Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 13 maggio 2018

Sulla Piccola di Falzarego

Negli anni giovani i miei miti nel mondo dell' alpinismo erano molti. Due su tutti: Comici e Cassin, poi gli altri, da Kukuzca a Casarotto, da Cozzolino a Gian Carlo Grassi, da Kugy a Patera. La passione per la storia dell'alpinismo mi portò a percorrere le pareti sulla carta e poi, molte, lungo le loro pieghe, le loro rughe accarezzandole fin dove la roccia finisce sotto il cielo, inseguendo le emozioni che regalarono a chi ammiravo.
Ci sono stati molti anni in cui ho scalato lontano dalle Dolomiti e negli ultimi tempi ci torno volentieri. Per riscoprirle assieme a chi condivide con me vita, amicizia e passione.
Nel giorno del ricordo dell'evento più tragico per la mia terra, torno nuovamente nel cuore delle Dolomiti, con gli amici della Scuola di Alpinismo per dare un occhiata alle vie che scaleremo con gli allievi del corso AR di quest'anno.
Vent'anni fa, dopo anni un pò selvatici trascorsi scorazzando troppo liberamente lungo quelle linee che gli uomini disegnano sulle crode, assieme ad un amico decisi di iscrivermi al corso roccia. "Perche non si sa mai, magari saper far qualcosa di più puo servire".
Direttore del corso era Attilio De Rovere, istruttori gli amici del CAI Codroipo. Teatro dell'uscita conclusiva Passo Falzarego, la Comici allo Spigolo Sud. Aperta nel 1934 con Sandro Del Torso e Mary Varale. 


Una via che ho sempre ricordato con piacere per la roccia,: per la storia, per Comici, per la Varale, una donna fantastica, di carattere forte, giunzione tra i miei due miti più grandi.
Ora di nuovo qua, dopo vent'anni esatti a ripercorrerla con Nadia e gli amici più cari.



Mentre le ultime chiazze di neve resistono alla forza del sole ci avviciniamo alla parete immersa nella luce del mattino. Parte Roberto con Elena, io seguo con Nadia, mentre gli altri salgano la parete ovest o la Grande.
Il profumo della primavera sale dalla roccia calda mentre riaffiorano i ricordi di anni fa. Il sorriso soddisfatto di Tiziano, le urla benevole di Attilio e poi finalmente lo spigolo aereo che porta alla cima.







Oggi i sorrisi sono quelli di Nadia, le urla lasciano benevole lo spazio al canto del vento che accarezza le pareti, e su cui si librano i gracchi. Due, come spesso accade, vengono a dare un occhio a quello che facciamo, curiosi, in attesa di un cenno di saluto.










Le corde sfilano agili, accompagnando il movimento del corpo, l'arrampicata è lieve,  mentre assieme a noi sento arrampicare i bei ricordi, salgo gli appigli che videro l'eleganza di Comici e apprezzo nuovamente il piacere della piccola cima, aspettando che Nadia mi raggiunga sotto una, per fortuna, timida,  pioggia, che in breve ci lascia nuovamente al sole, mentre ci caliamo in corda doppia.






Alla base della parete ritroviamo un vecchio amico con cui scambiare quattro chiacchiere e condividere uno spuntino, prima che riprenda il suo andare per l'aria, in attesa del prossimo incontro.

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