Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 22 novembre 2012

Torkofel

Quante volte abbiamo detto che non c'è fretta? Che tanto le montagne ci aspettano? Niente di più veritiero. Con la pazienza di millenni hanno aspettato di esser salite la prima volta. Con la calma hanno visto passare eserciti, pellegrini e viandanti ai loro piedi. Con emozione si son lasciate salire dagli Alpinauti!!
Forse esagero, ma a queste montagne ho rivolto pensieri e desideri di salita come minimo da una decina d'anni e quindi un pò di emozione da parte loro per la prima visita mi piace immaginarla.
Ogni volta che scendevo da Passo Monte Croce Carnico verso Mauthen le guardavo incuriosito e mi ripromettevo di scoprire i nomi di quelle cime. Promessa mantenuta l'estate appena trascorsa, in una libreria di Klagenfurt.
Ma per la salita ci vuole ancora un pò di attesa, tra i tanti progetti e impegni. Poi ci si mette il tempo ballerino, ma alla fine il momento giusto è arrivato.
La discesa verso Mauthen ci regala il primo imponente scorcio sulla nostra meta. Le Gailtaler Alpen si estendono dal Gailberg Sattel a Weisbach e il Torkofel è la seconda cima del gruppo. Raggiungiamo Sankt Daniel e ci inerpichiamo per la stradina che tra boschi e prati ci porta alla chiesetta di Goldberg, da cui parte la forestale che raggiunge l'altipiano dello Jauken e che nel periodo estivo è percorribile in auto, permettendo di raggiungere senza fatica la Jauken Alm e risparmiando novecento e rotti metri di dislivello, che invece noi non ci siamo risparmiati!





Lasciate le case di Goldberg iniziamo a salire lungo la forestale e dopo qualche svolta prendiamo il sentiero che sale nel bosco, dopo un pò riprendiamo la strada per godere del panorama sulla valle del Gail e sulle montagne di casa: la vista spazia dal Peralba al Mangart. Peccato per una leggera foschia.
L'aria è mite e profuma di bosco: l'odore della resina si mescola al sentore di foglie secche e aghi di larice.




D'un tratto gli alberi iniziano a diradarsi sempre più, fintanto che raggiungiamo il pianoro della Jauken Alm: il verde-giallo dei pascoli macchiati dal bianco della neve si fondono e contrastano con il grigio del calcare e il cobalto del cielo. Di fronte a noi il Torkofel con la sua grande croce sovrasta la malga.






Attraversiamo il vasto pianoro e iniziamo a salire verso la cima con un lungo traverso a destra verso la sella tra il Torkofel e il Mitterkofel. Sul filo di cresta il tepore dell'aria ci abbandona velocemente, portato via dal forte vento.
Sospesi tra la valle del Gail e quella della Drava ci avviciniamo alla tratto di cresta finale. Alcuni passaggi sono resi viscidi dalla neve residua e, sebbene sia abbastanza larga l'esposizione è discreta. Probabilmente qualche passaggio di primo grado a metà, poi la difficoltà scema e ci si ritrova sulla cima spazzata da un vento gelido, per fortuna che nello zaino c'è il piumino!






Giusto il tempo di una foto in cima e di uno sguardo al panorama. Scendo velocemente , ma con attenzione, lungo le rocce della cresta e raggiungo Nadia che si era fermata poco più sotto. Raggiunta l'ampia sella troviamo un pò di riparo dal vento e ci godiamo il panorama, ora sui Tauri, ora sulle Carniche, ora sulle Giulie.






Il tempo scorre lento e silenzioso.
Sotto di  noi lo Jauken deserto e più sotto ancora il verde e piatto fondovalle dove scorre il Gail. Sembra lontanissimo.
Iniziamo a scendere verso la malga, che raggiungiamo in breve. Gli scuri sono ancora aperti e i tavoli non sono stati ritirati, seduti sulle panche ci godiamo il sole caldo del tardo pomeriggio: immaginando il sapore di una birra pensiamo alla vita che ci dev'essere quassù d'estate.


Riprendiamo la discesa lungo la strada, la luce del sole si fa più calda mano a mano che ci avviciniamo al tramonto, ed al fondovalle. Raggiungiamo la chiesetta mentre il Reiskofel riflette gli ultimi raggi infuocati del tramonto. Il tiepido alito del bosco cede il passo al freddo soffio che scende dalle cime: la giornata volge al termine e porta con se il piacere di una scoperta e la promessa di un ritorno.

3 commenti:

montagne sottosopra ha detto...

ma allora avete preso la cittadinanza austriaca !!!!! Interessantissimo questo itinerario todesc !

frivoloamilano ha detto...

un posto dove tornare per alcuni o da scoprire per altri... grazie alle vostre belle cronache d'oltre confine.

ciao ;-)

Luca l'Alpinauta ha detto...

quando volete facciamo una scappatina di gruppo a finire di esplorare questo angolo di montagna!