Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 22 giugno 2020

Pala Verde di Val di Collina

Era una cima senza nome: gliene abbiamo dato uno noi, dopo averla salita.
Da tempo mi "chiamava", facendosi notare, quando da Timau salivo al Passo di Monte Croce Carnico. Verde d'estate, bianca d'inverno, la sua forma allungata spiccava solitaria sopra le Placche di Val di Collina e ogni volta la guardavo, promettendole un giorno di salirla. 



Le amiche e Luca ormai sapevano che era tra le favorite della mia lunga lista, ma puntualmente veniva "scartata" per qualcosa di più allettante.
Venerdì è proprio Barbara a "nominarla", terza opzione per il giro dell'indomani: il meteo prevede qualche temporale dal pomeriggio e la proposta sembra proprio adatta, per il limitato dislivello e la presenza di sterrata sulla via del ritorno. Allungheremo la salita percorrendo un bel giro ad anello!
Sabato mattina saliamo al Passo di Monte Croce Carnico e finalmente lo rivediamo, tirato a lucido con asfalto nuovo e animato da auto e moto: dopo il lock down, le frontiere sono state finalmente riaperte e targhe straniere si mescolano a quelle italiane, in un vivace viavai.


Iniziamo a percorrere la mulattiera CAI 146 che, sotto un cielo punteggiato di nuvole, ci porta tra   
variopinte fioriture a traversare sotto la Creta di Collinetta e la Cresta Verde.




Davanti a noi, la mole  della Creta di Collina, riporta piacevoli ricordi di quando l'abbiamo salita anni fa. Risaliamo lungo il pendio della dorsale che divide i pascoli di casera Collinetta di Sopra da quelli di casera Val di Collina, e la nostra meta ci appare alla vista.




Oltrepassiamo con cautela il tratto attrezzato de "la scaletta", perdendo quota per traversare alte sopra la conca di casera Monumenz, per risalire poi alla selletta che divide la Cima Plotta dalla nostra anonima meta.









L'idea iniziale era di salirle entrambe, ma uno sguardo al suo erto pendio, al susseguirsi di nuvole e alla stanchezza di Barbara e abbandoniamo l'idea iniziale per dedicarci esclusivamente alla tanto attesa salita della cima quotata "1903m".



Percorsa un tratto della strada che porta alla rinnovata casera Plotta, l'abbandoniamo poco dopo per risalire il pendio erboso lungo quel che sembra essere stata una vecchia mulattiera, che si esaurisce poco dopo, in un ampio pianoro verde, disseminato da ciuffi di rododendro in fiore.




Anche i fianchi della dorsale che risaliamo ne sono tappezzati, assieme a una miriade di fiorellini gialli. Saliamo fino a raggiungere l'apice del pendio, trovando davanti a noi una stretta dorsale che ci offre un incredibile panorama a 360 gradi!



Con cautela, iniziamo a percorrerla, toccando una prima elevazione e puntando alla successiva, dove troviamo un cippo confinario dell'Azienda Forestale Regionale e quel che resta di un vecchio cippo in cemento.




Da qui, la dorsale degrada ripida verso le sottostanti Placche di Val di Collina e, dato il fondo umido, decidiamo di non proseguire oltre. Ne abbiamo raggiunta la cima ed è quel che ci basta, oltre allo spettacolare panorama che ci circonda. Foto di vetta e possiamo goderci il pranzo, ammirando tutte le belle cime attorno.








Il rientro ci vedrà percorrere la sterrata che porta prima a casera Plotta, poi a casera Val di Collina e, infine, a percorrere affannosamente il sentiero che risale a casera Collinetta di Sotto e che da li ci riporta al Passo.










A molti, questa cima risulterà insignificante, ma per chi come me, ha atteso molto per salirla, è stata una bella soddisfazione. Cima che per noi, d'ora in poi, sarà la Pala Verde di Val di Collina! 



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