Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 27 aprile 2013

Mrzli Vrh 2

Per sabato le previsioni meteo non sono entusiasmanti, ma ad est dovrebbe reggere e almeno non piovere!
Diana già si è prenotata il giorno prima, pronta se ne ho voglia, per fare una bella camminata.
C'è solo da decidere la meta e l'unica che mi viene in mente in quella zona è il Mrzli Vrh, già tentato nel 2010 con un piccolo Alpinfrut nello zaino.
Ritrovo "Al Sole" alle 8:30 e poi via, verso Cividale con la solita guida "sprintosa" di Diana che piomba a tutta velocità in un inaspettato posto di blocco al confine di Stupizza! Porca "paletta", direbbe Ilaria!!!
"Documenti e libretto grazie!"
Dopo i dovuti controlli, il simpatico agente di polizia ci restituisce il tutto e ammonisce Diana che "lui non fa il verbale, ma se corre in questa maniera dall'altra parte glielo fanno di sicuro!" 
Scoppio a ridere e lo ringrazio profusamente per la ramanzina impartita alla mia spericolata autista e mentre lui si allontana sorridendo, una imbarazzata Diana tenta di picchiarmi, ma poi riparte, per mio profondo sollievo, con andamento adeguato ai limiti stradali sloveni.




Raggiungiamo così, dopo aver oltrepassato Caporetto, il bucolico paesino di Krn, dove parcheggiamo in uno spiazzo presso la stradina che ci porterà verso la nostra meta odierna.
Il cielo è parzialmente grigio ma per fortuna le nuvole sono alte e le cime, anche quella del monte Nero, sono libere. Ci avviamo su per la strada sterrata che sale lentamente e ad un bivio prendiamo a sinistra la mulattiera che attraverso filari di contorti alberi secolari e fioriture di campanelle bianche e orchidee selvatiche ci porta a sbucare sulla strada sterrata nei pressi di un piccolo rifugio privato chiamato Lovska Koca. 




La successiva Planina Pretovc che sorge sulle pendici del Mrzli Vrh è proprio davanti a noi e in pochi minuti la raggiungiamo, fermandoci presso un cartellone che descrive il museo all'aperto e le severe battaglie combattute quassù con le linee dei due fronti che correvano a meno di venti metri l'una dall'altra!


Iniziamo a risalire il pendio dietro la Planina, ma per errore seguiamo una marcata traccia lasciata dalle mucche che spostandosi verso sinistra ci porta, una volta riconosciuto l'errore, a recuperare risalendo direttamente il pendio per intercettare il giusto sentiero che ricordavo passare sotto ad una fascia rocciosa sopra di noi. 


Ed eccoci arrivare finalmente al recinto che delimita una piccola area dove un Crocefisso è posto sulla parete sopra l'ingresso a due gallerie. 


Qui è rimasta parecchia neve ma risalito l'accumulo, varchiamo il cancello, firmiamo il libro visite e, dopo aver fatto il timbro, entriamo nella galleria dove, come ricordavo dalla mia precedente visita, oltrepassato un cancello interno, c'è un piccolo altare in pietra che fu costruito nel 1917 dall'imperial regio III battaglione del Reggimento di fanteria n.46 sotto il comando del Major M. Diendorfer. Scolpita sull'altare, una targa in lingua ungherese riporta l'inizio di una preghiera che invoca la Santa Vergine Maria. 




Peccato che non riesca a trovare la mia pila frontale nello zaino: la galleria continua, come dimostra una vecchia piantina posta all'esterno, ma per visitarla ci vuole una buona illuminazione e la luce del telefonino non riesce a scalfire il buio opprimente che c'è all'interno!!! Lo stillicidio poi è l'unico rumore che si sente e rende ancor di più ansioso il posto, specie sapendo tutta la sofferenza che c'è stata in questi luoghi.


Usciamo e memore dall'ultima volta che ci sono stata, prendiamo il sentiero verso sinistra che passando tra chiazze di neve tende a perdersi tra mille tracce che solcano il pendio. Ma oggi non ho l'Alpinfrut sulle spalle  che mi sbilancia e puntando alla sovrastante linea di cresta poco dopo scorgiamo la croce di vetta! C'e pure un gracchio che fermo sulla punta di un albero sembra il simbolo vivente dell'associazione Pod Mirù! Ritrovato anche il sentiero principale e percorsa brevemente la dorsale, arriviamo in cima al Mrzli Vrh. 






Peccato per la foschia perchè ci sarebbe proprio un bel panorama, ma viste le previsioni meteo odierne non ci possiamo assolutamente lamentare!!! Ci sediamo e pranziamo guardando sotto di noi il lungo percorso del fiume Soca e i numerosi paesini e borghi che punteggiano la vallata. 



Una leggera brezza soffia di tanto in tanto a scompigliarci i capelli e proprio per non raffreddarci troppo, dopo le consuete foto di vetta, riprendiamo la marcia, percorrendo tutta la dorsale del Mrzli vrh e arrivando con leggeri saliscendi al punto dove mi ero fermata la scorsa volta. 



Da qui si potrebbe scendere verso la Planina Lapoc per ricongiungersi poi con un giro più ampio alla Planina Pretovc, ma lo scopriremo solo una volta arrivate giù, ripercorrendo il sentiero fatto in salita la scorsa volta. 
Prima di rientrare, facciamo una breve visita alla Lovska Koca dove ci sediamo sulle panchine all'esterno ad ascoltare il fruscio del vento tra gli abeti che la circondano. Ogni tanto il sole riesce a perforare la foschia e a farsi sentire caldo sulla pelle e questo, assieme alla pace che ci circonda, rende questo posto davvero incantevole.


Ripercorriamo a ritroso la mulattiera alberata, fermandoci a visitare una piccola grotta segnalata lungo il percorso, dove un uomo di nome Gabrscek Franc, chiamato l'Eremita, visse per diciotto anni finchè nel 1952, all'età di 76 anni morì travolto da una valanga. Una preghiera, una veloce visita alla cascata che scroscia li vicino e ci rimettiamo in cammino arrivando con calma all'auto e fermandoci, sulla via del ritorno verso casa, per un bel gelato nel "Paradiso dei Golosi"! Ormai sarà tappa fissa per quando verremo da queste parti! D'altra parte, dopo le fatiche bisogna pur tirarsi su un po'! 

7 commenti:

bruno ha detto...

Alla tua amica è andata più che bene. Un mio amico è riuscito nell'impresa di prendersi la multa due volte nello stesso posto dove lei è stata perdonata. Peccato per la foschia ma così forse hai l'input per tornarci con una giornata super, ti assicuro che ne vale la pena.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Mrzli Vrh chiamato dai soldati italiani "Monte Smerli". Complimenti per il resoconto, bell'itinerario!

Nadia ha detto...

Sai com'è Bruno..siam donnine,facciamo gli occhi dolci e ci perdonano tutto!!li in zona ho visto mooolte cime interessanti perciò prima di tornare per la terza volta sul Mrzli vrh magari prima quelle!! ciao!! ;)

Ciao..ehm..come ti chiamo? Vitellozzo o sig.Marchese del Grillo? ;) Grazie per i complimenti e per la precisazione sul nome..ho cercato info su questo monte sul web e su un libro che ho a casa..ma la storia non è il mio forte,perciò tutti quelli a cui piace sono i benvenuti!!! un salutone!!

Marco Tarantino ha detto...

Bel resoconto e interessante la possibilità che avete in Friuli di andare "un attimo" al di là del confine per fare un'escursione. Credo bene alla sensazione di "tristezza": dalle mia parti mi sono imbattuto una volta in due piccoli sacrari risalenti alla Linea Gustav.
Ciao Marco Tarantino

Nadia ha detto...

Ciao Marco,e già,ogni tanto valichiamo il confine,o da una parte o dall'altra,perchè sia Austria che Slovenia hanno delle mete davvero belle e interessanti!!e c'è da dire che da entrambe le parti sanno cosa vuol dire "andare in montagna"!!!
Tutta la nostra linea di confine è disseminata di opere di guerra e sono incredibili le cose che han fatto e costruito lassù, fuori e dentro le montagne!quanta fatica e sofferenza che han comportato a quei poveretti, costretti a star lassù dalla stupidità della guerra!!

flavio ha detto...

Bene Nadia, un'altra meta da annotare con la speranza che un anticiclone di proporzioni gigantesche si posizioni da queste e quelle parti e non se ne vada più!!!

ciao ;-)

Nadia ha detto...

Flavio...speriamo!!!!penso che a pioggia e neve siamo a posto per un bel po'!!
Mettilo in lista di andarci con Marisa!!
Salutoni!!!