Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 30 giugno 2019

Silenzi e panorami al bivacco Luca Vuerich

Avevi occhi e sorriso sinceri.
Il tuo viso mi dice questo, mentre guardo la foto appesa al sottotetto del bivacco che porta il tuo nome. 




Avevo visto tante volte il bivacco Vuerich nelle foto postate da amici, ed erano anni che desideravo raggiungerlo. Non che qui non ci fossi mai stata: il Ceria-Merlone l'avevo percorso nel 2008 con Luca, suo omonimo, stesse passioni e, perché no, stessi occhi azzurri!
Mercoledì non era nemmeno in programma... ma il gran caldo, la ricerca di frescura in alta quota e il fatto di essermi scordata che Luca aveva già lanciato una sua idea per la giornata, mi fanno proporre questo itinerario, ormai rimandato ennesime volte. Mi frena solo l'idea dell'esposizione a sud... la salita tutta al sole! Ma ormai è deciso e magari lassù non farà nemmeno così caldo... speriamo!

I Piani del Montasio ci accolgono abbastanza solitari: sono le otto e nel parcheggio ci sono poche auto. Meglio così, d'altronde è mercoledì e le orde di turisti arrivano nel fine settimana. 
Il sole del mattino ci accompagna verso il rifugio Di Brazzà e già i pochi alberi son come piccole oasi nel deserto: la loro momentanea frescura ci dà forza per i successivi tratti soleggiati. 


In aiuto ci viene la grande parete del Foronon del Buinz che, imponente sopra di noi, ci ripara dal sole e ci consente di percorrere buona parte della salita all'ombra delle sue rocce. 


Stambecchi ci guardano curiosi dall'alto, mentre tornante dopo tornante saliamo nel silenzio della mattinata. Il panorama che si apre verso l'altopiano del Canin e i sottostanti prati erbosi tolgono sempre il fiato per la loro meravigliosa bellezza, mentre pian piano abbandoniamo le ombre e il sole ci raggiunge poco prima del bivio  con Cima di Terrarossa. 











Prendiamo il sentiero per il Ceria Merlone e in leggero falsopiano lo percorriamo fino alla ventilata e ampia Forca da lis Sieris. 



 






I timori del caldo torrido sono rimasti con esso in pianura, mentre ci prepariamo e attraversiamo il nevaio che porta all'attacco del Ceria Merlone. 




La roccia è fresca sotto le mani, mentre la stringo e risalgo i primi tratti verticali, ricordando quella prima volta con Luca, anni fa. Oggi siamo di nuovo qui, lui che sale sicuro davanti, io che seguo sempre con quel doveroso timore reverenziale che questi monti m'incutono, così austeri e affascinanti. Vecchi e giovani stambecchi riposano sulle rocce, vegliando dall'alto il nostro incedere. 
















Tra fresche folate d'aria e sbuffi di nuvole passeggere, saliamo alternando tratti di cavo a tratti di sentiero roccioso, raggiungendo infine la cengia superiore, dove l'aria si ferma di colpo e il caldo per un tratto ci toglie il fiato e fa imperlare la fronte. 








Svoltiamo l'angolo e di nuovo si respira, mentre il bivacco Vuerich ci appare poco lontano. Lo raggiungiamo e finalmente possiamo ammirarlo da vicino: il termometro sotto il tetto segna 20 gradi, mentre apriamo la porta, con l'immagine di Luca Vuerich disegnata nel legno, e diamo un occhiata al suo interno: tutto è in ordine, pulito. 





La sua foto sorridente ci osserva dall'alto del sottotetto, mentre dall'interno la vista si apre sul meraviglioso altopiano del Canin: non potevano renderti omaggio migliore per ricordarti. 



Usciamo e, dopo aver ammirato anche il Jof Fuart alle nostre spalle, ci sediamo e pranziamo, mentre due giovani stambecchi ci osservano da poco lontano. Gracchi volteggiano e poi si posano vicino, in attesa delle nostre offerte: li salutiamo, ricordando Flavio, certi che uno di loro è l'amico baffuto in incognito, venuto come al solito a darci un'occhiata! Silenzi e panorami sono il nostro dessert, mentre l'ora di scendere si avvicina e iniziamo a raccogliere le nostre cose. 







Con passo lento e cautela, scendiamo i tratti più esposti e ripercorriamo i lunghi tornanti fino al parcheggio. 










Dentro gli scarponi i piedi anelano alla libertà e l'arrivo alla macchina finalmente ci concede sollievo. Salutiamo il bivacco che occhieggia dall'alto del Foronon del Buinz, ora avvolto dalla luce pomeridiana e facciamo rientro a casa, nella torrida pianura friulana.  

2 commenti:

Unknown ha detto...

Bellissima e raffinata descrizione...scrivi benissimo. Foto stupendi. Bravi. Grande coppia 👍❤️

Nadia ha detto...

Ciao, grazie per il complimento ^_^ ...fammi sapere chi sei, così so chi ringraziare :D