Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 15 dicembre 2020

Una domenica a casera Palussa

Quest'anno va così, tra alti e bassi, tra stop e via libera.
Dopo tre settimane in "zona arancione" e belle giornate, senza poterci muovere dal proprio comune, il ritorno in quella "gialla" e alla ritrovata libertà di movimento, è preceduto da una consistente nevicata e da un fine settimana piovoso!  
Per fortuna questa domenica il meteo è super e, nonostante l'abbondante coltre di neve che ricopre le cime, troviamo una meta adatta a Gabriele, che so non essere molto nota. Casera Palussa l'avevo scoperta per caso, salendo alla casera di Giais molti anni fa e mi era rimasta impressa per la posizione defilata e panoramica. 


Molti i sentieri recuperati dal locale Gruppo Alpini di Giais, alcuni dei quali da me già percorsi in precedenti uscite: oggi ne scegliamo uno nuovo, il Troi delle Cloipes, la cui partenza è poco oltre il Troi de Rut, lungo la strada che da Glera sale con segnavia 986. 


La mattinata incredibilmente calda, ci fa spogliare di felpe e giubbotti inizialmente indossati, mentre saliamo tra noccioli e spazi aperti che ci regalano scorci estesi sulla pianura fino al mare, scintillante all'orizzonte. 










Saliamo senza fretta, assaporando questa bella giornata dopo il lungo stop forzato, fino a raccordarci con il sentiero 988 che porta a casera di Giais. Poco dopo, la casera Palussa ci accoglie con il solo rumore dell'acqua che scroscia da una fonte accanto alla struttura. 






Come speravo, siamo soli, noi e la pace che circonda questo luogo. Seduti sulla panca esterna, firmiamo il libro e pranziamo godendoci la vista, le innevate cime alle nostre spalle, in netto contrasto con i pendii erbosi che calano giù verso il fondovalle. 






E' solo più tardi che voci in lontananza ci avvertono che la nostra solitudine sarà presto interrotta e, dopo aver guardato per bene la cartina, decidiamo di scendere per il Troi de Rut, così da chiudere il nostro giro ad anello. Salutiamo il gruppetto che nel frattempo è arrivato e proseguiamo oltre la casera, oltrepassando un tratto stretto attrezzato con cavo, i nostri sguardi stupiti attirati da un gruppo di caprioli in fuga tra gli alberi sopra di noi. 







Con percorso sempre affacciato sulla pianura e le lontane Alpi e Prealpi Giulie, iniziamo a perdere quota, immergendoci poi tra alberi spogli, prati e arbusti, giungendo infine al punto di partenza, lungo un caratteristico canale boscato.












La montagna questa domenica è stata presa d'assalto, specie le località più note e facilmente raggiungibili, ma noi abbiamo trovato pace e tranquillità lontano da tutto e da tutti. 


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