Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 14 gennaio 2019

Urazza e Banera

Sabato mattina il ritrovo è fissato a Tarcento: destinazione Val Torre e l'isolato paesino di Uccea.
Lo raggiungiamo, parcheggiando presso la chiesa con il suo piccolo cimitero: tutto in giro regna il silenzio.
Dopo aver già salito il Guarda, il Plagne, il Chila e il Nische-Stregone, l'unico tratto che ci manca è l'Urazza- Banera, perciò iniziamo a salire verso il monte Caal e l'omonima casera. 


Il bosco è spoglio e un tappeto di foglie rosse ricopre il sentiero; tornante dopo tornante saliamo, a volte in gruppo, a volte distanziati e immersi nei nostri silenzi. Aggiriamo a nord il monte Caal, dove il sentiero è leggermente ghiacciato, giungendo infine alla forcella Ta-na Kalo. 






La vista della dorsale Nische-Guarda è sempre meravigliosa, specie oggi che è illuminata dal sole. Lasciato uno stanco Renato presso la casera Caal ad aspettare il nostro ritorno, io, Barbara, Enrica, Silvia, Andrea e Mauro, proseguiamo lungo il sentiero 733 in direzione Plagne ma, raggiunto un bivio segnalato da un paletto, lo abbandoniamo per seguire una traccia bollata di rosso, una vecchia mulattiera di guerra che, tagliando diagonalmente le pendici del monte Banera, raggiunge la forcella tra quest'ultimo e il monte Urazza. 










Il panorama da entrambi i lati delle vallate è stupendo, mentre seguiamo la mulattiera leggermente innevata che ci porta sulla cima del monte Urazza. Foto di vetta e giù per il pendio, per poi risalire lungo la dorsale del Banera, fino alla sua altrettanta panoramica vetta! 










Qui ci fermiamo a pranzare, godendoci le visuali sulla dorsale leggermente imbiancata del Sart-Canin, le Babe e più a sud, la lunga dorsale dello Stol e del Granmonte. 
Proseguendo lungo la dorsale, puntiamo alla forcella successiva e, ritrovato il sentiero Cai 733, scendiamo verso la casera Caal, raggiungendo un riposato Renato, pronto a rimettersi in marcia sulla via del ritorno.







Anche questo tratto è stato completato, ma per fare le pignole, ripercorreremo l'anello Guarda-Chila solo per due micro tratti tralasciati nei vari giri fatti. Solo così, potremo dire di aver fatto l'intera dorsale completamente!

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