Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 14 gennaio 2019

Rinunce... a pochi metri dal Jof di Dogna

Rinuncia.
Era da un po' che questa parola non entrava a far parte di una nostra uscita montana.
La mano stretta attorno a un ramo di mugo guardo Luca davanti a me, nella mia stessa posizione precaria, su un'esile striscia di neve ghiacciata che precipita ripidamente a valle.
Davanti a noi, ormai a pochissima distanza, oltre un altro traverso mugoso ed esposto, il cupolotto pulito dello Jof di Dogna sembra volgerci le spalle, indifferente ai nostri tentativi di raggiungerlo.
Non ci aspettavamo di trovare simili condizioni e con i soli ramponcini ai piedi, rischiare non ne varrebbe la pena. L'incolumità di entrambi, vien ben prima di una qualsiasi vetta, anche se la rinuncia avviene a pochi metri di distanza!



Nei due anni che sono passati dall'ultima volta che ci sono salita, la natura evidentemente ha fatto il suo corso, riprendendosi i suoi spazi: i mughi ghiacciati di una candida galaverna ci avevano avvolti e imbiancati con i loro folti rami mentre, dopo aver quasi raggiunto il più facile Schenone, avevamo imboccato la deviazione per lo Jof di Dogna, più defilato e meno frequentato. 


















Non me lo ricordavo nemmeno così lontano e dopo vari aggiramenti, ravanamenti e risalite eccoci qui, a tu per tu con la realizzazione che, senza ramponi veri, più in là non si va!
E poi c'è "lui"! 
Quel gracchio che stamattina, sulla forcella tra Schenone e Clap del Jovel, continuava a gracchiare, come ad ammonire, come a dire "fate attenzione!",  ora svolazza sopra di noi a "controllare" se facciamo la scelta giusta! 
"Si, si, ce ne andiamo!" gli risponde Luca. 
Entrambi sappiamo chi è e seguiamo il saggio consiglio, sorridendo tra di noi... "lui" sicuramente sotto i baffi!!! 
Risalire verso lo Schenone dopo tanto ravanare non ci attira: decidiamo di proseguire lungo la mulattiera di guerra che, passando attraverso una galleria, corre parallela al sentiero percorso in mattinata, giungendo fino alla dorsale est del Clap del Jovel, dove abbandoniamo il sentiero che scende a casera Bieliga, per risalire alla forcella e rientrare a malga Poccet.


Nonostante la rinuncia alla cima, abbiamo fatto una bella sgambatina, con panorami e ambienti splendidi.
Lo Jof di Dogna? Non scappa, si torna!

Grandezza può essere tanto nella conquista che nella rinunzia: chè anche la rinuncia vuol esser fatta in vista di una conquista più alta.
(Ugo Bernasconi)

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Lui c'è !

Nadia ha detto...

Sempre! E ci controlla...guai a sgarrare!