Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 7 marzo 2011

Sabotino, tra sole e Bora

Dai su, sveglia che si va in montagna!
Il piccolo Gabriele si fa prendere in braccio subito e appena vede lo zaino scalpita! E si, tutto questo entusiasmo è di buon auspicio!
Oggi sui monti c'è pericolo valanghe tre marcato perciò scegliamo una destinazione tranquilla e con temperature adatte all'Alpinfrut: il monte Sabotino.
Caricato tutto in auto, si parte alla volta di Gorizia, Nova Gorica e Solkan dove Luca parcheggia poco prima del ponte sull'Isonzo e indossati gli scarponi lo attraversiamo ammirando le verdi acque che scorrono placide sotto di noi.


Giunti alla fine del ponte scendiamo con un ripido sentierino e ci incamminiamo sulla sterrata lungo l'argine dell'Isonzo costeggiandolo per un lungo tratto, aggirando le pendici del monte Sabotino e portandoci sul suo lato orientale dove dopo mezz'ora troviamo le indicazioni per la cima.




Saliamo lungamente con una bella mulattiera attraverso un bosco fitto dove l'unica visuale consentita è quella sul vicino monte Santo di cui il campanile attira gli sguardi interessati di Gabriele che dondolando la testolina simula il "din don" delle campane.



L'ultimo tratto di sentierino, ripido e tra le rocce, mette a dura prova l'Alpinauta ( a digiuno da un po' di salite in montagna causa i lavori nella nuova palestra) che sbuffa sotto il "leggiadro" peso dell'Alpinfrut! Quello gorgoglia felice ai rintocchi del campanile che segnalano l'arrivo del mezzogiorno e si gode la salita comodamente rosicchiando biscottini. Ancora pochi metri e arriviamo ad un piccolo pianoro dove si aprono due ampie gallerie e dove è stata ricostruita una piccola casetta in legno che ospita una postazione.



Ci soffermiamo poco, senza visitarle, anche perchè il soffitto basso mette un po' a rischio la testolina dell'Alpinfrut e salita una gradinata in cemento che passa davanti ad altre due gallerie, imbocchiamo l'ultima che con una scalinata interna e una breve galleria ci porta poco sopra il rifugio che si affaccia con una bella panoramica sul collio goriziano. Peccato che ci sia foschia oggi, altrimenti ci sarebbe una bella vista!



Dopo una breve visita ad un'altra galleria li vicino dove è stato ricostruito un alloggio militare ci sediamo sulle panche del rifugio all'aperto visto che il sole oggi ci fa godere un po' del suo tepore primaverile. Ogni tanto, qualche sbuffo di Bora ci scompiglia i capelli, ma il gusto di una buona Jota la fa passare inosservata.




Fatto il timbro nel rifugio, ci rimettiamo in cammino e risaliamo il sentierino che ci porta a cavalcare la lunga dorsale del monte Sabotino, divisa a metà dai cippi di confine, con panorama aperto verso l'Italia e la Slovenia. Con dolci saliscendi, tra raffiche di Bora alternate a intervalli di pausa e caldi raggi del sole, arriviamo al cippo con Rosa dei Venti che segnala la cima e firmato il libro di vetta e fatto un bel autoscatto, proseguiamo lungamente sulla cresta fino all'estremità orientale dove sorgono i resti della dolcissima chiesetta di San Valentino.





L'Alpinfrut, che nel frattempo ha schiacciato un breve pisolino, si rianima all'idea di scorazzare un po' in giro e sceso dallo zaino passa su e giu attraverso una porta ad arco dove, dalla stanza dell'altare può godersi la vista sul monte Santo e il suo "din don"!




Dopo esserci riposati un bel po' al caldo sole pomeridiano, ci rimettiamo in marcia e imboccato il sentierino sotto la chiesetta, scendiamo tra pietre e macchie di arbusti che iniziano a mostrare i primi segni primaverili. Con bella vista sull'abitato di Nova Gorica, ci ricongiungiamo con una mulattiera che percorriamo fino ad una deviazione che con un ultimo breve tratto di sentiero e una gradinata ci deposita sulla strada asfaltata e dopo un tornante di nuovo sullo slanciato ponte ad arco di Solkan.



Per il ritorno a casa optiamo per un bel giro tra i colli sloveni e passando attraverso piccoli paesini sospesi su terrazzi di vigneti rientriamo attraverso il valico di Vencò. 




Tra sole e Bora abbiamo trascorso una bella giornata assieme e l'Alpinfrut riposa esausto nel seggiolino: con l'arrivo della bella stagione ce ne saranno sicuramente molte altre!    

6 commenti:

Lorenzo ha detto...

E alla fine siete venuti dalle mie parti! Mi dicevi che volevi andare in cima arrivando in auto fino sotto al rifugio sloveno e poi siete saliti dalla nord, mi sa solo perchè avevi lo sherpa :-)

Laura ha detto...

che belle foto di Gabriele.
e bravi voi a muovervi sempre!

frivoloamilano ha detto...

Bello il Sabotino, ti sorprende.
Lo sherpa con il fiatone?...è giustificato però ;-)

ciao

Nadia l'Alpingirl ha detto...

@Lorenzo:..è stato lo sherpa a decidere per il sentiero....doveva fare allenamento ;o)
@grazie Laura
@frivolo: è giustificato....ancora un po' e sarà Gabriele a portarsi Luca nello zaino! ;oD

Dorino Bon ha detto...

Buongiorno ALPINAUTI. Come ho già detto a FRIVOLAMILANO e MONTAGNESOTTOSOPRA,lo ripeto anche a voi. Il vostro BLOG ALPINAUTA, FRIVOLAMILANO E MONTAGNE SOTTOSOPRA, sono i Migliori BLOG di Montagna del WEB. Ogni vostra Salita diventa un Bellissimo ed affascinante racconto, un modo genuino di far conoscere la Montagna. Siete dei Veri Scrittori di Montagna. Buona Montagna e Felice Vita da Dorino.Mandi

Luca l'Alpinauta ha detto...

Grazie Dorino! mi metti fn in imbarazzo! grazie!!!