Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 23 marzo 2009

Dolomiti a quattro stelle

La prima forma di controllo antidoping risale alle Olimpiadi classiche, dove c'era un ometto preposto ad annusare il fiato degli atleti e controllare l'eventuale assunzione di vino, vietato agli atleti in quanto vasodilatatore. Cosa c'entra con le Dolomiti?
Niente, ma durante la salita a Forcella Giau, i sei-sette tajus della Festa del vino di Bertiolo mi inducevano tali ricordi legati alle chiacchierate con Enrico, mentre salivo verso i 2360 metri della forcella e i gradi dell'alcol cercavano la via d'uscita dal mio corpo. Ci vuole allenamento anche a bere, ed evidentemente non lo possiedo. Almeno non più. Dopo questo divino preambolo le gambe iniziano a uscire dall'impallatura ed il ritmo inizia ad essere quello giusto.
Saliamo verso la forcella Giau e il magnifico panorama ci induce a frequenti soste fotografiche.
Mentre Nadia si sta incamminando verso il Giaideit, io, con Marco, Giovanna, Giovanni, Elena e Gianpietro, salgo sotto le bastionate dei Lastoni di Formin, in direzione della Croda da Lago e del rifugio Palmieri. Arrivati a forcella Giau il Mondeval e il Pelmo ci si parano davanti, meravigliosi. Uno spettacolo che toglie letteralmente il fiato. Il bianco della neve, l'azzurro del cielo, i rossi e i grigi della dolomia si fondono in un'estasi che quasi non ci meritiamo, piccoli alpinisti in questa immensità.
Proseguiamo lungo l'alta via numero 1 in direzione di forcella Ambrizzola, continuando a meravigliarci ad ogni passo della giornata che stiamo godendo. La forcella ci accoglie con un vento sferzante e una vista mozzafiato sulla conca d'Ampezzo: Croda da Lago, Tofane, Pomagagnon, Fiames, Tre Cime, Cristallo, Antelao, Becco di Mezzodi fanno da regale corona a Cortina. Scendiamo in direzione del rifugio Palmieri con calma, ammirando con leggera invidia le tracce lasciate dagli sciatori scendendo dalla forcella Rossa. Arriviamo al rifugio cullati dal sole, e ci rilassiamo un attimo circondati da tutta questa bellezza.
Ripartiamo e costeggiamo il lago di Federa. Il sentiero inizia un lungo traverso ai piedi della Croda da Lago, fino a quando non inizia a scendere deciso nel bosco dopo aver svoltato a sinistra ai piedi del Ciadenes. Caliamo rapidamente nel Cason de Formin e in breve ritorniamo alla rotabile che sale a passo Giau.
Una giornata stupenda, lontana dalle folle. Quattro stelle meritate.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Che posto magnifico!!!! e che visioni. Ma son sogni o roba da doping?

Luca l'Alpinauta ha detto...

meglio dell'epo!
e non te lo trovano negli esami...

Anonimo ha detto...

foto e giornata bellissima

Anonimo ha detto...

belle le foto seppia! la neve portata dal vento rende bene cosi.

Anonimo ha detto...

Io azzarderei un 5 stelle:
1 - Infinite distese di neve decorata dal vento
2 - Lo splendido cielo blu
3 - I magnifici monumenti dei torrioni rocciosi delle Dolomiti
4 - La vista che si perde negli infiniti spazi
5 - La magnifica compagnia!!

Anonimo ha detto...

direi che si può dar ragione a Marco... giornata bellissima avete avuto

Maya ha detto...

Ce biel... La prossima volta mi avvisi prima e vi accompagno in cima al Pelmo in invernale ... ok? fatta ... ahahahah
Ciao

Anonimo Alpinista ha detto...

Maya guarda che ti prendiamo sul serio. dì tu la data, che ci facciamo trovare liberi!