Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 18 luglio 2013

Gross Venediger

Pochi ma buoni per questa uscita di gruppo! Siamo in dodici a partire alla volta di Pragraten, da dove prenderemo la navetta per giungere al rifugio alpino austriaco più antico: la Johannishutte. La nostra pilota è Gisela e picchia forte sul pedale dell'acceleratore!
Arrivati allo spiazzo del rifugio ci prova a sparar la un "twenty euros" per il pass andata e ritorno, ma subito la correggo con un eighteen... ..."ja, ja, ok!".
Ci raccapezziamo un pò e iniziamo la salita verso la Defreggerhaus. Il sentiero sale ripido sulla  vecchia morena, sempre in vista della cima del Venediger. Saliamo sgranati, ognuno col suo passo e i suoi pensieri. Il sole picchia nel primo pomeriggio e per fortuna un leggero alito di vento ci accompagna durante la salita.





Giunti al rifugio ci accoglie la sorridente Barbara che ci assegna le "stanze" al secondo piano: saliamo su a sistemarci e le "stanze" si scopre essere dei tavolati per quattro persone...e anche piuttosto strettini... staremo caldi!
Le sorprese continuano a non mancare e la cena è una di loro. Zuppa "furba" con palline di pane tostato, goulasch in miniatura che preferiamo ad un piatto di "spachetti mit ragu alla bolocniese" e gran finale con il budino della Lidl! Per fortuna che la birra è buona!
Cediamo il posto in tavola al secondo turno della cena e saliamo in camera, si prepara il materiale per l'indomani e poi a letto.... uno sguardo all'orologio... sono solo le otto di sera!
Sarà una notte lunga!
Al mattino la luce entra dall'abbaino sopra le nostre teste ben prima della sveglia. Il sottotetto è già in fermento. noi ce ne stiamo per un pò a pigrare, ma alla fine ci si alza tutti.
Scendiamo per la colazione, in linea con la cena, e leggeri leggeri, ben presto siamo pronti per la salita.



Lasciamo il rifugio alle sei e in breve raggiungiamo il Mullwitz Aderl, dove ci leghiamo in conserva e calziamo i ramponi. Scendiamo di poco e seguiamo la traccia che attraversa il Rainerkees: la neve copre per bene i crepacci e il passaggio del ghiacciaio non pone grossi problemi.
Raggiungiamo l'ampia insellatura del Rainertorl e la vetta è sempre più vicina, il tratto pianeggiante ci accompagna alla ripida rampa che ci porta alla cresta. Ora la croce la si tocca con un dito.





Un vento forte e freddo non invita a prolungare la sosta in cima. Brevi attimi per goderne il panorama e iniziamo a scendere lungo la via di salita. In lontananza si vede il Bernina e l'Ortles, e ben più vicino spicca la silhouette del Gran Campanaro.
Anche in discesa il vento non sembra voler dare tregua. Scendiamo veloci e leggeri, mentre chi ancora sale avanza sbuffando.


Ormai nuovamente al Mullwitz Aderl  volgo lo sguardo alla cima, costellata di neri puntini che ne risalgono i pendii. Tutto il gruppo è salito in cima e ora rientriamo al rifugio, seguendo i passi del primo mattino:
Un attimo di sosta al rifugio, poi l'impazienza di scendere ha il sopravvento e siamo nuovamente in cammino alla volta della Johannishutte, dove, dopo una bella stretta di mano, ci sediamo per gustare una fresca birretta, mentre lo sguardo indugia ancora verso la cima, ormai diventata un bel ricordo.

3 commenti:

Via N ormale ha detto...

...un bel ricordo si! Complimenti a tutto il gruppo. Una giornata splendida.
ciao ;-)

montagne sottosopra ha detto...

Belle immagini , bella cima ma.....
tutta sta fatica per un budino della Lidl ?

Luca l'Alpinauta ha detto...

Luca spari sulla croce rossa! Bel rifugio, accogliente, gestrice giovane e simpatica ma in cucina....