia che osserva la scappatoia con mal celato interesse: "non vorrai mica mollare adesso che siamo quasi alla fine e i muscoli si sono appena scaldati?" le dico. Ridacchiando rassegnata prosegue, i tratti difficili sono ormai alle nostre spalle e poco dopo raggiungiamo tranquille la fine della ferrata. Enrica ci aspetta un po' dolorante sul pianoro sommitale. Doloranti lo siamo anche noi dopo tutto quel tirare di braccia e gambe ma nonostante la stanchezza e lo sconforto iniziale possiamo far rientro soddisfatte della nostra impresa! La prossima volta, ne siamo fiduciose, andrà sicuramente meglio e appena i muscoletti si saranno ripresi c'è un'altra ferrata a bassa quota che mi è stata suggerita: la "Furlanova" in Slovenia ci aspetta!