Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

venerdì 4 gennaio 2008

Onkel Julius

150 anni fa nasceva a Gorizia Julius Kugy, uomo e poeta. Alpinista sempre fedele al suo principio che l'alpinismo deve essere gioia.
Di seguito ho piacere di riportare alcuni suoi pensieri, che secondo me rendono bene cos'è e cosa deve essere l'andar per monti, in un era di corsi di escursionismo, accompagnatori patentati per qualsiasi cosa a scapito di quella felice pazzia che è l'alpinismo. Un era in cui prima devi pensare alle responsabilità in caso di incidente e poi puoi iniziare a pensare a fare une camminata in montagna.
Da "Dalla vita di un alpinista"
"Nella mia vita non ho riflettuto molto sulla natura dell'alpinismo. Nè posso dire che abbiano destato il mio interessamento i trattati sulla giustificazione dello sport alpino, sull'alpinismo con o senza guide. La riuscita, il modo come il povero mortale arriva ai monti, immortali, immensamente ricchi, eterni, m'è parsa sempre una cosa secondaria. Se mi chiedete come debba essere chi va in montagna, direi: veritiero, nobile, modesto.
La frase "sport alpino" m'ha sempre fatto un pò male. Mi sa troppo di superficiale. Non si cerchi nel monte un'impalcatura da rampicate, si cerchi la sua anima.
Per me andare in montagna è sempre stata una questione di sentimento. Ho sentito un richiamo e l'ho seguito. Non potevo farne a meno. Non dico altro.
Ancora mi sento chiamare dai monti. Sento il loro richiamo quando son desto e lo sento nei miei sogni desiosi. ma invece di andarci vi mando ora i miei ottimi giovani. Essi portano lassù la mia bandiera, con mirabile attacamento a me e con vivo entusiasmo.
Povero Julius (perdonami il tu, non e mancanza di rispetto, tutt'altro) chissa cosa proveresti oggi, a districarti tra Titoli e Titolati, invece che goderti il mondo dalle Cime. Per fortuna ci sono ancora persone che non si chiedono il perchè dell'andare, e portano ancora in giro amici meno esperti per farli crescere e non per mostrare.. cosa? il più delle volte esibiscono qualcosa dietro cui nascondersi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello. Non sapevo della ricorrenza. comunque è vero: ci stanno togliendo la voglia di andare in montagna. anche qui al Cai di Gorizia.. Acoompagnatori di quello e quell'altro, discussioni infinite sulla responsabilità... gente capace solo di parlare e in montagna... lasciamo perdere..
MA VOGLIAMO CAPIRE CHE IN MONTAGNA SI E' RESPONSABILI DI SE STESSI? E CHE BISOGNA SAPER I PROPRI LIMITI??
Scusate lo sfogo ma ce l'avevo sullo stomaco

Anonimo ha detto...

wrsbplè la rovina del Cai: istruttori per qualsiasi cosa. si è perso il senso del Club: quello di essere gente che va in montagna. eppoi il problema è che questi istruttori/accompagnatori intendono il loro operato come andar in giro spesati. e il volontariato? ci si pulisce il c___????
Ciao Bel sito, anche la sezione su myspace