Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 10 aprile 2017

Amarianute...via Citate

Il sole è nascosto dalla mole dell'Amariana, mentre saliamo tra le ghiaie che precedono la briglia in cemento del rio Citate. Cuscini di Camedrio alpino sbucano qua e là tra le rocce, piccole oasi fiorite in un mare di grigie pietre.




Oltrepassato il breve salto roccioso che porta alla briglia, iniziamo il nostro lento "navigar" tra sassi instabili e grossi massi, risalendo all'inizio lentamente, poi più decisamente, la fiumana grigia e asciutta del rio Citate. Il sole sbuca oltre la dorsale illuminando la via come un faro, riscaldando la pelle, rendendo il viaggio meno tetro e solitario.





Saliamo, seguendo provvidenziali bolli rossi e coreografici ometti, ripidamente in su, di pietra in pietra, fino a raggiungere le prime isole erbose che precedono l'arrivo alla forca della Ciatate.








Da una parte si sale verso la maestosa Amariana, attraverso il rinnovato sentiero "della Marta", dall'altra verso la più docile Amarianute, la nostra meta odierna.



L'avevamo già salita, attraverso il Troi di Martin, ma la notizia della recente posa della croce di vetta e questa via di salita alternativa, ci incuriosisce e dà il giusto brio alla giornata. Risaliamo la dorsale erbosa, tra tappeti di erica e alberi scheletrici, passando sotto le pareti rocciose dell'Amarianute, arrivando ad un panoramico traverso attrezzato con cavetto, che ci porta ad un ripido canale erboso che risaliamo faticosamente, sbucando sulla stretta dorsale erbosa che porta alla cima e alla nuova croce di vetta.









La giornata è splendida, in cielo nessuna nuvola, attorno a noi solo silenzio e grandi visuali. L'Amariana domina e cattura la vista, affascinante nel suo abito a pieghe. Foto di vetta, firma del libro e ci sediamo poco più in là, su di un piccolo sperone erboso a picco sul canalone del rio Citate.






Voci giungono da lontano, annunciandoci l'arrivo in vetta di altre persone e poco dopo.... toh! Chi si vede! Sara, Savina e Raffaella, amanti dei monti e amiche su Facebook, anche loro qui oggi, su questa splendida cima! Scambio di saluti e auguri per l'imminente Pasqua e le lasciamo a godersi la vetta, mentre noi scendiamo per il ripido Troi di Cjadin.


E' un piacere vedere le prime genziane dell'anno e.... una bella vipera svogliata, che lentamente si sposta nel fogliame, scocciata dal nostro passaggio.




Una volta giù, non ci resta che percorrere con lievi saliscendi la larga fiumana ghiaiosa tappezzata di bassi pini marittimi e raggiungere di nuovo l'auto presso la falesia di Illegio. Ormai l'Amarianute non ha più segreti! L'abbiamo completamente circumnavigata! 

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

MmmmH ! com'è ? ...... dovrò andare a vedere !

Nadia ha detto...

Alla tua portata tranquillamente...e se le piacciono i ravani tra i massi, anche alla portata di Marisa! Si sbuffa un po' per la ripidità, ma vai tranquillo!