Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 7 settembre 2020

Baba Grande...raggiunta!

L'auto di Lamberto corre senza indugio lungo la tortuosa strada che da Coritis porta verso il parcheggio di casera Coot. Oggi è lui il nostro autista, affiancato dalla cara Laura, che inutilmente "frena" quando lui non lo fa. Parcheggiata l'auto, casera Coot ci accoglie silenziosa all'ombra delle Babe; passiamo oltre e risaliamo verso quel puntino rosso posto alla base del Torrione Mulaz, che già mi aveva vista arrancare i primi giorni di gennaio



Come allora, oggi sono qui per la Baba Grande, anche se le persone che mi accompagnano sono cambiate, così come le condizioni ambientali! Il cielo limpido invece è lo stesso, ma il vento che scompiglierà i nostri capelli oggi, non sarà fastidioso come allora! Anzi, nonostante la salita completamente all'ombra e la giornata con la giusta temperatura, a volte sarà il benvenuto. 


Tra chiacchiere, racconti e risate, raggiungiamo il bivacco Costantini, seguiti a poca distanza da quattro ragazzi sloveni, diretti al rifugio Gilberti attraverso l'Alta Via Resiana. 


Il canalone che porta al passo d'Infrababa Grande oggi è pulito e lo risaliamo con tranquillità, zigzagando verso l'alto, fino a gettare lo sguardo dall'altro lato, sul tormentato territorio del Canin. 




Accolti dai raggi del sole, ci facciamo arruffare i capelli dal vento, ammirando questo bianco ambiente di pietra, punteggiato qua e là da chiazze verdi. 



Individuata la giusta direzione, saliamo tra le rocce, verso la cresta che ci porterà alla panoramica vetta della Baba Grande. Il tratto finale, a cavallo tra Italia e Slovenia, ci fa godere di una splendida visuale sulla bellissima cresta che porta al monte Guarda, percorsa in versione innevata la scorsa volta, oggi verdissima! 






L'ampia vetta della Baba Grande ci accoglie regalandoci la vista su un'infinito mare di cime e sul fiume Isonzo, che scorre sotto di noi, con il suo meraviglioso color smeraldo. 






Restiamo quassù per un bel po', pranzando con calma: certi posti e l'allegra compagnia di Lamberto e Laura, meritano più di una "toccata e fuga", anche se non sappiamo ancora come sarà la variante di ritorno. 

Dal passo d'Infrababa Grande infatti, decidiamo di chiudere ad anello il giro di oggi e, individuato il primo sbiadito segnavia, iniziamo la "caccia al tesoro" a quelli successivi. 

Alcuni ometti e la visibile traccia su un ghiaione davanti a noi, ci guidano lungo il percorso, portandoci ad aggirare la grande mole rocciosa della Baba Grande, per poi risalire verso il verde passo d'Infrababa Piccola. 






Ormai non resta che scendere il ghiaione roccioso e raccordarci al sentiero percorso al mattino, perciò possiamo anche goderci la deliziosa grappa di mugo fatta da Laura! E poi giù, verso casera Coot, dove il sorriso felice di una sposa in abito bianco e scarponi ai piedi, darà il tocco finale a questa bella giornata in Val Resia.  





      

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Basterebbe il fantastico oronimo per invogliare ad intraprendere questa salita! :-) Baba...cosa significa in dialetto? Infrababa poi...Stupendo! :-)
Oronimia a parte, una montagna davvero bella e un altro super post, a coronamento della serie che illustra le cime che avete inanellato nel mese di agosto (li ho letti tutti tutti...uno più bello dell'altro...ed immagini che mi hanno incantato).
Se poi si termina un'escursione così con una grappa di pino mugo artigianale...che dire!
Un saluto, cara Nadia, e sempre buona Montagna!

laura

PS: che, poi, dev'essere il nome...anche io "freno" quando siedo al posto del passeggero :-)

Nadia ha detto...

Ciao carissima Laura,
Da quel che ho capito "Baba" è una parola slovena e sta per "nonna"...in questo caso, grande nonna :D
Le due forcelle che dividono le cime sono perciò la Infrababa grande (tra Baba Grande e monte Slebe) e Infrababa piccola (tra Baba Grande e Baba Piccola). Il confine tra Italia e Slovenia corre proprio lungo il crinale di queste cime, insomma, un piede di quà e uno di là ;-D
La storia di "frenare" mi sa che accomuna tutte noi quando alla guida c'è qualcuno molto sicuro di se. :D
Un grande abbraccio Laura, torna a trovarci che ci fa sempre piacere!!!
Nadia