Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 1 aprile 2019

Un mercoledì sul Col Maior

L'anello del Col Maior era nella lista di Gabriele, ma complice il fatto che con noi c'è Elena in "dolce attesa", mercoledì decidiamo di fare assieme una "pregita". 
Raggiunto Navarons, ne percorriamo le anguste viette e seguiamo le indicazioni per Clausina, parcheggiando subito dopo le ultime case di Navarons. 


Per evitare la mulattiera lastricata ma dissestata in discesa, decidiamo di fare l'anello in senso orario, percorrendola in salita: in effetti è parecchio accidentata, ma salendo pian piano, dopo un po' ci ritroviamo in ambiente e terreno più tranquillo. 





Unico neo... mancano completamente le indicazioni, tanto che procediamo diritti per un po' prima di accorgerci dell'errore! Poco male, torniamo indietro e seguiamo un bel sentiero che si stacca sulla destra dove finalmente troviamo le prime tabelle che ci indicano la direzione giusta. 



Almeno fino ad un bivio successivo, dove il dubbio se andare diritti o in su a destra ci assale! In su non si sbaglia mai decretiamo... peccato che dopo aver percorso per un bel tratto di quello che sembrava un ripido sentiero, ci rendiamo conto che la via giusta era l'altra. Un rapido consulto con altimetro e mappe varie ci fornisce la cima a poche decine di metri sopra di noi. Brandendo un bastoncino come un machete, Luca ci crea un varco tra gli intricati arbusti che ci si parano davanti e poco dopo, o di rif o di raf, ci ritroviamo sulla parte sommitale del colle, dove un bellissimo prato si affaccia sui monti che ci separano dalla Val Tramontina. 




Dietro a noi, la casetta-ricovero Col Maggiore (privata) è posta in mezzo agli alberi, accanto ad una tettoia con tavolo e panche (manchiamo completamente il bivacco Col Maior... ma torneremo!).
 




Vista l'arietta che tira qui, optiamo per pranzare seduti in mezzo al prato, sotto il caldo sole e con la splendida vista dei monti davanti a noi. 








Passiamo così una bella oretta rilassante, prima di riprendere il cammino, questa volta in discesa e ben segnalato! Seguendo le indicazioni per il Troi da li Fous, scendiamo velocemente verso le ghiaie delle Grave di Trep e, mentre Elena ci aspetta qui, io e Luca andiamo a dare un'occhiata alla forra, la "Fous", dove la storia racconta che qui gli insorti dei motti Garibaldini friulani iniziavano a preparare le bombe Orsini .









Ritornati da Elena, non ci resta che scendere con il sentiero fino alla stradina che ci riporterà al punto di partenza.



Ma non prima di aver fatto però incetta di aglio orsino!!! 


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