Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 22 novembre 2019

Col Palis e Colle di Lestans: quando l'altezza non è importante

A volte basta solo "sollevarsi" da terra. 
Non servono montagne famose o grandi quote, quando sotto i tuoi piedi scorre un sentiero, sei avvolto dalla natura e si gode di un bel panorama!



Così mercoledì si va nel pordenonese, a Sequals, in compagnia dell'amica Diana, la "locomotiva" del nostro gruppo di amiche. L'aria è umida dalle recenti abbondanti piogge che hanno flagellato il nord nelle ultime due settimane. Il cielo è ancora parzialmente rannuvolato e un timido sole ogni tanto fa capolino e ci rincuora, mentre iniziamo la nostra salita, sul "Cretroi", che dolcemente ci porterà sulle "cime" del Col Palis.



Toccheremo tutte e quattro le sue quote, deviando ogni tanto dal sentiero principale, per seguire le tracce che portano ad esse: la prima boscosa, la seconda aperta e panoramica, ma con antenne.








Qui il sole ci abbraccia e ci regala un calore anomalo per questo periodo, ma che ci rallegra dopo tanto grigiore e pioggia.


Continuando lungo la dorsale è la volta della cima vera e propria, dove un inaspettato pulpito roccioso ci offre un bel panorama su Sequals e i monti orientali.





Segue un tratto dove i castagni han rovesciato i loro frutti autunnali sul terreno, che ci divertiamo a raccogliere, per poi scendere verso Solimbergo, dove le mura di ciò che resta del castello, ci accolgono per regalarci un altro punto di vista sui nostri adorati monti.











Ci fermiamo un po' qui, tanto siamo davvero presto con i tempi. Talmente presto che iniziamo a vagliare altre opzioni per la giornata di oggi e il Colle di Lestans fa al caso nostro, poco distante e "veloce".


Ci spostiamo in auto e parcheggiamo l'auto proprio accanto al rio Rugo, dove inizia la tranquilla ascesa a questo lungo  boscoso colle, intervallato da una piccola insellatura dove sorge la bianca chiesetta di San Zenone, vegliata da una grossa quercia secolare. 
















Arrivate al termine della dorsale, non ci resta che ritornare all'auto con una lunga passeggiata su sterrato, attraverso i campi di Lestans, seguendo con lo sguardo la corsa di un capriolo. 






   A volte basta solo "sollevarsi" da terra quel poco, per essere felici.

Nessun commento: