Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy
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lunedì 11 febbraio 2013

Ritorno al Rilke

La prima volta che lo percorsi, nel dicembre 2008, Gabriele era nella mia pancia.
Questa volta cammina accanto a me e al suo adorato fratellone!

lunedì 8 dicembre 2008

Da Tarvisio a Trieste, con andamento lento


Può accadere che, nella vita dell' alpinista, capiti un periodo in cui si debba rallentare il passo. Sia esso dovuto a malanni fisici, a stanchezza o, come nel mio caso, a una gravidanza: rallentare e tenere un profilo escursionistico di livello basso/moderato è doveroso. Dopo le fatiche, i dislivelli e le imprese, ecco che si è "costretti" da forza maggiore a scoprire un nuovo modo di andare.... stile "andamento lento", doverosamente in piano o quasi!


Ecco allora che, dopo il sabato passato a "visitare" i mercatini di Natale di Klagenfurt e Villach assieme a "papà" Luca,"nonna" Fabiola e "zia" Lorena, mi ritrovo con il dilemma di cercare un' uscita domenicale "degna" della mia nuova condizione.
La cosa non è facile, ma, dopo aver ispezionato varie cartine e consultato rapidamente internet, restringo la scelta alla zona del Tarvisiano. Enrica e Luca vogliono pestare neve, perciò puntiamo l'interesse sulla Val Bartolo, sopra Camporosso.
Fissata la partenza per le sette e trenta, partiamo assieme a Claudio, Enrica e l'entusiasta Indy, alla volta di Tarvisio.
Lungo il tragitto c'informiamo sulla meta odierna dei carissimi amici di "Montagne Sottosopra" e scopriamo con piacere che anche loro sono diretti in Val Bartolo, ma sono un po' in ritardo. In cambio di una birra, ci offriamo di battere loro la traccia!
Arriviamo in una cristallina Camporosso e, dopo un po' d'incertezza sulla strada da prendere, imbocchiamo la Val Bartolo, opportunamente spalata dalla neve in eccesso. Proseguiamo con l'auto fin dove l'audacia ce lo consente e , appena trovato uno spiazzo, parcheggiamo.
Claudio è un po' preoccupato essendo sprovvisto di catene o gomme da neve, ma dopo varie rassicurazioni, c'incamminiamo tranquilli sul fondo innevato.


All'inizio la strada scorre incassata tra boschi e pareti rocciose, costeggiando il rio Bartolo, poi dopo un paio di chilometri s'allarga negli ampi Prati di Bartolo, punteggiati da dolcissime baite di legno.

L'aria è fredda, la temperatura decisamente al di sotto dello zero. Tutto in giro, alberi ghiacciati e prati innevati, brillano sotto i raggi del sole mattutino che stenta a riscaldare la vallata.


La strada ripulita dalla neve, termina presso una baita dal camino fumante e, avvolti dal profumo di legna che arde nel caminetto, immaginandone il caldo tepore, imbocchiamo la strada che porta verso la Sella Bartolo.


La neve zuccherina, scivola via dai nostri scarponi e passo dopo passo, prendiamo a risalire dolcemente nel bosco silenzioso. Finalmente i caldi raggi del sole cominciano a farsi sentire sugli abiti e sugli alberi, e la neve scroscia dai rami più alti dei pini, regalandoci docce gelide e scintillanti, inaspettate.

Procedo con calma, godendomi la pace dell'ultima della fila, assaporando il fatto di andare piano, di osservare con calma, di rilassarmi, di godere a pieno delle bellezze che mi circondano.
In men che non si dica, raggiungiamo senza accorgercene, la Sella Bartolo, completamente immersa anch'essa tra gli alti pini innevati.
E' quasi mezzogiorno, e le pancette cominciano a brontolare, quella della sottoscritta molto più frequentemente negli ultimi giorni...il piccolo alpinauta richiede materia prima per crescere!
Una baita li vicino, dotata di una panca in cemento riparata dal tetto, ci offre un asciutto giaciglio per consumare comodamente i nostri panini.
Indy si diverte a saltare nella neve ma si spaventa quando d'un tratto la neve del tetto decide di staccarsi e ricadere pesantemente ai nostri piedi!
L'arrivo degli amici DeRonch ci ravviva dal nostro torpore post pranzo e, dopo le simpatiche chiacchiere e le molteplici foto, riprendiamo assieme la discesa.
Il sole ha cambiato posizione e la luce avvolge la vallata regalandoci nuovi scorci fotografici. Stando attenti a non scivolare, facciamo lentamente ritorno alle auto, e dopo accordi, puntiamo le auto verso la Locanda agli Orsi di Dogna, per la "meritata" birretta (non per me, altrimenti la Zia Lorena...).
Con una sana merenda a base di panini con salsiccia e frico con polenta concludiamo in gran stile la nostra domenica!

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Lunedì, proseguendo con lo stile "andamento lento", e per coinvolgere anche l'infortunato Nicholas, propongo ad un poco entusiasta Luca, il sentiero Rilke di Sistiana.
La giornata è splendida e l'idea dei riflessi del sole sul mare mi attira parecchio.



Arriviamo in una Sistiana in veste tranquilla e autunnale e raggiunto l'Ufficio Informazioni, imbocchiamo l'inizio del sentiero Rilke.
Il percorso si snoda lungo il margine della bianca scogliera del Carso che si getta nelle acque del Mar Adriatico, ad un'altezza di circa 80 metri sul livello del mare e con uno sviluppo di poco meno di due chilometri, dalla baia di Sistiana al promontorio di Duino.
Da esso la vista spazia dal piccolo porto di Sistiana, a tutto il Golfo di Trieste, fino alla laguna di Grado. Lontano, da dietro l'altopiano carsico, fanno capolino le amate, e innevate, cime delle nostre Alpi.





Alternando scorci aperti sul mare a tratti all'interno della pineta il sentiero prosegue offrendoci sempre ampie vedute sul limpido golfo e dopo un ansa, sulle belle mura del castello di Duino.


Lontano sul mare aleggia leggera una nebbiolina ma il sole ci riscalda dall'alto e dopo circa un oretta raggiungiamo tranquilli e rilassati il castello e la fine del percorso.


Dopo tre settimane d'inattività a causa del mal tempo, queste ultime due giornate, totalmente a ritmi differenti da quelli a cui ero abituata, mi hanno dato la consapevolezza che , anche a quote basse e nelle semplici gite, si ottengono piaceri che ricaricano per affrontare la settimana lavorativa che mi attende al rientro dal fine settimana.
Ogni tanto fa bene anche rallentare il passo e fermarsi ad osservare e a godere a pieno della vicinanza degli amici e delle persone che ci vogliono bene. Godiamoci questi periodi di calma...tanto prima o poi si riprende a correre!

martedì 4 novembre 2014

Placche di Duino

Quando ti sporgi lo sguardo coglie l'infinito. Laggiù dove finisce il grigio del calcare inizia il blu del mare, che corre verso l'orizzonte e si abbraccia all'azzurro del cielo. Limpido, terso, infinito.
Un respiro lungo e profondo mi riempie di pace.
Uno sguardo nei suoi  occhi mi riempie di gioia.
La corda verde si perde fluttuando nell'azzurro e si adagia sulle pieghe della parete, mentre noi due ci prepariamo a scendere.