Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 14 giugno 2020

Ritorno al Cuel de la Bareta

Nel novembre 2008 percorrevo con Luca e Indy il bellissimo e selvaggio tracciato del sentiero CAI 620 da Patocco al Cuel de la Bareta. Percorso rimastomi impresso per l'alternanza degli ambienti percorsi, per la solitudine, per le atmosfere che quel giorno ci circondavano. 
Una meta dove volevo tornare e che Barbara aveva messo nella sua lista: ottima occasione per l'uscita di questo sabato!



Notizie recenti danno il 620 inagibile e per non correre rischi e cambiare approccio, scegliamo di salire al Cuel de la Bareta da Cadramazzo: sarà una "prima" per entrambe da questo lato!
Lasciata l'auto in uno spiazzo a bordo strada, oltrepassiamo la passerella sul Fella e raggiungiamo l'attacco del sentiero, che da subito sale deciso, tramite quel che rimane di scale in cemento e stretti tornantini.









Un cambio improvviso di versante e ci ritroviamo alte, sopra la forra del Rio Cadramazzo: il sentiero corre sopra vertiginose pareti a picco sullo scorrere delle acque, il cui rumore ci accompagna durante tutta la ripida salita.




Anche questo percorso è davvero suggestivo e là, dove a tratti si appiana, lo sguardo si apre sul Canal del Ferro e le aspre cime che dividono la Val Dogna dalla Val Raccolana, scrigni di selvaggi e antichi percorsi.










Raggiunto il 620 che giunge da Patocco, saliamo tra faggi e ricordi della grande guerra, sbucando infine oltre gli alberi, presso l'ingresso della grande galleria che trafora l'intera cima.









Tralasciando di entrarci, saliamo gli ultimi metri che ci separano dalla cima quotata 1515, contrassegnata da una piccola croce e raggiungiamo infine quella quotata 1522, dove un tavolo con panche ci permetterà di riposarci e pranzare comodamente, godendoci il meraviglioso panorama che ci circonda.










Il Montasio ci concede per poco la sua vista, nascondendosi poi tra le nuvole, per lasciare la scena a tutte le altre cime attorno.






Come da tabella, ci sono volute tre ore e un quarto per raggiungere questa vetta, ma ne è valsa la pena!

2 commenti:

Unknown ha detto...

In effetti il sentiero che parte da Patoc è messo molto male ... noi un paio di passaggi arditi li abbiamo fatti ma ad un certo punto abbiamo desistito ...

Nadia ha detto...

Orpo! E' così peggiorato? Era dissestato anche quando l'abbiamo percorso noi, ma si passava ancora. Mi spiace sapere anche che è stato completamente dismesso, tanto che la Tabacco per cellulari, nemmeno lo riporta più! Un vero peccato!