Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 28 novembre 2017

Arco e Val di Ledro

Sul finire della stagione torniamo ad arrampicare ad Arco in compagnia del Gruppo Orsi.
I colori dell'autunno ci accolgono in Val di Ledro. Dopo tanti anni di frequentazione della Valle del Sarca per la prima volta mi inoltro in Val di Ledro per arrampicare, scoprendo un angolo di Garda dalla roccia super e con un bel scorcio sul lago.
Lasciata l'auto lungo la statale che sale a Biacesa, imbocchiamo la vecchia strada del Ponale in direzione delle pareti.
Per la serie "buona la prima", saliamo Caino ed Abele, visto l'attacco deserto. Ci prepariamo nel tepore del sottobosco e iniziamo  a salire lungo la parete tuffandoci nel sole. Roccia super e chiodatura anche eccessiva.












Una volta giunti ad una vecchia postazione della Grande Guerra troviamo il malconcio "libro di via", uno scontrino di un supermercato tedesco pieno di minute firme. Trovato un angolino intonso lasciamo traccia di noi e percorriamo l'ultimo tratto di via fino al sentiero che ci riporta alla base della parete.
Nel primo pomeriggio saliamo Sol Minore. Roccia sempre ottima e spittatura estremamente plaisir.










Domenica mattina ci indirizziamo verso la parete di San Paolo. Il sottobosco brulica di climber, alcuni sembrano randagi. Arriviamo all'attacco e una cordata sta partendo. Pochi passi e giù bestemmie. 
Unto. Liscio Mxxxa. Scarpette come pattini.
Il secondo mi guarda preoccupato. Mi sale il fastidio. Ci spostiamo su un altra via, traffico in parete. Arrivano altre cordate. Il tempo passa. "Fate anche voi questa?". Vorrei essere scortese a volte... eh niente, cediamo il posto e torniamo in Val di Ledro, mentre il sole del mattino cede il passo a nuvole grigie.


Il vento si fa sentire, soffia umido salendo dal lago. Saliamo la linea di Settimo Cielo: lungo le placche il vento ci sferza, a tratti porta qualche lontano spruzzo di pioggia. La salita è certamente meno godibile del giorno prima ma almeno è solitaria.



  

Le nuvole inghiottono tutto, la luce si smorza mentre saliamo gli ultimi metri della via. 
Il piacere della salita, sostituito dal piacere che sia finita. A volte va anche così.


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