Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 1 marzo 2019

Col di Gai e M. Spiciat: da Molevana a San Giorgio di Travesio

Siamo alla fine di febbraio, c'è il sole, fioriture ovunque e... fa caldo! Tanto caldo!
Partite da Molevana, raggiungiamo il Pontic, ("scoperto" assieme a Gabriele sabato scorso) e lo attraversiamo, buttando uno sguardo giù alle limpide acque del torrente Cosa. 







Un cartello indica la località Gai, piccola borgata disabitata e diroccata che sorge poco più su, lungo un ben curato sentiero circondato da fioriture di primula e campanelle. 







Raggiunte le prime case, rimango indietro a curiosare tra le mura di queste case. Sull'uscio di una porta sono attaccate due toccanti testimonianze di una famiglia tornata a visitare quella che fu la casa natale del nonno. Tutto è fermo qui, avvolto dal silenzio e dall'edera, verde e intricato sostegno di vecchie mura: senza il suo robusto abbraccio, tutto giacerebbe a terra. 







Sentieri si dividono, verso mete a noi sconosciute: alcuni di loro sono in parte segnati con linee nere sulla Tabacco, di altri non v'è traccia e non sappiamo dove portino. Gli amici di Mtb ZeroAsfalto che li hanno ripristinati lo sanno, le loro targhette colorate segnalano sicuramente giri ad anello di cui dovremo scoprire i percorsi. 


Con un po' d'istinto, azzecchiamo i bivi giusti e proseguiamo oltre, passando accanto ad una pozza d'acqua, andando sempre a destra e raggiungendo presto una zona alberata e aperta che si affaccia sull'abitato di Zancan e la sottostante strada Travesio-Paludea. 



Continuando verso destra raggiungeremmo Gambiz, ma noi giriamo a sinistra, su quella che all'inizio appare come una labile traccia di sentiero nell'erba, per poi diventare ben evidente, segno che siamo sulla via giusta, ovvero sulla dorsale che ci porterà alla chiesetta alpina di San Giorgio di Travesio. 





All'inizio il sentiero sale nel bosco verso il Col di Gai, la cui cima nemmeno ci accorgiamo di toccare, per poi proseguire lungo la dorsale e arrivare al cimotto panoramico del monte Spiciat. 











Ci fermiamo qui un attimo, per goderci la visuale aperta verso ovest, per poi proseguire in discesa, su una stretta crestina alberata che poco dopo ci deposita in un bosco che precede l'arrivo al balcone panoramico dove sorge la chiesetta alpina di San Giorgio. 











Ci affacciamo oltre la ringhiera, con lo sguardo che vaga dalle sottostanti case di Travesio, alle bianche cime del Raut e Piancavallo. 


Entusiaste del giro, scendiamo attraverso la scalinata della Via Crucis e con una bella camminata su strada, ritorniamo a Molevana.










E' appena suonato il mezzogiorno e decidiamo per una visita alla chiesa parrocchiale di Vigna, con la sua torre campanaria costruita sui resti di un castello medioevale di cui avevo visto alcune foto sul web. Raggiunta Paludea in auto, saliamo lungo le strette stradine che portano a Castelnuovo del Friuli e raggiungiamo, con una serie di saliscendi, il cimitero di Vigna dove parcheggiamo. In maniche corte risaliamo la stradina che porta alla grande chiesa bianca di San Nicolò, passando sotto alla rupe che ospita il campanile. 





Davanti alla chiesa, sull'ampio porticato che ospita una grande croce, la vista spazia libera sulla pianura regalandoci un inaspettato panorama. Lo stesso bel panorama di cui godremo una volta salita la gradinata dietro alla chiesa, che ci porterà ad oltrepassare un portale ad arco nelle vecchie mura del castello, dandoci accesso allo spiazzo che ospita la torre campanaria e la rosa dei castelli. 








Pranzeremo qui, all'ombra dell'arco, in questa splendida giornata di fine febbraio, che sembra tarda primavera!

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